Turismo,
segnali positivi
o caduta?
Tre milioni in meno di turisti a giugno,
ma 4 in più a luglio? I numeri, che non sono quelli da giocare al Lotto, sono quelli su cui si basano non pochi articoli di questi giorni dedicati allo stato di salute del comparto. Per i primi c’è la forte preoccupazione espressa dalla Fipe che, causa anche il maltempo, parla di 400 milioni di perdite. Al contrario sprizza ottimismo la Coldiretti, che prospetta a partire da luglio un’impennata positiva delle presenze e della durata media.
Quale sarà il dato di fine stagione lo potremo però capire solo a posteriori. Francamente sorprende che ci possano essere valutazioni e previsioni così diverse riguardo al turismo, che soprattutto nel periodo estivo dovrebbe essere un asset su cui prestare attenzione in modo primario.
Il Ministro Dario Franceschini sta dedicando molto impegno ad ammodernare il sistema museale, una struttura pubblica che era fra le più disastrate ed arretrate del Paese, per aumentare le occasioni di incoming. E sta pure cercando di spingere per una collaborazione ed integrazione fra le diverse tipologie di offerta (dall’enogastronomia all’ambiente).
La sensazione netta è che continui però a mancare una cabina di regia efficace ed efficiente. Un coordinamento fra i vari pezzi che oggi costituiscono il variopinto mondo legato al turismo è più che mai urgente. E fra le iniziative più urgenti da attivare c’è quella di un osservatorio serio che dia quasi in tempo reale la situazione e le previsioni vere. Se non c’è un raccordo con alberghi, campeggi, affitta-camere o tour operator, ogni previsione lascia un po’ il tempo che trova e gli operatori non possono programmare con precisione gli investimenti da fare. Se poi aggiungiamo il danno dei continui allarmismi legati alle previsioni meteorologiche, il quadro diventa allarmante. Per non parlare dell’enorme partita legata ai turisti stranieri, che di fatto non siamo in grado di selezionare e in qualche modo orientare con efficacia...
Avere il polso vero del mercato sarebbe tanto più utile quanto più si consideri la situazione di sostanziale incertezza che grava anche su questo comparto che lo scorso anno aveva visto segnali contraddittori. Secondo l’Istat l’anno scorso gli italiani avevano ad esempio speso di più al ristorante, ma avevano continuato a rinunciare a parte delle vacanze, di fatto comprimendole. Dopo due anni di calo, le spese per servizi ricettivi e di ristorazione erano cresciute dell’11% (poco più di 122 euro al mese a testa), tornando ai livelli del 2013. La propensione alle ferie non era però ripartita come si sperava.
ma 4 in più a luglio? I numeri, che non sono quelli da giocare al Lotto, sono quelli su cui si basano non pochi articoli di questi giorni dedicati allo stato di salute del comparto. Per i primi c’è la forte preoccupazione espressa dalla Fipe che, causa anche il maltempo, parla di 400 milioni di perdite. Al contrario sprizza ottimismo la Coldiretti, che prospetta a partire da luglio un’impennata positiva delle presenze e della durata media.
Quale sarà il dato di fine stagione lo potremo però capire solo a posteriori. Francamente sorprende che ci possano essere valutazioni e previsioni così diverse riguardo al turismo, che soprattutto nel periodo estivo dovrebbe essere un asset su cui prestare attenzione in modo primario.
Il Ministro Dario Franceschini sta dedicando molto impegno ad ammodernare il sistema museale, una struttura pubblica che era fra le più disastrate ed arretrate del Paese, per aumentare le occasioni di incoming. E sta pure cercando di spingere per una collaborazione ed integrazione fra le diverse tipologie di offerta (dall’enogastronomia all’ambiente).
La sensazione netta è che continui però a mancare una cabina di regia efficace ed efficiente. Un coordinamento fra i vari pezzi che oggi costituiscono il variopinto mondo legato al turismo è più che mai urgente. E fra le iniziative più urgenti da attivare c’è quella di un osservatorio serio che dia quasi in tempo reale la situazione e le previsioni vere. Se non c’è un raccordo con alberghi, campeggi, affitta-camere o tour operator, ogni previsione lascia un po’ il tempo che trova e gli operatori non possono programmare con precisione gli investimenti da fare. Se poi aggiungiamo il danno dei continui allarmismi legati alle previsioni meteorologiche, il quadro diventa allarmante. Per non parlare dell’enorme partita legata ai turisti stranieri, che di fatto non siamo in grado di selezionare e in qualche modo orientare con efficacia...
Avere il polso vero del mercato sarebbe tanto più utile quanto più si consideri la situazione di sostanziale incertezza che grava anche su questo comparto che lo scorso anno aveva visto segnali contraddittori. Secondo l’Istat l’anno scorso gli italiani avevano ad esempio speso di più al ristorante, ma avevano continuato a rinunciare a parte delle vacanze, di fatto comprimendole. Dopo due anni di calo, le spese per servizi ricettivi e di ristorazione erano cresciute dell’11% (poco più di 122 euro al mese a testa), tornando ai livelli del 2013. La propensione alle ferie non era però ripartita come si sperava.
ALBERTO LUPINI
direttore di Italiaatavola
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