Steve
Jobs e la profezia errata sul Web
(ma anche le 9 previsioni esatte)
(ma anche le 9 previsioni esatte)
Nel 1996, Steve Jobs, al tempo
amministratore delegato di NeXT
e non ancora tornato alla Apple, concesse un’intervista al magazine tech “Wired” nella quale immaginò quanto il sistema informatico e in generale il web avrebbero cambiato il mondo nei decenni successivi.
e non ancora tornato alla Apple, concesse un’intervista al magazine tech “Wired” nella quale immaginò quanto il sistema informatico e in generale il web avrebbero cambiato il mondo nei decenni successivi.
Le
grandi aziende che non si adeguano, muoiono
Nell’intervista Jobs faceva notare che
nei successivi dieci anni solo chi si fosse adeguato alla «grande trasformazione»
innescata dal web sarebbe sopravvissuto. «Le grandi aziende che non presteranno
attenzione al cambiamento - profetizzava Jobs - si faranno molto male».
Quest’ultima dichiarazione sarebbe oggi sottoscritta dalle grandi catene
editoriali, musicali e legate alla fotografia che hanno visto il loro mercato
profondamente cambiato.
Web
onnipresente
La prima grande intuizione di Jobs fu quella di
dichiarare che il web sarebbe stato onnipresente. Oggi può apparire una
previsione scontata e banale, ma non lo era in un’epoca in cui Google era solo
un progetto di ricerca all’Università di Stanford e Amazon una piccola start-up
che vendeva libri. «Ci sarà una linea web in tutto il mondo - vaticinò Jobs -.
E tutto ciò che è onnipresente diventa interessante».
Duro colpo per il commercio tradizionale
Non sappiamo se Jeff Bezos, fondatore di
Amazon, abbia mai letto quest’intervista, ma questa profezia di Jobs sembra
anticipare il suo successo: «Il commercio tradizionale - sentenziò il futuro
inventore dell’iPhone - sarà ucciso dal web». Continua Jobs: «Le persone
smetteranno di andare in molti tipi di negozi per comprare i prodotti, ma li
acquisteranno comodamente da casa usando il web».
Le app create dagli utenti
Jobs
intuì anche che il vero motore della trasformazione sarebbero stati gli utenti.
Quando l’idea del web 2.0 non era nemmeno stata immaginata, l’allora
quarantunenne pronosticò la diffusione delle applicazioni. «Sarà la prossima
fase del web - dichiarava Jobs -. Avete per caso mai visto il sito web di
Federal Express che permette di seguire il percorso di un pacco?».
Percentuali dell’e-commerce
«Se l’e-commerce raggiungesse il 10%
delle vendite di beni e servizi nel nostro Paese, sarebbe un successo
formidabile», dichiarava nell’intervista il genio di Cupertino. Secondo le
stime odierne, l’e-commerce copre il 7,5% delle vendite al dettaglio negli Usa.
Addio intermediari
Jobs intuì che Internet sarebbe stato un
formidabile mezzo per scavalcare la figura dell’intermediario e ridurre i costi
dei prodotti. «Il web sarà un canale di distribuzione diretto al cliente, sia
che si tratti di informazioni o di commercio - affermava Jobs -. Si bypassano
tutti gli intermediari. Questi ultimi tendono a rallentare e a rendere gli
scambi più problematici e naturalmente più costosi. L’eliminazione di queste
figure sarà radicale».
Il sovraccarico di informazioni non ci
migliora
Jobs è sempre stato
un sostenitore della tecnologia a scuola, ma predisse chiaramente che una
futura società con un sovraccarico di informazioni non avrebbe migliorato né la
scuola né la nostra vita. «La maggior parte delle persone sarà bombardata da
molte più informazioni di quelle che riesce ad assimilare».
Nell’intervista Jobs predisse anche la
fine dei computer fissi (desktop computer) e l’avanzata di nuove macchine, dai
computer portatili ai futuri iPad. «I prossimi 10 anni saranno un’epoca davvero
difficile per i computer desktop».
Le auto scompaiono dalle concessionarie
Jobs profetizzò anche un nuovo modello di business
per le grandi case automobilistiche. «Ordinate l’auto online e in una settimana
arriva», affermava Jobs. Oggi gli autosaloni della Tesla Motor hanno al loro
interno solo macchine-campione. I potenziali acquirenti possono controllarle, e
poi ordinarle online.
Il Web non cambierà
il mondo
L’ultima profezia
probabilmente è l’unica sbagliata. Secondo Jobs, infatti, la grande
trasformazione del web non avrebbe avuto l’impatto che in passato hanno
prodotto la radio o la tv. “Non sarà certamente come la prima volta che
qualcuno ha visto un televisore. Non sarà così radicale come quando qualcuno in
Nebraska ha sentito una trasmissione radiofonica. Non sarà alla fine una
rivoluzione così profonda “.
Panorama Edit
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