venerdì 31 ottobre 2025

Coperto al ristorante sì o no?

 

Coperto al ristorante 

sì o no? L’Italia divisa anche a tavola

In Italia il coperto resta una zona grigia del diritto: nessuna norma nazionale ne regola importi o limiti, lasciando ai ristoratori ampia libertà purché vi sia trasparenza nei menu. A fare eccezione è il Lazio, unica regione ad averne vietato l’addebito, riaccendendo il dibattito su una disciplina unitaria e sulla tutela del consumatore

Coperto al ristorante: il vuoto normativo e il caso del Lazio

Icoperto è una voce fissa di addebito che compare sul conto del ristorante e che serve a coprire i costi relativi a panetovagliato e stoviglieapparecchiatura e pulizia del postoAttenzione a non confondere il coperto con il serviziocorrispondente ad una percentuale (solitamente variabile tra il 10 e il 15%) legata al servizio del personale.

Cosa dice la legge sul coperto

La richiesta al cliente di costi corrispondenti al coperto non conosce ad oggi alcuna specifica disciplina per cui non può dirsi espressamente vietato né soggetto ad un prezzo massimoil ristoratore è libero di chiederlo purché chiaramente indicato nei prezzi espostisia sul menu all’esterno del localesia su quello consegnato al cliente prima dell’ordinecosì come imposto dall’art. 18 del Regio Decreto n. 635/1940 che sancisce il principio di trasparenza e correttezza dei prezzi.

Coperto al ristorante sì o no? L’Italia divisa anche a tavola

Coperto al ristorante: cosa dice la legge

Ne consegue che se non è indicatoil coperto non può essere addebitato al cliente che deve sapere prima di ordinare quanto pagherà. In tale contesto, in difetto di una normativa nazionaleRegioni e Comunisoprattutto quelli a vocazione turisticasono intervenuti nel tentativo di disciplinare la materia con propri provvedimenti.

Il caso del Lazio

Ad esempio, nei ristoranti del Lazio l’addebito del coperto è contrario alla legge. La legge regionale n. 21, datata 29 novembre 2006, all’articolo 16, comma 3, così stabilisce: «Qualora il servizio di somministrazione sia effettuato al tavolola tabella o il listino dei prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell’ordinazione e deve indicare l’eventuale componente del servizio con modalità tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblicoÈ inoltre fatto divieto di applicare costi aggiuntivi per il coperto». Ciò sul presupposto che, essendo un rapporto contrattuale consensuale quello tra il ristoratore e il cliente, quest’ultimo, ove non chieda un determinato servizio, non è obbligato a pagarlo.

Un quadro normativo ancora incerto

In definitivaal netto di divieti o limiti a livello localein assenza di un tetto nazionale sull’importoche quindi varia secondo localequalitàubicazionela voce “coperto” può essere legittimamente addebitata a condizione sia indicata in maniera trasparente nel menu o listino prezzi prima che il cliente ordini. È del tutto evidente che dinanzi ad un quadro normativo a tutt’oggi indefinito si impone la necessità di un intervento del legislatore nazionale.

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