giovedì 12 maggio 2016

UN LIBRO RIAPRE LA DISPUTA SULLA PATERNITA’ DEL TIRAMISU’.

UN LIBRO AL SALONE DI TORINO 
RIAPRE LA DISPUTA 
SULLA PATERNITA’ DEL TIRAMISU’. 

“Sulla paternità del Tiramisù possono anche scrivere
che l’hanno inventato in Bulgaria, ma la realtà storica, documentata e certificata persino con un atto  
notarile è  scolpita nella pietra: lo ha inventato Ada Campeol, con l’aiuto del cuoco Paolo ‘Loli’
Linguanotto, alle Beccherie di Treviso, in quella culla della gastronomia tipica che si
chiama Veneto. Se altri hanno copiato la ricetta hanno fatto bene perché è il dolce più
buono e genuino del mondo, ma sempre copiato hanno”.
Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto torna “in campo” per
difendere la “trevigianità” di uno dei dolci più famosi del mondo, del quale si sono
occupati persino giganti dell’informazione come il Guardian e il Daily Telegraph,
messa in discussione da un libro di una Casa Editrice di Firenze, presente al Salone di
Torino, nel quale se ne sostiene l’origine friulana.
“Non è la prima volta che si tenta di ‘scippare’ a Treviso questa eccellenza – aggiunge
il Governatore – e non sarà l’ultima, il che deve colmare d’orgoglio il Veneto, la Città
di Treviso, la famiglia Campeol. In tutti i settori il meglio viene ‘clonato’, dalla
Ferrari, ai grandi vini, alle grandi firme della moda. Evidentemente è’ grande anche il
‘marchio’ Tiramisù che siamo pronti a difendere con la forza della storia, delle
testimonianze passate e presenti, di un atto notarile depositato dall’Accademia della
Cucina, del sentire popolare”.


“Il libro in questione – prosegue il Presidente del Veneto – raccoglie anche la bellezza
di 23 ‘variazioni sul tema’: dimostrazione lampante che si sta parlando d’altro, perché
il dolce a cucchiaio più famoso del mondo è uno e solo uno, quello della Ada delle
Beccherie di Treviso. Gli altri, friulani, milanesi, siciliani, francesi, tedeschi o altro
saranno magari buoni, ma sono un’altra cosa”.
Il Governatore esorta “tutti, nessuno escluso, compresi esperti e studiosi di culinaria di
tutto il mondo a venire a Treviso e ad ascoltare dalla viva voce dei testimoni e
verificare dagli atti notarili, qual è la vera storia di questo straordinario dolce”.
La vera storia di questo dolce, tanto buono quanto semplice e facile da preparare,
nasce nel capoluogo della Marca, all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso, in un
ristorante famoso (Alle Beccherie), dalle mani sapienti della proprietaria, Ada
Campeol, coadiuvata dall’allora giovanissimo cuoco Paolo “Loli” Linguanotto. La
notizia è certa, documentata, testimoniata dagli autori e dalla letteratura locale,
certificata successivamente con atto notarile. All’epoca della sua creazione, tuttavia,
quando ancora il nuovo dolce si chiamava alla veneta “Tiramesù”, nessuno aveva
pensato a depositare il nuovo marchio: non si usava. E siccome le grandi vittorie
hanno cento padri, sono stati moltissimi quelli che, talora sul filo della leggenda o in
nome dell’improbabilità, hanno attribuito ad altri tempi, luoghi e persone questa
invenzione. 

Che poi non è altro che un perfetto ed equilibrato assemblaggio di pietanze
che si usavano per corroborare gli affaticati o i malati: l’uovo sbattuto, il savoiardo con
il caffè, il mascarpone e così via. La signora Ada, che allora stava giusto allattando il
figlio, compose il tutto in un “unicum” con il quale ha letteralmente conquistato il
mondo e del quale non c’è traccia, non a caso, nei ricettari di cucina antecedenti alla
preparazione dello squisito dolce che divenne l’emblema del locale.
“E’ bene invece che tutti sappiano che il Tiramisù è nato a Treviso, Regione del
Veneto, Italia - ribadisce il Presidente – anzitutto per riaffermare una verità storica e
direi culturale, ma anche per ricordare che è grazie alle tante invenzioni più sagge che
segrete, dove il primo ingrediente è la passione e il secondo è il buon gusto, che
l’ecollabora al successo turistico del Veneto”.

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