lunedì 24 ottobre 2022

Lollobrigida e la sovranità alimentare

 

Lollobrigida 

e la sovranità alimentare: domande 

e risposte sul "nuovo" ministero

Il neo ministro dell'Agricoltura spiega perché il Ministero si chiama come quello francese. Dieta Mediterranea e prodotti artigianali in alternativa alla bistecca artificiale. «Niente autarchia». Valorizzare l'agricoltura come obiettivo primario del programma della destra che ha vinto le elezioni

di Alberto Lupini
direttore

La sede del ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Lollobrigida: la sovranità alimentare è difesa dei prodotti e tutela dei consumatori

Più chiaro di così il neo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare non poteva essere. «Ma quale autarchia? Anche Slow Food ha avuto parole di apprezzamento per la Sovranità alimentare», così aveva risposto Francesco Lollobrigida a chi, da sinistra, contesta una modifica al nome del Ministero che richiama nel lessico al campo del sovranismo, l’area conservatrice e di destra che in Europa ha sempre posto l’interesse della nazione al primo posto. E quindi cosa ci poteva essere di meglio se non utilizzare il plauso che era venuto da Carlin Petrin, storico fondatore e leader di Slow Food, nonché guru di tanta sinistra ambientalista e legata al mondo dell’alimentazione?

Un ministero di ispirazione francese

La destra ha vinto le elezioni con un suo programma chiaro e quindi è più che legittimo, anzi doveroso, che adatti anche i nomi di qualche Ministero alle sue scelte. Cosa che del resto hanno sempre fatto tutti i Governi della Repubblica. Se poi si tiene conto che quello scelto ora a Roma è il nome che attualmente ha l’analogo Ministero francese molte battaglie francamente di retroguardia potrebbero essere evitate.«Sa perché lo abbiamo copiato? Perché la Francia ha la capacità di difendere i propri interessi nazionali. E credo che ogni nazione dovrebbe avere il dovere e il diritto di difendere le proprie eccellenze alimentari». «Sovranità Alimentare non è un concetto fascista - ha poi chiarito - . Ma un principio che nazioni con governi socialisti hanno addirittura inserito in Costituzione: penso all’Ecuador, al Venezuela». Una risposta che forse dovrebbe mettere a tacere tutti e che non comporterà certo la messa al bando di ananas, banane o avocado, ma semmai una più decisa difesa delle nostre produzioni alimentari di qualità, soprattutto quelle ricercate nel mondo ed oggetto di taroccamento. Pensiamo solo a quel che pesa l’italian sounding nel mondo con prodotti come Parmesan o Prosec.

Lotta contro i cibi spazzatura

Oltre che promozione del Made in Italy a tavola, la sovranità alimentare può fra l’altro significare anche tutelare gli italiani rispetto ad abitudini che non fanno bene alla nostra salute (pensiamo al peso crescente dell’obesità, anche infantile) perché si seguono tendenze e mode spesso sostenute anche in congressi sul cibo in cui si immaginano futuri fantastici per le bistecche artificiali («mi fanno schifo», ha puntualizzato Lollobrigida) o per diete a basi di insetti. Tutte scelte rispettabili, e che magari in parte andranno adottate, ma che devono venire dopo la valorizzazione delle nostre produzioni artigianali, della valorizzazione del lavoro dei nostri contadini (da cui dipenderà anche la fine del degrado dei nostri fiumi o delle nostre montagne) o la promozione delle biodiversità al posto delle monocolture che finora hanno richiesto grande impiego di prodotti chimici. Non c’è ad esempio in gioco il mettere al bando Pokè, Sushi o panini con l’hambugher, ma solo valorizzare magari la Dieta Mediterranea o l’Evo, con vantaggio per il sistema Paese a livello di produttori e consumatori.

Fratelli d'Italia: niente è stato lasciato al caso

Più che sui nomi, che pure contano in tempi di Nutriscore e tentativi di mettere nell’angolo i prodotti italiani con il sistema a semaforo che piace a certi ambienti dell’industria alimentare del nord Europa, sarà quindi importante vedere come si muoverà il “politico” Lollobrigida in un campo dove il nostro Paese si gioca una partita fondamentale.

Il tutto senza dimenticare che il Governo Meloni non ha solo il primato della prima donna premier in Italia e della prima volta della destra a Palazzo Chigi. Per la prima volta volta da anni c’è infatti un partito (Fratelli d’Italia) che ha un progetto preciso e condiviso per cosa fare anche per valorizzare il settore primario della nostra economia. Come dire che l’agricoltura non è uno “spazio” da occupare e basta. Non si spiegherebbe perché la prima uscita pubblica di Giorgia Meloni dopo la vittoria elettorale sia avvenuta proprio a Milano ad una manifestazione della Coldiretti, perché abbia voluto per il suo partito un Ministero che la Lega rivendicava per un suo esponente, competente e capace come GianMarco Centinaio, e perché abbia voluto un uomo forte del partito, il politico a lei in assoluto più vicino (Francesco Lollobrigida ha sposato sua sorella). Se il neo Ministro avrà successo il futuro del Premier si consoliderà di sicuro. Iat

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