Rischio inflazione?
Ne risentirebbe
il carrello della spesa
alimentare
Al di là delle cifre, però, il rischio è che l'aumento dei prezzi energetici (compresi quelli per le bollette di luce e gas) spinga l'inflazione erodendo quindi il potere di acquisto delle famiglie italiane.Come affermato dal ministro all'Economia, Daniele Franco nell'occasione della presentazione della Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) «l'aumento del costo dell'energia e il suo peso sull'inflazione è uno degli elementi di incertezza che grava sulla ripresa». Non a caso, secondo gli ultimi dati consolidati diffusi dall'Istat, se da un lato il reddito disponibile è aumentato nel secondo trimestre del 2021, in concomitanza con le riaperture di aprile, del +0,5%; dall'altro una crescita dei prezzi pari al +0,4% rispetto al trimestre precedente ha di fatto ridotto il guadagno in termini di potere d'acquisto da parte delle famiglie a un misero +0.1%.
Scorrendo in avanti il calendario e arrivando al mese di settembre, i dati Istat parlano di un indice provvisorio dei prezzi al consumo in aumento del +2,6% su base tendenziale con il carrello della spesa che fa segnare una variazione del +1,2% su base annua. «Gli effetti dell’aumento dei costi energetici rischiano di ripercuotersi sui costi che le famiglie dovranno affrontare nei prossimi mesi, con un impatto sulla capacità di spesa che potrebbe minare la ancor fragile ripartenza dei consumi. A questo si aggiunge la preoccupazione dovuta alla significativa pressione sui prezzi delle materie prime che rischia di riversarsi anche su diversi prodotti alimentari di base quali pasta, panificati, cereali, olii vegetali, e su filiere come ad esempio quella delle carni», ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e Ufficio studi di Federdistribuzione.
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