Nel Veronese
riapre l'Ossario
di Custoza
Il Risorgimento
promuove
il territorio
Un belvedere mozzafiato e un pezzo di storia del Risorgimento custodito in un monumento unico nel suo genere. Siamo nel Veronese, dove l’Ossario di Custoza ora si svela al pubblico in una veste completamente rinnovata .
Ciò che lo distingue da altri ossari italiani di natura militare è la disposizione che è stata data ai crani e alle ossa esposte, a “diretto contatto diretto” con il visitatore che produce un forte impatto emotivo. Posto sul monte Belvedere, l’Ossario, con i suoi 40 metri d’altezza, svetta sul territorio circostante, mostrando la sua forza e il suo commovente significato.Con la sua inconfondibile struttura piramidale, questo luogo racconta come l'Italia - alla fine dell’800 - sia riuscita a dare vita a un luogo di grande suggestione dedicato alla storie e alla memoria dei fondamentali eventi militari: in questo angolo delle colline moreniche a sud del lago di Garda sono conservati 1800 teschi di soldati provenienti da diversi stati europei e di religioni differenti, che combatterono tra il 1848 e il 1866 durante la prima e terza Guerra d'indipendenza.
Si sale, tornando "alla vita", al ballatoio, che concede uno sguardo panoramico a 360° su quello che fu il campo di battaglia, su Custoza e i suoi dintorni, ricordandoci quanto questo sia un territorio tutto da scoprire, dalla natura incontaminata e dalle produzioni enogastronomiche di altissima qualità.
Dagli anni 2000, il compendio dell’Ossario e il colle che lo ospita sono stati oggetto di una rinnovata attenzione che ha portato, a partire dal 2016 (anno del centocinquantenario della battaglia del 1866), alla realizzazione del progetto museale.
Annessa all’Ossario vi è una costruzione civile, voluta all’epoca come residenza del custode del complesso, che svolse questa funzione sino al 2010. I piccoli locali al suo interno sono stati, ora, rivisti per ospitare le nuove sale museali previste nel progetto. Il visitatore si sposta tra le stanze e gli spazi dell’edificio come tra altrettante “stazioni”, tra i volti e i nomi, i tempi e i luoghi della battaglia.
Ad attendere il visitatore in due sale della Casa del Custode, sono alcuni testimoni diretti delle storie che vi si raccontano. E sono le loro voci e la loro presenza fisica a suscitare emozioni: due generali, un giovane ufficiale destinato a diventare uno degli scrittori più amati dell’Italia post-risorgimentale, un prete di campagna, un influente teorico dell’architettura. Sono loro che accompagnano, come vere e proprie guide, alla scoperta dei fatti e delle circostanze.
Nessun commento:
Posta un commento