CONTANO ANCORA I DANNI
MA LA COOPERATIVA LATTEBUSCHE
CHIUDERA' L'ANNO
IN POSITIVO
E' passato poco più di un mese dalla grande catastrofe che si è abbattuta non solo sull'alta provincia di Belluno. Ma i fatti di cronaca si accavallano con la politica, la nera, il gossip e i fdisastri accaduti in proncia di Belluno sembra siano passati nel dimenticatoio.
Non è così, naturalmente, per chi il disastri li ha vissuti da vicino come, per esempio, gli allevatori che, oltre al danno alle stalle e al bestiame, non hanno potuto conferire il latte ai raccoglitori.
Di questo è stato parlato nei giorni scorsi all'Assemblea dei soci della cooperativa Lattebusche, il grande caseificio, perla delle aziende bellunesi che, nonostante le avversità ha registrato un secondo semestre positivo come ha scritto la giornalista del Gazzettino, Eleonora Scarton, della quale riportiamo, qui avanti, l'articolo.
È stato un secondo semestre positivo quello che si sta chiudendo per Lattebusche in quanto il mercato, in netta ripresa, permette alla cooperativa di rifiatare anche in termini economici.
I numerosissimi soci del caseificio si sono riuniti in assemblea alla birreria Pedavena per capire l’andamento della cooperativa.
Antonio Bortoli |
«Abbiamo messo in commercio il latte più giorni, un alto pastorizzato che produciamo a Busche e il latte più giorni senza lattosio. Inoltre abbiamo dato avvio a tutta la produzione legata al latte biologico prodotto nelle terre alte fra Cortina e Sappada, sia come latte liquido biologico sia come trasformazione che viene fatta nello stabilimento di Padola - spiega ancora Bortoli
Abbiamo inoltre registrato un incremento di prodotto, in particolare del cremoso e del Penna Nera, oltre alla tenuta su determinati prezzi del Piave».
Durante l’assemblea di ieri non si è specificatamente parlato dei danni che l’ondata di fine ottobre ha causato anche alle aziende agricole legate alla cooperativa Lattebusche perché i produttori hanno fatto le loro ricognizioni e segnalato i danni ai loro canali.
«Sappiamo però che molte stalle hanno subito danni e che ancor oggi non sono quantificabili – chiude il direttore Lattebusche - Pensiamo alle aree più alte, alla situazione delle strade silvo pastorali o poderali. Sarà una conta lunga».
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