Iristoranti vegani di Lewis Hamilton chiudono i battenti nel Regno Unito. Dopo sei anni di attività, la catena Neat Burger - fondata dal campione di Formula 1 insieme a Leonardo DiCaprio - interrompe l'attività oltremanica, lasciando a casa circa 150 lavoratori. Una decisione inevitabile, maturata in seguito a una serie di difficoltà economiche e gestionali, che segna un altro momento complicato per il pilota britannico, alle prese anche con una fase poco brillante nella sua nuova avventura in Ferrari.
Il crollo di Neat Burger, la catena
di ristoranti vegani di Hamilton e DiCaprio
Neat Burger, ricordiamo, era nata nel 2019 con l'obiettivo dichiarato di proporre piatti vegani “deliziosi e sostenibili”, con un'idea forte alle spalle: unire l'etica alimentare e ambientale a un modello di business incentrato sulla ristorazione rapida e accessibile. La filosofia, perfettamente in linea con lo stile di vita adottato da Hamilton a partire dal 2017 - anno in cui è diventato vegano e ha fatto lo stesso per il suo bulldog Roscoe - non è però riuscita a tradursi in una formula redditizia. Dopo l'apertura a Londra, il progetto si era esteso anche a New York e Milano, ma già lo scorso anno il locale americano aveva abbassato la serranda, lasciando presagire una fase di ridimensionamento.
Quattro anni dopo, nel 2023, la situazione economica della catena aveva cominciato a vacillare in modo più evidente, con perdite sempre più consistenti. A fine anno, la società aveva annunciato la chiusura di metà degli otto ristoranti londinesi, provando a salvare le sedi più performanti. All'epoca, un portavoce spiegava: «Stiamo concentrando i nostri sforzi sui nostri ristoranti più performanti: crediamo che a volte sia necessario fare un passo indietro per fare un salto in avanti più grande». Una strategia che, almeno nelle intenzioni, voleva rilanciare il brand, ma che nei fatti ha solo anticipato il declino.
Perché Hamilton e DiCaprio stanno chiudendo
i ristoranti vegani?
Alla base del crollo, una combinazione di fattori: da un lato il numero di clienti, evidentemente insufficiente a garantire sostenibilità economica; dall'altro, problemi organizzativi e gestionali, come dimostra la vicenda del punto vendita di Camden, nella zona nord di Londra.
Nel 2023, infatti, il locale aveva ricevuto una valutazione di appena due su cinque per l'igiene alimentare, a seguito di un'ispezione. I gestori erano poi riusciti a sistemare le criticità, ottenendo successivamente il punteggio massimo, ma l'episodio aveva comunque lasciato il segno.
Dal punto di vista finanziario, i numeri parlano chiaro: Neat Burger ha registrato perdite per 7,9 milioni di sterline (oltre 9 milioni di euro) nel 2022, in netto aumento rispetto ai 3,2 milioni di sterline dell'anno precedente. Dati che hanno reso inevitabile la chiusura anche degli ultimi due ristoranti ancora attivi nel Regno Unito. In una nota diffusa dalla società, si legge: «Al momento non abbiamo ulteriori commenti da rilasciare, se non la conferma che l'azienda ha preso la difficile decisione di chiudere i suoi ristoranti nel Regno Unito».
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