Una birra italiana invecchiata
in botte di Cognac?
Si chiama Ring Light
e viene da Roma
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Lo staff di Jungle Juice Brewing |
Nato come beer-firm nel 2014 e diventato un birrificio strutturato nel 2016, Jungle Juice Brewing è oggi una delle realtà più riconoscibili della scena brassicola romana. Dalla taproom JJ Beer Bar, che affaccia direttamente sull’impianto produttivo, alla produzione di punta ispirata al mondo hop-forward americano, il progetto unisce visione, tecnica e voglia di sperimentare.
Tra le etichette speciali, merita una menzione Ring Light, una Belgian Strong Golden Ale da 11,2%, invecchiata 14 mesi in una botte da Cognac da 400 litri. Parte della linea “Dark Room”, si caratterizza per un profilo dolce e complesso - tra uva passita, canditi, vaniglia e miele di acacia - perfetta in abbinamento a formaggi erborinati o stagionati.
Cresciuto nel cuore di Roma, Jungle Juice Brewing è un birrificio artigianale indipendente che ha saputo imporsi in pochi anni nel panorama italiano grazie a uno stile personale, contaminato e coerente. L’idea nasce nel 2014 come beer-firm e si concretizza due anni più tardi con l’apertura di un impianto produttivo da 14 ettolitri e con una nuova struttura societaria, in cui la passione di Umberto Calabria si unisce alla visione imprenditoriale di Marco Mascherini e Claudio Lattanzi, oltre alla creatività di Emanuele Grimaldi.
Da beer-firm a birrificio: la spinta indipendente della capitale
Nel corso degli anni, Jungle Juice ha delineato un’identità chiara e riconoscibile, mantenendo saldo il proprio Dna urbano e contemporaneo. Il birrificio prende ispirazione dalla cultura brassicola americana - in particolare dalle birre luppolate - ma non rinuncia a incursioni nei classici stili belgi o a brassaggi non convenzionali.
Il 2024 ha segnato un nuovo traguardo, con una produzione annua che ha toccato i 3.000 ettolitri. Al timone della sala cotta, oggi, troviamo Umberto Calabria affiancato da Marco Gentilini, entrambi responsabili di una gamma che esprime tanto tecnica quanto personalità.
JJ Beer Bar: la taproom tra luppoli, acciaio e racconti
Uno degli spazi simbolo dell’universo Jungle Juice è JJ Beer Bar, taproom ufficiale e punto di contatto diretto tra il pubblico e il birrificio. La vetrata alle spalle del bancone affaccia sulla produzione, creando un dialogo immediato tra il visitatore e il cuore operativo dell’azienda.
Oltre alle 9 spine attive a rotazione, il locale propone un’esperienza completa, fatta di degustazioni guidate, visite all’impianto, laboratori e percorsi abbinati con piatti espressi. Un hub autentico in cui la birra viene raccontata, servita e vissuta.
Le birre: luppolo protagonista, ma non solo
Tra le etichette di riferimento, spicca Baba Jaga, una American Ipa da 7% diventata best seller: ambrata e aromatica, si distingue per le note di resina, frutta esotica, aghi di pino e pompelmo, bilanciate da un corpo avvolgente e ben strutturato.
Accanto a lei troviamo:
Ute - Keller Pils da 5%, ispirata alla scuola tedesca: pulita, floreale, equilibrata tra miele, crosta di pane e un finale amaricante secco;
Extra Life - Ddh Pale Ale gluten free da 5%, ottenuta da malti tedeschi e un blend luppolato di Talus, Citra e Mosaic;
Choose a Fucking Big Television - Double Ipa da 8%, intensa e massiccia, con aromi agrumati e tropicali su una base maltata capace di reggere l’urto aromatico.
Packaging e distribuzione
Le birre di Jungle Juice Brewing sono distribuite in fusti (polykeg e acciaio), lattine e bottiglie da 33 cl, acquistabili direttamente presso la taproom o tramite distributori partner. È attivo anche uno shop online aggiornato e accessibile.
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