Giornata della ristorazione: finalmente voce a chi manda avanti l'Italia a tavola
Approvata alla Camera, la proposta di legge voluta dalla Fipe riconosce alla ristorazione il suo peso reale nell'economia e nella società, con oltre 328mila imprese e 1,5 milioni di lavoratori. Ma oltre alla celebrazione, la vera sfida sarà tradurre il riconoscimento simbolico in misure utili a chi vive ogni giorno il settore
La gagliarda idea, frutto di vision e di consapevolezza circa lo spessore che il comparto detiene nel sistema socioeconomico, risale già a tre anni fa: istituire la Giornata della Ristorazione. Si dà atto alla Fipe del suo lodevole ruolo promotore, del suo prodigarsi e delle conseguenti energie profuse a ché l'obiettivo fosse conseguito. Doverosità di cronaca e nessun autocompiacimento (chi si loda s'imbroda) ci impone di citare noi, Italia a Tavola, unica testata che ha firmato col suo direttore Alberto Lupini, insieme con le altre principali associazioni di categoria, i manifesti fondativi della Giornata della Ristorazione.
Un'iniziativa che ha avuto il merito portare allo stesso tavolo le maggiori associazioni professionali del settore sotto il coordinamento della Fipe, che rappresenta il mondo delle imprese. Dopo avere raccolto tutte le realtà dei cuochi, ora è obiettivo dei fondatori della Giornata allargare l'unione alle associazioni che si occupano della sala, dai sommelier ai maitre, così da raggiungere l'obiettivo di di una una piena rappresentanza a tutta la ristorazione.
Che cosa prevede la legge sulla Giornata
della ristorazione italiana?
La buona notizia, traguardo storico per il comparto e soddisfazione piena per i succitati soggetti proponenti, è che lo scorso 17 giugno la Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità la proposta della legge che istituisce la Giornata della Ristorazione. La legge, articolata in quattro articoli, istituisce ufficialmente la Giornata della Ristorazione nel terzo sabato di maggio di ogni anno (anno 2026, sabato 16 maggio).
In sintesi, l'articolo 1 stabilisce che la finalità è valorizzare e rafforzare il ruolo della ristorazione italiana nelle sue diverse forme e tipologie, perseguendo valori quali la relazione, la condivisione, il convivio e la comunità, senza tuttavia configurarsi come festività pubblica. In sintesi, l'articolo 2 prevede che il ministero delle Imprese e del made in Italy, di concerto con altri dicasteri e sentite le associazioni di categoria, promuova iniziative di approfondimento dedicate ai valori della giornata. Per ogni ricorrenza viene individuato un tema simbolico della ristorazione associato alle manifestazioni celebrative.
In sintesi, l'articolo 3 prevede che la Rai possa dedicare spazi adeguati ai temi della Giornata nella programmazione pubblica, in linea con il contratto di servizio 2023-2028 che impegna l'azienda a valorizzare le eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche italiane. In sintesi, l'articolo 4 stabilisce la copertura finanziaria complessiva di 45mila euro annui attraverso la riduzione del fondo speciale del Mef.
La Giornata della ristorazione per dare piena dignità a un pilastro del made in Italy
Con l'approvazione alla Camera, il provvedimento passa ora all'esame del Senato per il completamento dell'iter legislativo. Fipe-Confcommercio ha espresso grande apprezzamento per il risultato ottenuto, sottolineando come l'approvazione unanime riconosca la ristorazione quale straordinario valore sociale ed economico del Paese. Noi tutti auspichiamo un iter veloce di approvazione al Senato, per dare finalmente piena dignità istituzionale ad un settore che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy.
Tra l'altro, e la cosa non andrebbe sottovalutata, la ristorazione è parte integrante di quella cucina che il prossimo dicembre sarà proclamata dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. Altro auspicio è che l'istituzione della Giornata della ristorazione faccia meditare i ristoratori in accezione estesa sul ruolo strategico che le loro imprese rappresentano, e quindi non solo dal punto di vista economico, ma anche come ambasciatori della cultura italiana nel mondo e come alfieri delle tradizioni che rendono unico il nostro patrimonio enogastronomico e che, diversamente da quanto avviene in altri Paesi, ci fa reputare il cibo non come una commodity ma come nostro patrimonio valoriale collettivo.
Tre edizioni della Giornata, tre messaggi:
pane, ospitalità ed educazione
Un messaggio, quello lanciato con la Giornata della ristorazione, che negli ultimi tre anni si è tradotto in temi concreti e simbolicamente potenti. Protagonista della prima edizione, nel 2023, il pane: forza popolare della cucina italiana, elemento primario di condivisione. Nel 2024, seconda edizione, il focus si è spostato su economia e ospitalità, proprio mentre prendeva forma il disegno di legge che oggi muove i suoi passi in Parlamento.
La terza edizione, celebrata lo scorso maggio, ha invece posto l'accento sull'educazione, costruendo un ponte tra il mondo della scuola e quello della ristorazione, nella consapevolezza che il futuro del settore passa anche dalla formazione e dal coinvolgimento delle nuove generazioni.
I dati sul comparto della ristorazione in Italia
In attesa dell'approvazione, ricordiamo qualche dato e concediamoci qualche commento. Le imprese aventi a core business la ristorazione sono circa 328mila, di cui il 29% circa guidate da donne. Il tutto, considerando cioè le catene tipo Mc Donald's o Rosso Pomodoro, di oltre 400mila locali in Italia. I consumi alimentari fuori casa ammontano a circa 96 miliardi di euro (incremento del 2% circa anno 2024 su anno 2023). Gli occupati sono circa un milione e 500mila, con una leggera prevalenza delle donne (51%) sugli uomini (49%).
Le skills più richieste sono camerieri, cuochi e baristi. Circa il 77% delle imprese denuncia difficoltà di reperimento. Ergo, il 23% delle imprese non trova difficoltà. Un suggerimento alle 77 su 100: chiedete consigli su come si fa recruiting alle 23 imprese su 100. A tutt'oggi la ricerca di personale avviene mediante passaparola: “Conosci una persona che verrebbe da me a fare il cameriere?”. Oppure: “Conosci un amico che conosce una persona che verrebbe da me a fare il cameriere?”. Incredibile a dirsi, ma è così.
Verrebbe da dire, e però non lo diciamo... adesso che abbiamo fatto la Giornata della ristorazione, vogliamo “fare” i ristoratori? Concludiamo con un'arguta riflessione di Lino Stoppani, presidente della Fipe: «È arrivato il momento di evolvere dal concetto di made in Italy a quello di Sense of Italy, che unisca bellezza, competenze, tradizione e innovazione in una visione generativa capace di dare prospettiva al Paese».
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