martedì 3 giugno 2014

AL 69° CONGRESSO ASSOENOLOGI

PAROLA D’ORDINE 
QUALITÀ E INNOVAZIONE


Riccardo Cotarella
"Non è vero che la Romagna non era una terra vocata per il vino.
Pignoletto Umberto Cesari
 Forse  non lo erano i produttori di un tempo, ma i nuovi stanno dimostrando come si possa crescere cavalcando la strada della qualità, anche con i propri vini più tradizionali". È questo il pensiero del presidente di Asso-enologi Riccardo Cotarella sul territorio che ha ospita il 69° Congres-so nazionale della categoria, dal 1 al 4 giugno a San Patrignano. Un territorio che conosce bene proprio per essere da 17 anni un apprezza-to collaboratore dalla cantina di questa comunità. "I produttori locali hanno avuto coraggio – conferma Pierluigi Zama, presidente della se-zione romagnola di Assoenologi – sia nel fare dei vini di pianura “dei vini per tutti”, sia nell’usare la chiave della qualità per trasformare la vi-ticoltura di collina". Un’esperienza condivisa con i vicini produttori emi-liani, tanto da far diventare la triade tradizionale Sangiovese-Pignoletto-Lambrusco una chiave per entrare con  decisione in molti mercati in-ternazionali. "Una sfida che si vince solo con l’unità d’intenti – commen-ta Zama -, un’evoluzione naturale della propensione all’aggregazione di una terra dove la cooperazione gioca un ruolo chiave, con tre importan-ti cooperative nella top ten dei produttori nazionali".
Batte il tasto dell’evoluzione della qualità anche Tiberio Rabboni, as
Sangiovese di Romagna
sessore all’agricoltura di questa regione, che mette in evidenza il dato dell’aumento del 10% dell’export in valore realizzato dai vini di questa regione tra il 2012 e il 2013, 60% se si considerano gli ultimi 5 anni. "È il frutto dello sforzo dei produttori in favore della qualità e dell’impegno delle istituzioni a supporto delle imprese". La Regione ha infatti appena assunto importanti impegni nella stesura dei nuovi programmi di svi-luppo rurale, soprattutto per le azioni riguardanti la promozione sui mercati terzi e per la diffusione dell’innovazione.
"Vogliamo utilizzare al massimo le sinergie tra i fondi Horizon 2020 de-stinati alla ricerca e la misura del partenariato europeo per l’innovazione che mette le imprese, in special modo quelle vitivinicole, al centro di progetti di cooperazione con centri di ricerca".
Ma nella produzione del vino gli enologi sono sempre chiamati al mira-colo di coniugare innovazione a tradizione. E Il Congresso Assoenologi non trascura mai l’aspetto della tradizione. Nel corso della cerimonia di apertura Riccardo Cotarella ha infatti conferito il tradizionale premio del “Grappolo d'Oro”al past-president, Giancarlo Prevarin. Storico amministratore delegato della Cantina sociale dei Colli Berici che ha saputo immaginare prima di altri la trasformazione tecnica e organizzativa che ha portato alla riscossa delle strutture cooperative, arrivate oggi a es-sere prime per fatturato tra le aziende vitivinicole italiane.

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