Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese si presenta oggi con un’immagine rinnovata e una struttura più rappresentativa. Un cambio di passo avviato grazie al lavoro del nuovo consiglio di amministrazione e della presidente Francesca Seralvo, che dichiara: «È la prima volta che partecipiamo con uno stand consortile che ospita direttamente alcune aziende associate, e questo rappresenta un passo importante».
Il Consorzio ha approvato a febbraio il nuovo statuto, che introduce una maggiore rappresentatività per le aziende del territorio, consolidando la base istituzionale su cui costruire il futuro della denominazione. «Ci siamo concentrati su due aspetti fondamentali: uno legato al presente, l’altro proiettato verso il futuro», spiega Seralvo. «Il nuovo statuto è una base solida per lo sviluppo della denominazione e del nostro territorio».
Docg Classese: Pinot Nero e metodo classico
per distinguersi
Una delle novità più rilevanti è la modifica al disciplinare della Docg, con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio spumantistico dell’Oltrepò, fondato sul Pinot Nero, vitigno che qui ha trovato una delle sue espressioni più autentiche.
Il nuovo disciplinare prevede una base di Pinot Nero all’85%, a conferma della vocazione per il metodo classico di questo angolo di Lombardia. Contestualmente, la denominazione prende un nuovo nome: Classese, sintesi tra “classico” e “pavese”. «Il nuovo disciplinare ci soddisfa pienamente, sia dal punto di vista tecnico che strategico», sottolinea Seralvo. «Con il marchio Classese vogliamo portare l’eccellenza enologica dell’Oltrepò in Italia e nel mondo».
Oltrepò Pavese: promozione internazionale
e nuove sinergie
Il Consorzio è stato protagonista di diverse attività promozionali durante l’ultimo anno, con l’obiettivo di rafforzare la riconoscibilità del territorio sia sul mercato interno che estero. La partecipazione a eventi e appuntamenti professionali in Italia e in Europa ha avuto un ruolo centrale nella strategia. «Siamo stati a Wine Paris, a Slow Wine di Bologna e ad altri appuntamenti di riferimento», racconta Seralvo.
«Il riscontro è stato molto positivo: queste occasioni ci hanno permesso di consolidare la nostra presenza tra consumatori e operatori». Il rilancio della denominazione passa anche da una valorizzazione delle eccellenze agroalimentari locali, come il riso Carnaroli da Carnaroli pavese e l’asparago di Cilavegna, simboli di un territorio che dialoga tra vigna e cucina, creando sinergie con produttori, chef e realtà locali.
L’identità dell’Oltrepò al centro del futuro
Il progetto del Consorzio punta su una visione chiara: fare dell’Oltrepò Pavese un polo vinicolo riconoscibile, autorevole e competitivo nel panorama nazionale e internazionale. La chiave di volta sarà la coesione tra produttori, la valorizzazione del Pinot Nero e l’affermazione del marchio Classese come bandiera del metodo classico pavese. Il percorso è appena iniziato, ma la direzione è ben tracciata.
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