Mance col Pos
in crescita, ma sono ancora troppo poche.
E c'è il nodo commissioni
In Italia cresce l'uso dei pagamenti digitali e delle mance elettroniche, soprattutto in hotel, bar e ristoranti. Tuttavia, il 75% dei Pos non è ancora abilitato a riceverle in un contesto in cui si profila un aumento delle commissioni Bancomat che preoccupa gli esercenti, già alle prese con marginalità sempre più ridotte e con costi di gestione sempre maggiori
In Italia, l'abitudine di lasciare la mancia sta lentamente prendendo piede grazie all'introduzione di strumenti digitali e a una legislazione più favorevole. Negli ultimi due anni, il numero di commercianti che accettano mance digitali è aumentato del 24%, mentre le transazioni con mancia sono cresciute del 41%. Il trend è stato favorito dalla Legge di Bilancio 2023, che ha introdotto una tassazione agevolata, e dalla diffusione dei pagamenti elettronici, sempre più scelti nel nostro Paese. Tuttavia solo un Pos su quattro è abilitato a riceverle, senza contare che il previsto aumento delle tariffe Bancomat metterebbe ulteriormente in crisi un sistema che vede erodersi sempre più le proprie marginalità in commissioni.
Pagamenti col Pos: crescono in Italia
Nel 2024, le transazioni digitali in Europa hanno registrato una crescita significativa. Secondo l'Osservatorio Europa Cashless di SumUp, l'Italia si classifica al quarto posto con un incremento del 23,2%, superando Germania (+15,5%), Francia (+13,9%) e Regno Unito (+5,6%). L'uso della carta di credito e di altri metodi di pagamento digitale è in aumento soprattutto nei settori della ristorazione e dell'ospitalità: i pagamenti cashless crescono del 35,1% nei bar e nei club, del 28,1% nel turismo e del 27,8% in caffè e ristoranti, confermando una diffusione sempre più consolidata delle transazioni digitali.
L'uso crescente dei pagamenti digitali sta contribuendo alla diffusione delle mance anche in un contesto culturale come quello italiano, dove tradizionalmente il servizio viene compensato tramite il coperto o l'arrotondamento del conto. L'integrazione di strumenti di pagamento con funzionalità dedicate al “tipping” ha reso più semplice e immediato per gli esercenti ricevere e gestire le mance. Secondo SumUp, azienda fintech specializzata in soluzioni di pagamento digitale, l'introduzione della possibilità di lasciare una mancia tramite POS ha reso questo gesto più accessibile ai consumatori.
Pagamenti col Pos, spazio alle mance
La regolamentazione fiscale delle mance è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2023, che prevede un'imposta sostitutiva del 5% sulle mance ricevute dai lavoratori del settore privato, come quelli impiegati in ristoranti, hotel e bar. Fino al 2024, l'agevolazione riguardava fino al 25% del reddito annuo e si applicava solo ai lavoratori con redditi inferiori a 50mila euro. Con la Legge di Bilancio 2025, la percentuale di reddito soggetta a tassazione agevolata sale al 30% e la soglia di reddito per l'esenzione fiscale aumenta a 75mila euro.
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Uno studio condotto da SumUp su 1.500 esercenti italiani tra bar, ristoranti, hotel e barbieri ha evidenziato un incremento significativo nell'uso della funzione “Tipping” sulle soluzioni Tap To Pay, Solo e Solo Lite. Tra il 2022 e il 2024, l'incasso da mance è più che quintuplicato, con un aumento medio del valore della mancia del 7%. In particolare, gli hotel hanno registrato la crescita più significativa (+29%), seguiti dai barbieri (+13%) e dal settore della ristorazione (+8%). L'incremento maggiore nelle transazioni con mancia si è verificato negli hotel (+480%), nei ristoranti (+50%), nei bar (+37%) e nei fast food (+13%), mentre il settore dei barbieri ha registrato un calo del 12%. Inoltre, il valore medio della mancia aumenta con l'importo della spesa: gli acquisti superiori ai 100 euro hanno visto una crescita del 18% nell'importo delle mance.
Pagamenti digitali per le mance: mancano i Pos
Nonostante la crescita del fenomeno, la maggior parte degli esercenti italiani non utilizza ancora il Pos per incassare le mance. Attualmente, solo un Pos su quattro è abilitato a questa funzione, a causa sia di fattori culturali sia di un ritardo nell'adozione tecnologica. Tuttavia, il numero di commercianti che ha introdotto la possibilità di lasciare una mancia digitale è cresciuto del 24% negli ultimi due anni. Il settore fast food ha registrato l'incremento maggiore (+107%), seguito da hotel (+49%), ristoranti e caffè (+32%) e bar (+12%). L'unico settore in calo è quello dei barbieri (-8%).
Un dato, quello dei Pos non abilitati è un dato che già la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) aveva denunciato e messo sotto la lente di ingrandimento. «Il sistema - ha spiegato Roberto Calugi, dg Fipe - dei pagamenti deve applicare quanto previsto dalla normativa. Attualmente, circa il 75% dei Pos non è adeguato, poiché non consente di visualizzare la schermata per l'inserimento delle mance. Questo comporta una perdita di risorse importanti per i lavoratori. Da un lato, è necessario che gli imprenditori conoscano a fondo la normativa, ma dall'altro è essenziale che il sistema bancario e i sistemi di pagamento digitali si attivino rapidamente per garantire l'adeguamento e l'applicazione concreta della legge. Non è sufficiente che gli imprenditori facciano richiesta: i sistemi di pagamento dovrebbero essere aggiornati automaticamente, considerando che l'uso del Pos è obbligatorio e la mancata dotazione comporta sanzioni. Pertanto, se un cliente desidera lasciare una mancia con strumenti di pagamento digitali, deve poterlo fare senza difficoltà».
Pagamenti col Pos, commissioni al rialzo
Bancomat, il circuito italiano dei pagamenti, ha annunciato un aggiornamento del listino delle commissioni, inviato a banche e intermediari aderenti. Il nuovo prezziario, in vigore dal 1° luglio 2025, segna il primo adeguamento dopo oltre due anni e sta suscitando preoccupazioni nel settore per il previsto aumento delle tariffe. Tra le principali novità, la differenziazione delle commissioni in base al valore del bene acquistato: le tariffe saranno più basse per piccoli importi, come un caffè, e più alte per beni di lusso. Il listino include anche l'integrazione di nuovi servizi digitali, come gli accordi con Apple Pay e Amazon, e introduce future offerte per competere con i grandi circuiti internazionali. L'aggiornamento potrebbe comportare un aumento dei costi per i commercianti. Attualmente, le commissioni Bancomat incidono per lo 0,2-0,3% sulle transazioni, contro una media dello 0,7% per le carte di debito e dell'1,2% per le carte di credito. L'eventuale rialzo potrebbe avere ripercussioni sui costi operativi degli esercenti e sulla diffusione dei pagamenti digitali.
Aldo Cursano, vicepresidente vicario Fipe, però ha sottolineato come il rischio concreto sia quello che gli esercenti si trovino costretti a ribaltare sui clienti questi ulteriori aumenti: «Si continua a giocare sulla pelle di un sistema che è ormai ai limiti della sostenibilità. Se non ci diamo tutti una regolata, il risultato sarà inevitabile: come imprese, saremo costretti a trasferire l'aumento dei costi sul prezzo finale dei beni e dei servizi, con conseguenze negative per tutti. È evidente che offrire al consumatore la possibilità di scegliere la modalità di pagamento sia un principio giusto e doveroso. Tuttavia, ciò che risulta da sempre difficile da accettare per noi esercenti è il peso dei costi associati all'offerta di questi servizi e che, oltre ai costi operativi, ci venga richiesto di accollarci anche le commissioni sulle transazioni, aggravando ulteriormente la nostra situazione».
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