La
richiesta di una Patente europea per pizzaioli è il punto cruciale su
cui sta battendo Enzo Prete,
presidente di Amar, che dopo l’ennesimo sollecito al Parlamento minaccia di presentare la proposta di legge all’estero. Da anni si chiede un intervento in materia di regolamentazione di una professione troppo "imitata"
presidente di Amar, che dopo l’ennesimo sollecito al Parlamento minaccia di presentare la proposta di legge all’estero. Da anni si chiede un intervento in materia di regolamentazione di una professione troppo "imitata"
Una patente europea anche per i pizzaioli. È questa la richiesta di Enzo Prete,
presidente dell'Associazione maestri d'arte ristoratori pizzaioli
(Amar), che chiede adeguato riconoscimento, da parte dell’Unione
europea, per un’arte che si tramanda da secoli e per cui è doveroso
avere una preparazione professionale che sia certificata ufficialmente
da una Pep, ovvero Patente europea per pizzaioli. Come riporta l'Ansa,
in Senato è già stato presentato un ddl dal senatore Pietro Iurlaro, in
cui si perora la causa dell’antica arte di preparare la pizza.
Secondo quanto proposto nel disegno di legge, l’ultimo di una lunga serie rimasti accantonati al Senato, “cestinati”, l’aspirante pizzaiolo che volesse ottenere la Pep e l'abilitazione all'esercizio della professione, dovrebbe frequentare un corso riconosciuto di almeno centocinquanta ore, articolato secondo un preciso piano di studi con settanta ore di pratica in laboratorio, venticinque ore di studio di una lingua straniera, trenta ore di lezione di scienze dell’alimentazione e venticinque ore di igiene e somministrazione di alimenti.
Secondo quanto proposto nel disegno di legge, l’ultimo di una lunga serie rimasti accantonati al Senato, “cestinati”, l’aspirante pizzaiolo che volesse ottenere la Pep e l'abilitazione all'esercizio della professione, dovrebbe frequentare un corso riconosciuto di almeno centocinquanta ore, articolato secondo un preciso piano di studi con settanta ore di pratica in laboratorio, venticinque ore di studio di una lingua straniera, trenta ore di lezione di scienze dell’alimentazione e venticinque ore di igiene e somministrazione di alimenti.
La pizza più lung del mondo all'Expo |
«La
preparazione della pizza è un'arte - si legge nella proposta - che si
tramanda ormai da secoli ed è giusto che una tradizione così antica
possa perpetuarsi attraverso una preparazione specialistica che formi
dei maestri pizzaioli, veri professionisti del settore. È pertanto
auspicabile che l'Italia, così all'avanguardia nella certificazione
della qualità e del controllo dei suoi prodotti alimentari più tipici,
possa introdurre una regolamentazione della figura professionale del
pizzaiolo attraverso la creazione di un apposito albo di categoria e
istituzione di una patente europea pizzaioli».Non è la prima
volta che viene proposta in Senato l’attuazione di una legge per
regolamentare la professione del pizzaiolo, sempre più diffusa e copiata
al punto da aver perso in molti locali la sua originalità e bontà. «La
crescente improvvisazione di operatori del settore, non adeguatamente
formati, va a discapito della qualità made in Italy e soprattutto della
salute», osserva il presidente dell'Amar. Lo stesso ha fatto presente in
una lettera a parlamentari e governo che, data l’indifferenza totale
protrattasi negli anni rispetto alla richiesta di una Pep, «siamo
costretti nostro malgrado a proporla fuori dai nostri confini nazionali.
Una bozza è pronta da presentare all'estero. Per scongiurare ciò è
necessaria una risposta urgente alla nostra proposta».
Italiaatavola
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