L’ANALISI SENSORIALE
PER UN’AZIENDA MIGLIORE
Chi genera un prodotto alimentare senza assaggiarlo è un folle. Su questo non c’è dubbio, provate solo a pensare quante volte un cuoco esegue questa operazione nel corso della preparazione di un pranzo per garantire un risultato apprezzabile. Ma una cosa è assaggiare, altro è fare analisi sensoriale.L’assaggio può anche essere compiuto da un giudice monocratico che non necessariamente deve relazionarsi con altri, può anche avere il piacere come obiettivo principale e ben difficilmente è validato statisticamente.
L’analisi sensoriale, invece, necessita di un gruppo più o meno numeroso: da cinque (per un panel di laboratorio davvero minimale) a centinaia – o migliaia – di giudici quando si tratta di test sui consumatori. Fermiamoci per un attimo al panel di laboratorio: alla base ci sta la precisa filosofia di un’azienda di elevare la qualità dei prodotti e garantirne nel tempo la fisionomia sensoriale.
Ma è solo questo il risultato che ottiene? No, ottiene molto di più. Se la costituzione e la formazione dei giudici viene fatta con criteri moderni l’azienda metterà insieme persone di diversi reparti che si conosceranno, capiranno che è importante giungere a un’identità di vedute, che l’accordo è possibile sempre. Non per nulla le scienze sensoriali sono usate sempre più nel team building, per fare lavorare meglio insieme le persone. Ma c’è altro: queste prenderanno coscienza dei prodotti dell’azienda, anche gli amministrativi impareranno ad apprezzarli e i commerciali acquisiranno notizie importanti per narrarli, il marketing nuovi elementi per posizionarli.
L’implementazione di un sistema sensoriale nell’impresa è quindi portatrice di una ricchezza che non solo mobilita verso il miglioramento dei prodotti, ma anche verso un clima aziendale migliore e una vita migliore dei singoli. Tutto questo a fronte di un investimento davvero modesto: due giorni di formazione sono sufficienti per iniziare, il resto verrà da sé, perché il ritorno è immediato e tangibile. Una recente ricerca ha messo in evidenza che tutte le aziende che fanno analisi sensoriale la rivolgono all’assicurazione qualità, oltre i due terzi alla creazione di nuovi prodotti, ma nessuna al miglioramento delle relazioni interne e all’attività commerciale. Su questo scarso utilizzo di una risorsa importante ci sarebbe da fare una riflessione: miopia o scarsa preparazione di chi forma e conduce il panel?
LUIGI ODELLO
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