Il turismo non si misura solo nei numeri delle grandi città e delle mete più battute. In Italia c'è chi lavora per riportare equilibrio e valore nelle aree interne, lontane dalle rotte affollate, dove accoglienza e qualità contano più delle logiche del mordi e fuggi. È questo il senso del Manifesto dell'ospitalità etica, promosso dalla startup Unexpected Italy e già sottoscritto da quasi 500 host tra ristoratori, albergatori, artigiani e produttori di tutta la Penisola. Per la ceo e co-founder Elisabetta Faggiana, vicentina, il documento è «una risposta concreta ai prezzi folli, fatta di radicamento, valore autentico e di rispetto per il territorio».
«Finché si continua a percepire il turista come un pollo da spennare - commenta Elisabetta Faggiana - non si può pretendere un'offerta equilibrata, autentica e con un buon rapporto qualità/prezzo. E il turista, oggi più informato e consapevole, che sia italiano o straniero, se ne accorge e non ritorna». A confermare l'interesse crescente per questa rete di ospitalità ci sono anche i nuovi ingressi, che spaziano da Il Casale al Colle sui Colli Euganei alla Trattoria dell'Acciughetta a Genova, da Palazzo Grillo e i Fratelli Levaggi di Camogli a Ca' Apollonio Hermitage a Romano d'Ezzelino (VI), fino all'Hotel Hassler di Roma.
Il tema dei prezzi è centrale, come ricorda l'altro co-founder, Savio Losito, originario di Barletta: «Il problema non è tanto pagare molto, ma pagare molto per avere poco. Il prezzo deve sempre essere commisurato all'offerta». Per questo Unexpected Italy punta a selezionare chi lavora con etica, passione e qualità, connettendo queste realtà a viaggiatori in cerca di esperienze autentiche, non del solito posto da cartolina o della meta instagrammabile. La leva, in questo caso, è tecnologica ma con un cuore profondamente umano. Faggiana e Losito hanno sviluppato una piattaforma che unisce un sistema di screening a una rete di raccomandazioni locali affidate ad abitanti ed esperti, veri custodi di un sapere prezioso, capaci di orientare i viaggiatori verso luoghi genuini e garantire continuità nell'offerta. Ad oggi l'app è già attiva in 13 territori italiani, tra cui Venezia, Roma, Torino, Padova, Vicenza e la Valle d'Itria, e si propone come un antidoto concreto alle trappole del turismo di massa. Un modo per ridare centralità all'ospitalità e, al tempo stesso, creare sviluppo nelle tante Italie che restano ancora fuori dai circuiti tradizionali.
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