Recentemente, la nuotatrice pugliese Elena Di Liddo ha denunciato pubblicamente una situazione insolita e controversa accaduta in una pizzeria di Bisceglie. La sportiva ha pagato un sovrapprezzo di 1,50 euro per aver chiesto la rimozione dei pomodorini dalla pizza ordinata. Questo episodio ha scatenato l'ennesimo dibattito di quest'estate sui costi aggiuntivi legati alle personalizzazioni delle pietanze nei ristoranti italiani.
Il messaggio sui social e la reazione del pubblico
Attraverso i social network, in particolare Instagram, Elena Di Liddo ha condiviso la foto dello scontrino con la voce del sovrapprezzo, accompagnata da un commento critico: definisce la pratica “triste e a tratti vergognosa”, chiedendosi se sia “al limite del legale”. Nel suo post, Di Liddo paragona questa situazione a quella di altre regioni italiane, evidenziando come certi comportamenti siano percepiti come anomali o poco trasparenti, soprattutto nel Sud Italia.
Sovrapprezzi in bar e ristoranti:
una prassi diffusa e controversa
Il caso solleva un tema molto discusso nel settore della ristorazione: il sovrapprezzo per le variazioni o personalizzazioni del menù. In molte pizzerie e ristoranti italiani è prassi addebitare un costo aggiuntivo se il cliente richiede modifiche agli ingredienti. Sebbene tale pratica sia legittima se comunicata in modo chiaro e trasparente, può generare confusione e insoddisfazione nei clienti, soprattutto quando si tratta di riduzioni o eliminazioni di elementi dalla pietanza.
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