martedì 13 dicembre 2016

Steve Jobs e la profezia errata sul Web


Steve Jobs e la profezia errata sul Web  
(ma anche le 9 previsioni esatte)

Nel 1996, Steve Jobs, al tempo amministratore delegato di NeXT
e non ancora tornato alla Apple, concesse un’intervista al magazine tech “Wired” nella quale immaginò quanto il sistema informatico e in generale il web avrebbero cambiato il mondo nei decenni successivi.
Le grandi aziende che non si adeguano, muoiono
Nell’intervista Jobs faceva notare che nei successivi dieci anni solo chi si fosse adeguato alla «grande trasformazione» innescata dal web sarebbe sopravvissuto. «Le grandi aziende che non presteranno attenzione al cambiamento - profetizzava Jobs - si faranno molto male». Quest’ultima dichiarazione sarebbe oggi sottoscritta dalle grandi catene editoriali, musicali e legate alla fotografia che hanno visto il loro mercato profondamente cambiato.
Web onnipresente
La prima grande intuizione di Jobs fu quella di dichiarare che il web sarebbe stato onnipresente. Oggi può apparire una previsione scontata e banale, ma non lo era in un’epoca in cui Google era solo un progetto di ricerca all’Università di Stanford e Amazon una piccola start-up che vendeva libri. «Ci sarà una linea web in tutto il mondo - vaticinò Jobs -. E tutto ciò che è onnipresente diventa interessante».
Duro colpo per il commercio tradizionale
Non sappiamo se Jeff Bezos, fondatore di Amazon, abbia mai letto quest’intervista, ma questa profezia di Jobs sembra anticipare il suo successo: «Il commercio tradizionale - sentenziò il futuro inventore dell’iPhone - sarà ucciso dal web». Continua Jobs: «Le persone smetteranno di andare in molti tipi di negozi per comprare i prodotti, ma li acquisteranno comodamente da casa usando il web».
Le app create dagli utenti
Jobs intuì anche che il vero motore della trasformazione sarebbero stati gli utenti. Quando l’idea del web 2.0 non era nemmeno stata immaginata, l’allora quarantunenne pronosticò la diffusione delle applicazioni. «Sarà la prossima fase del web - dichiarava Jobs -. Avete per caso mai visto il sito web di Federal Express che permette di seguire il percorso di un pacco?».
Percentuali dell’e-commerce
«Se l’e-commerce raggiungesse il 10% delle vendite di beni e servizi nel nostro Paese, sarebbe un successo formidabile», dichiarava nell’intervista il genio di Cupertino. Secondo le stime odierne, l’e-commerce copre il 7,5% delle vendite al dettaglio negli Usa.
Addio intermediari
Jobs intuì che Internet sarebbe stato un formidabile mezzo per scavalcare la figura dell’intermediario e ridurre i costi dei prodotti. «Il web sarà un canale di distribuzione diretto al cliente, sia che si tratti di informazioni o di commercio - affermava Jobs -. Si bypassano tutti gli intermediari. Questi ultimi tendono a rallentare e a rendere gli scambi più problematici e naturalmente più costosi. L’eliminazione di queste figure sarà radicale».
Il sovraccarico di informazioni non ci migliora
Jobs è sempre stato un sostenitore della tecnologia a scuola, ma predisse chiaramente che una futura società con un sovraccarico di informazioni non avrebbe migliorato né la scuola né la nostra vita. «La maggior parte delle persone sarà bombardata da molte più informazioni di quelle che riesce ad assimilare».
La fine del computer fisso
Nell’intervista Jobs predisse anche la fine dei computer fissi (desktop computer) e l’avanzata di nuove macchine, dai computer portatili ai futuri iPad. «I prossimi 10 anni saranno un’epoca davvero difficile per i computer desktop».
Le auto scompaiono dalle concessionarie
Jobs profetizzò anche un nuovo modello di business per le grandi case automobilistiche. «Ordinate l’auto online e in una settimana arriva», affermava Jobs. Oggi gli autosaloni della Tesla Motor hanno al loro interno solo macchine-campione. I potenziali acquirenti possono controllarle, e poi ordinarle online.
Il Web non cambierà il mondo
L’ultima profezia probabilmente è l’unica sbagliata. Secondo Jobs, infatti, la grande trasformazione del web non avrebbe avuto l’impatto che in passato hanno prodotto la radio o la tv. “Non sarà certamente come la prima volta che qualcuno ha visto un televisore. Non sarà così radicale come quando qualcuno in Nebraska ha sentito una trasmissione radiofonica. Non sarà alla fine una rivoluzione così profonda “.
Panorama Edit

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