Ainizio maggio, il centro storico di Chiusi, in provincia di Siena, ha ospitato la settima edizione di Valdichiana Eating, trasformandosi in un vivace palcoscenico dedicato ai sapori e alle tradizioni della Valdichiana e della Val d'Orcia. L'evento ha offerto ai visitatori l'opportunità di esplorare stand di produttori locali a chilometro zero, partecipare a degustazioni di vini e oli, assistere a laboratori didattici e scoprire le eccellenze enogastronomiche del territorio. Ma non solamente, l'occasione è stata propizia, nel corso di una visita a un ristorante locale (Il Grillo è Buoncantore, osteria Slow Food) di conoscere uno strumento curioso e particolare: la cassetta di cottura. Uno strumento che non ha bisogno di fuoco per cuocere, ma sfrutta il calore e l'isolamento termico.
La cassetta di cottura, un contenitore quasi rivoluzionario nella sua apparente semplicità, è un dispositivo che permette di cuocere i cibi lentamente senza l'uso continuo di fonti energetiche. Questo metodo, risalente in realtà ai primi del Novecento, veniva utilizzato durante la Prima Guerra Mondiale per mantenere caldi i pasti dei soldati in trincea. Oggi, grazie all'impegno della cooperativa Filo&Fibra di San Casciano dei Bagni, la cassetta di cottura è stata riscoperta e adattata ai tempi moderni, diventando simbolo di una cucina sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Di una cucina che non necessita di fuochi o dispendi energetici.
Come è fatta e come funziona la cassetta di cottura
Uno strumento sorprendente nella sua ancestralità. La cassetta di cottura si rivela particolarmente adatta per piatti a lunga preparazione, come i ragù e i sughi, che acquistano così una bella profondità di sapore grazie a un metodo di cottura lento e delicato, che preserva tutte le qualità delle materie prime utilizzate nella ricetta.
Ma come funziona esattamente questo affascinante strumento? La procedura è semplice e sorprendentemente efficace: il cibo (un sugo, un ragù per esempio) viene inizialmente portato a ebollizione sul fornello, poi la pentola ancora calda viene inserita all'interno della cassetta, una struttura imbottita con cuscinetti di lana riciclata, ricoperta poi da una serie di lembi dello stesso materiale. Protetto da un ambiente termicamente isolato, il calore residuo continua a cuocere lentamente il contenuto, con un raffreddamento graduale di soli 2-3 gradi l'ora. Il risultato? Un processo di cottura che dura 4-5 ore senza ulteriore consumo di energia, con notevoli benefici in termini di risparmio energetico e impatto ambientale. Questo strumento può essere adatto anche per fermentazioni, o per mantenere a temperatura (caldi o freddi, a seconda dei casi) altre preparazioni. Al punto che anche il gelato, nella sua vaschetta, può 'resistere' 30-40 minuti all'interno della cassetta. Uno strumento utilizzabile tanto nelle cucine professionali (quelle, perlomeno, con un numero limitato di coperti) ma anche a livello domestico.
Filo&Fibra: artigianato e sostenibilità
La cooperativa Filo&Fibra si dedica al recupero della lana proveniente da tosature locali, trasformandola in materiali isolanti per le cassette di cottura. Queste ultime sono realizzate artigianalmente con legno e lana 100% naturale, promuovendo un'economia circolare e valorizzando le risorse del territorio. L'utilizzo della cassetta di cottura consente di risparmiare energia, ridurre le emissioni e preservare le proprietà nutritive degli alimenti, offrendo una soluzione pratica e sostenibile per la cucina quotidiana
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