La corsa delle materie prime. Aumentano
i prezzi
dei cereali
Secondo la Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite dedicata a cibo e agricoltura, l'indice dei cereali ha toccato il massimo storico da sette anni a questa parte. Colpa del Covid? Il commento di Coldiretti.
Iprezzi dei prodotti alimentari raggiungono un nuovo record mondiale. A certificarlo è la Fao, l'agenzia delle Nazioni Unite dedicata al cibo e all'agricoltura, nel suo ultimo Food Price Index che decreta gennaio 2021 come il mese in cui si è toccato un nuovo massimo da sette anni a questa parte. La crescita dei prezzi rispetto a dicembre 2020, invece, si è attestata al +4,3%.
Stesso trend al rialzo anche per l'indice dei prezzi dello zucchero (+8,1%) e degli oli vegetali (+5,8%), che raggiunge così il punto più alto dal maggio 2012. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti lattiero-caseari, l'indice Fao segnala un +1,6% (a causa di una massiccia campagna di acquisizione globale avviata dalla Cina per i festeggiamentgi del capodanno lunare) mentre si ferma al +1% la crescita dei prezzi della carne.
Gli effetti della pandemia
Sebbene l'aumento dei prezzi sia dovuto a situazioni contingenti, come gli scioperi in Argentina o l'eccessiva piovosità della stagione in Thailandia e Indonesia, non c'è dubbio che la pandemia abbia giocato un ruolo nella corsa agli accaparramenti. Uno sprint che secondo Coldiretti «sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese che è fortemente deficitario e ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities».
Proprio per i ritardi strutturali su questi fronti, a cui si aggiunge l'attesa per il Piano proteine nazionale a favore dell'alimentazione degli animali in allevamento, il rischio è quello di vanificare l'effetto positivo delle quotazioni sui mercati internazionali «che invece impattano molto più pesantemente sul lato dei costi per le imprese», sottolinea Coldiretti.
«Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni», ha affermato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. L'obiettivo è quello di beneficiare al massimo dal Recovery plan. E d'altronde i progetti non mancano: digitalizzazione delle aree rurali, recupero dei terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari dai cereali all’allevamento, dalla quarta gamma fino all’olio di oliva.
«Bisogna ripartire dai nostri punti di forza e l’Italia - ha concluso Prandini - è prima in Europa per qualità e sicurezza dell’alimentazione dove è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero». italiaatavola
Scambi commerciali e geopolitica
In aumento le quotazioni di cereali, oli vegetali e zucchero. Beni essenziali, commodieties che fanno girare l'economia e spingono i singoli Stati a fare scorta di derrate in uno scenario di riduzione degli scambi commerciali dovuto alla pandemia. In particolare, come sottolinea anche Coldiretti in una nota sul tema, a trainare la corsa dei prezzi è il mais che cresce del +11,2% a causa di una minor produzione rispetta alle attese del mercato statunitense, seguito da orzo (+6,9%) e frumento (+6,8%), che per converso alzano i prezzi come bene di ripiego rispetto al mais e a causa di una scarsità di prodotto proveniente dalla Russia (il cui raccolto è atteso per marzo).Stesso trend al rialzo anche per l'indice dei prezzi dello zucchero (+8,1%) e degli oli vegetali (+5,8%), che raggiunge così il punto più alto dal maggio 2012. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti lattiero-caseari, l'indice Fao segnala un +1,6% (a causa di una massiccia campagna di acquisizione globale avviata dalla Cina per i festeggiamentgi del capodanno lunare) mentre si ferma al +1% la crescita dei prezzi della carne.
Gli effetti della pandemia
Sebbene l'aumento dei prezzi sia dovuto a situazioni contingenti, come gli scioperi in Argentina o l'eccessiva piovosità della stagione in Thailandia e Indonesia, non c'è dubbio che la pandemia abbia giocato un ruolo nella corsa agli accaparramenti. Uno sprint che secondo Coldiretti «sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese che è fortemente deficitario e ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities».
Proprio per i ritardi strutturali su questi fronti, a cui si aggiunge l'attesa per il Piano proteine nazionale a favore dell'alimentazione degli animali in allevamento, il rischio è quello di vanificare l'effetto positivo delle quotazioni sui mercati internazionali «che invece impattano molto più pesantemente sul lato dei costi per le imprese», sottolinea Coldiretti.
«Per cogliere una opportunità unica abbiamo elaborato e proposto per tempo progetti concreti immediatamente cantierabili per l’agroalimentare con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni», ha affermato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. L'obiettivo è quello di beneficiare al massimo dal Recovery plan. E d'altronde i progetti non mancano: digitalizzazione delle aree rurali, recupero dei terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari dai cereali all’allevamento, dalla quarta gamma fino all’olio di oliva.
«Bisogna ripartire dai nostri punti di forza e l’Italia - ha concluso Prandini - è prima in Europa per qualità e sicurezza dell’alimentazione dove è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero». italiaatavola
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