L’EXPO DI MILANO
E L’EFFETTO “WOW!”
del patto bipartisan tra D’Alema e Moratti per il sostegno del made
in Italy, che oggi continua grazie all’esperienza che li accomuna come
produttori di vino. E secondo Oscar Farinetti la manifestazione milanese deve
offrire l’occasione per portare i visitatori in ogni cantina della penisola.
Alcuni approfondimenti dal secondo talk show del 69° Congresso Nazionale
Assoenologi a San Patrignano
Il vino è una passione che unisce e che travalica le
differenze politiche. Tanto da mettere d’accordo Massimo D’Alema e Letizia
Moratti sull’opportunità di promuoverlo e difenderlo sui mercati
internazionali come massima espressione del life style italiano. Il 2 giugno a San Patrignano nel talk show
moderato da Bruno Vespa organizzato da Assoenologi, l’associazione dei tecnici
italiani del vino, nel corso del proprio 69° congresso nazionale, D’Alema ha
raccontato come l’alleanza bypartesan con la Moratti abbia in realtà radici antiche
e risalga alla battaglia sostenuta insieme in favore dell’Expo di Milano nel
2008, quando D’Alema era ministro degli esteri del secondo governo Prodi e
Moratti sindaco di Milano di una giunta di centro destra. “Un esempio
dell’efficacia dello spirito di squadra”.
Secondo D’Alema, novello produttore
nella sua cantina Le Madeleine in Umbria, Il mondo del vino italiano dovrebbe
trovare lo stesso spirito nel collaborare insieme alla Francia per contrastare
la demonizzazione del consumo di vino. “Italia e Francia – ha detto- sono
sempre ai vertici degli indici predisposti dall’Onu per misurare il benessere
nazionale, segno che un consumo moderato del vino non fa assolutamente male”.
“Occorre fare attenzione – ha ammonito Letizia
Moratti, che sostiene e amministra da anni assieme al marito Gianmarco la
comunità fondata da Vincenzo Muccioli – agli accostamenti che si fanno in
questi giorni tra droghe leggere e vino.
La coltura del vino non ha nulla da
spartire con i gruppi finanziari che vorrebbero trarre vantaggio dalla depenalizzazione delle droghe
leggere”. “Proprio qui a San Patrignano – continua – ho imparato come la
cultura della vigna e della cantina possa contribuire a insegnare il rispetto
dei tempi della natura e della propria cultura”. Nell’anno del boom dell’export
di vino italiano il congresso Assoenologi ha offerto l’occasione per un confronto
sulla crescente aggressività dei competitor internazionali come la Francia e
soprattutto la Spagna.
Con le visioni opposte di chi vorrebbe abbandonare la produzione
di vino comune e concentrarsi su Doc e Docg e chi crede che questa scelta possa
causare un distacco dell’Italia enologica dai mercati internazionali. “La
verità sta in mezzo – ha commentato Oscar
Farinetti- occorre riuscire a far crescere il prezzo medio continuando a
presidiare i mercati”. E L’expo di Milano è secondo il fautore dell’esperienza
di Eataly e titolare di Fontanafredda, la maggiore azienda vitivinicola delle
Langhe, un ‘occasione da non perdere per innescare l’effetto “wow!”. “Da Milano
– dice- con treno e aereo si possono raggiungere in poco più di un ora tutti
gli angoli della penisola.
Bisogna approfittarne per non tenere i visitatori
concentrati nell’area dell’esposizione, ma indurli a visitare i luoghi di
produzione, le cantine e le aziende italiane, e mostrare la nostra storia,
tradizione, i nostri territori, ma anche il nostro rigore: possiamo vantare su
uno degli ambienti più ricchi di biodiversità e su una delle agricolture più
“pulite”, bisogna trovare il modo per raccontare e sfruttare questi punti di
forza”.
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