L'amministrazione statunitense ha ufficializzato lo slittamento al 7 agosto dell'entrata in vigore dei nuovi dazi del 15% sulle importazioni provenienti dall'Unione europea, inizialmente previsti per il 1° agosto.
Lo spostamento temporale, spiegano fonti della Casa Bianca, ha l'obiettivo di «concedere più tempo all'attuazione tecnica delle nuove tariffe». La misura, fortemente voluta da Donald Trump, rientra nel piano di riequilibrio delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Paesi alleati, con l'obiettivo dichiarato di difendere l'industria statunitense e ridurre il deficit commerciale. L'elenco completo dei paesi colpiti dai nuovi dazi comprende circa 70 nazioni, tra cui figurano Regno Unito, Svizzera e Giappone. Per i Paesi non menzionati nell'elenco, si applicherà una tariffa forfettaria del 10%.
L'entrata in vigore dei nuovi dazi al 15% sulle importazioni europee rischia di avere ripercussioni significative per il settore agroalimentare, in particolare per le esportazioni italiane di formaggi, vini e prodotti trasformati. Il rinvio al 7 agosto concede qualche giorno in più agli esportatori per rivedere la logistica o valutare rotte alternative. Tuttavia, in assenza di esenzioni settoriali, molti operatori del Made in Italy rischiano di perdere competitività in un mercato fondamentale come quello statunitense.
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