sabato 6 aprile 2019

Busta minatoria recapitata alla Lavazza Chiesti soldi per non inquinare il caffè

Busta minatoria 

recapitata alla Lavazza
Chiesti soldi 

per non inquinare 

il caffè

Una busta sospetta, con una richiesta di denaro, è stata recapitata  alla sede della Lavazza a Torino. Il mittente della missiva ha minacciato l’azienda di inquinare il caffè nel caso in cui si rifiutasse di pagare. 

Un tentativo di estorsione, dunque, partito dall’estero, per non inquinare il caffè. È questo il contenuto della lettera fatta arrivare nelle scorse ore al quartier generale della Lavazza nel capoluogo piemontese, in via Bologna. La lettera è stata spedita dal Belgio ed è stata scritta in inglese. Gli investigatori stanno valutando tutte le ipotesi; al momento l’unica pista che sembrerebbe da escludere, è quella anarchica.

(Busta minatoria recapitata alla LavazzaChiesti soldi per non inquinare il caffè)
La sede della Lavazza di Torino

All’interno della busta arrivata in azienda è stata introdotta una polvere, la cui sostanza non è al momento ancora stata identificata: la sede della Lavazza non è stata evacuata, tuttavia sette dipendenti sono stati messi in isolamento per aver inspirato la sostanza contenuta nella busta, perché lamentavano disturbi alle vie respiratorie. La polvere è stata consegnata all’istituto Zooprofilattico per gli accertamenti.

Si tratta del terzo plico recapitato a Torino nel giro di pochi giorni, dopo quello destinato alla sindaca, Chiara Appendino, e alla sede della Circoscrizione 6.

Nessun commento:

Posta un commento