domenica 22 giugno 2025

Oli vegetali in rialzo: vola la soia

 

Oli vegetali in rialzo: 

vola la soia, spinta 

dal petrolio 

e dal biodiesel Usa

In una settimana il petrolio guadagna oltre l'11% e l'olio di soia vola: +15% al CME, +9% in Europa. Aumenti anche per palma (+5%), colza (+4%) e girasole (+2%). Pesa la nuova proposta dell'Epa sul biodiesel [...]

    

L'impennata del prezzo del petrolio, cresciuto dell'11% nell'ultima settimana sia sul Wti che sul Brent, ha rimesso in moto le quotazioni degli oli vegetali, generando una volatilità marcata e tutta orientata al rialzo. I rincari sono evidenti+5% per l'olio di palma+2% per il girasole nei principali porti europei+4% per la colza a Rotterdam e, soprattutto, un balzo notevole dell'olio di soia, che negli Stati Uniti ha segnato un clamoroso +15% al Cme e un +9% nel mercato dell'Europa nordoccidentale.

Oli vegetali in rialzo: vola la soia spinta dal petrolio e dal biodiesel Usa

Soia alle stelle, colza e palma in scia: gli oli vegetali corrono ancora

Dietro al movimento dei mercati c'è l'eco della crisi iraniana, che ha agitato il comparto energetico e, a cascata, ha influenzato le principali commodity agrifood. A raccogliere i dati è Areté, che ogni settimana monitora l'andamento dei mercati con aggiornamenti basati su fonti autorevoli. Il rapporto parla chiaro: in pochi giornitutte le principali categorie di oli vegetali hanno registrato aumenti significativi, in linea con lo scenario di tensione globale e con le aspettative rialziste che tornano a farsi largo tra gli operatori del settore.

La dinamica più evidente, come annunciato, resta quella dell'olio di soia, che ha visto salire con forza le sue quotazioni in Nord America e in Europa, a fronte però di un aumento più contenuto del +3% sul mercato del seme. Un segnale, questo, che mostra quanto l'effetto trainante non sia tanto legato alla materia prima in sé, quanto piuttosto al contesto normativo ed energetico che ne influenza la destinazione.

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In particolare, un ruolo centrale lo ha avuto la proposta dell'Environmental Protection Agency statunitense, che ha messo sul tavolo per il 2026 e il 2027 obiettivi di miscelazione del biodiesel decisamente più alti di quanto si aspettassero gli operatori di mercato e perfino le stesse richieste dell'industria. «Obiettivi comunque in crescita di oltre il 65% rispetto ai livelli del 2025» si legge nel report Areté, che sottolinea come questa scelta abbia contribuito a innescare un'ulteriore spinta al rialzo in un contesto già favorevole a nuovi aumenti per l'intero comparto.

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