venerdì 27 giugno 2025

Estate 2025: riaprono i rifugi

 

Estate 2025: riaprono i rifugi 

CAI e le malghe in Lombardia

In Lombardia riaprono 180 rifugi CAI e 870 malghe grazie al caldo estivo. Sostegno regionale e interesse dei giovani rilanciano il turismo di montagna, con l’invito del CAI alla prudenza e al rispetto delle strutture e della natura.Estate 2025: riaprono i rifugi CAI e le malghe in Lombardia

Fino ai primi di giugno c'era la neve, poi, all'improvviso con il gran caldo la montagna si è ripulita e così abbiamo aperto il rifugio». Ed è gran lavoro per Francesco Tagliaferri, gestore del Rifugio Nani Tagliaferri ai 2328 metri di Schilpario, in Val di Scalve.

Estate 2025: riaprono i rifugi CAI e le malghe in Lombardia

Il rifugio Nani Tagliaferri ai 2328 metri di Schilpario, Val di Scalve

Stesso discorso in tutte le altre vallate del Centro Nord. In Lombardia si sono aperti ufficialmente all'inizio del mese i 180 rifugi del CAI e delle Associazioni che punteggiano la catena delle Alpi e Prealpi.

Stagione quindi nel vivo, con decine di escursionisti ed appassionati già in quota soprattutto nei fine settimana. Il gran caldo ha favorito le prime scarpinate lungo i 6700 sentieri segnati nelle province di Bergamo, Brescia, Sondrio, Como, Lecco, Varese e Pavia.

Rifugi in 7 province

Ai 180 rifugi vanno aggiunte le 870 malghe e 26 alpeggi che coprono il territorio montano di 7 province. Una grande risorsa per il turismo estivo. Offrono originali prodotti tipici: dai salumi ai formaggimiele e marmellateortaggi.

A queste realtà, spesso indispensabili per mantenere vive le montagne, sono stati assegnati dalla Regione Lombardia 5 milioni di euro per l'ammodernamento e la riqualificazione delle strutture.
115 le domande presentate, 23 i progetti finanziari, a dimostrazione dell'interesse soprattutto da parte dei giovani per il ritorno a lavori a contatto con la natura e di salvaguardia del territorio.

E dal CAI (Club Alpino Italiano) agli escursionisti, il sempre utile appello-invito alla prudenza e a usare oltre che le gambe, anche la testa: «Quando si va in quota – ricordano gli esperti – occorre sempre informarsi sulle condizioni meteo, i possibili punti di appoggio in caso di necessità, avere attrezzature e abbigliamento adeguato (no tacchi a spillo e semplici scarpe di ginnastica) e mai strafare, perché la montagna rimane sempre lì, comunque, anche domani.»

Importante ricordare che i rifugi non sono alberghi a 5 stelle, ma strutture gestite, in molti casi, da volontari che fanno quel che possono – a volte anche i miracoli – per offrire un piatto caldo e un letto dove riposare.
Quindi: adeguarsi!

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