sabato 21 giugno 2025

50 Best: ignorata la cucina italiana

 

50 Best e la premiazione 

a Torino: ignorata 

la cucina italiana

La classifica The World’s 50 Best Restaurants 2025 premia poco i ristoranti italiani. Dubbi sul metodo di valutazione e sulla scarsa rappresentanza tricolore, ma cucina italiana resta un simbolo di eccellenza accessibile


di Matteo Scibilia
Responsabile scientifico di Italia a Tavola

The World's 50 Best Restaurant 2025, per la prima volta in Italia al Lingotto di Torino, città e territorio che meritava un podio rilevante con una gastronomia e tradizione da fare invidia a tanti altri territori. La classifica dei ristoranti migliori del mondo però sembri non soddisfi il nostro settore e i tanti critici e giornalisti enogastronomici di casa nostra, e di certo tanti nostri cuochi. Infatti in vetta sono risultati: Mitsuharu Tsumura di Maido, a Lima. Secondo Asador Extebarri, Spagna, e terzo Quintonil, Città del Messico. Gli italiani salgono, migliorano qualche posizione, ma solo dopo le prime dieci posizioni. Solo sei italiani in classifica tra i 50 best. Solo un Icon Award a Massimo Bottura e Lara Gilmore.


50 Best Restaurants: premiazione a Torino, ma la cucina italiana viene ignorata

Una classifica che lascia dubbi e apre discussioni

Strano ma qualche considerazione è da fare. Intanto a questi giudizi sulla nostra cucina in qualche maniera ci siamo abituati, la Michelin che naturalmente sempre prona a premiare la cucina francese, non è sensibile al richiamo di una cucina sempre più tradizionale come la nostra, confermato da alcuni piatti iconici in nostri ristoranti stellati, come i paccheri al pomodoro di Vittorio o anche i tortellini dell’esuberante Bottura che spesso incanta i clienti con schegge di fantastiche annate di Parmigiano Reggiano e aceto balsamico.

Un sistema che premia l’élite ma dimentica l’identità

Ma di cosa stiamo parlando? Di 5/6 ristoranti di una fascia molto alta, sconosciuti alla maggior parte dei clienti/consumatori, in una realtà del nostro paese ricco di oltre 120.000 insegne? Il nostro Paese ha necessità di tali riconoscimenti?

50 Best e la premiazione a Torino: ignorata la cucina italiana

La cucina sud americana emerge ai vertici della classifica dei The World's 50 Best Restaurant 2025

Eppure proprio in questi giorni, il dibattito del nostro turismo si concentra sulle difficoltà di accoglienza da parte di molte nostre località, si parla e si identifica questo fenomeno con una parola inglese “overtourism” cioè ci sono troppi turisti, ma la stessa Fipe ci ricorda che molti, moltissimi turisti vengono e ritornano nel nostro paese, attratti dalla nostra offerta gastronomica e per la ricchezza dei nostri territori, in fondo vale ancora una vecchia storia, dalle Alpi alle Piramidi la nostra biodiversità è in grado di offrire e regalare emozioni da provincia a provincia. Senza parlare di vinoolio o formaggi.

La classifica dei 50 Best: cosa rappresenta davvero?

In fondo questa classifica dei “50 best cosa indica, cosa suggerisce al consumatore? Ma aggiungo, aggiungiamo cosa toglie al nostro comparto della ristorazione? Siamo sicuri che i giudici o gli ispettori del 50 best siano fermamente imparziali? Ma i Cracco, i Bartolini, i Canavacciolo, gli Oldani, i Pinchiorri che fine hanno fatto, forse non hanno in carta l’acqua minerale San Pellegrino? Più che una graduatoria sembra un racconto. Certamente il pensiero corre veloce a giudizi così malpensanti, non ci risulta però che ci siano frotte di turisti in Perù o in New Messico? Magari si vuole spostare una fetta di turismo verso altre località? Tante domande e tanti dubbi.

La forza della cucina italiana sta nel cuore 

e nella tradizione

Sulla rete scorrono giudizi che magari corrispondono a verità, la nostra cucina non è mai così elitaria, non si identifica con progetti tipo le alghe o le erbe, con pensieri creativi in molti casi poco decifrabili, la nostra è una cucina di cuore, di passione, saldamente legata e costruita su valori della tradizione, certo il cosiddetto “fine dining” non sembra che viva buoni momenti, ma è una difficoltà soprattutto di tipo economico, cioè di prezzi alti. Ed allora viva la ristorazione italiana con cuochi e materie prime di grande eccellenza che tutto il mondo ci invidia.

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