Guida de L’Espresso 2026: 21 ristoranti premiati con 5 cappelli
e 7 cantine al top
La Guida de L’Espresso 2026 svela ristoranti e cantine d’eccellenza, con 21 locali cinque cappelli e 7 cantine 110 cum laude, premiando grandi nomi, giovani talenti e chef donne. La guida racconta territori, vini e esperienze gastronomiche, evidenziando le tendenze e la centralità dell’ospite nel panorama italiano
Il Teatro Arcimboldi di Milano ha ospitato la cerimonia di presentazione delle Guide de L’Espresso 2026, dedicate ai migliori ristoranti e vini d’Italia. L’evento ha raccolto chef, produttori, giornalisti e operatori del settore, in un contesto che ha voluto sottolineare il valore culturale e sociale della gastronomia. Come sottolineato durante la presentazione, questa edizione si distingue per una selezione più mirata dei ristoranti premiati: dai precedenti 500, quest’anno la guida ne segnala 300, privilegiando l’eccellenza assoluta e una lettura più accurata dei territori italiani. «Vogliamo raccontare chi fa davvero la differenza in cucina e in enologia», hanno dichiarato i curatori della guida, evidenziando l’importanza di un approccio che unisca tecnica, identità e visione.
Cinque cappelli: i ristoranti al vertice dell’alta cucina
Sono 21 i ristoranti premiati con i cinque cappelli, il massimo riconoscimento della Guida de L’Espresso 2026, di cui sei hanno ottenuto il punteggio massimo di 20/20:
- Osteria Francescana - Massimo Bottura
- Cracco - Carlo Cracco
- Reale - Niko Romito
- Duomo - Ciccio Sultano
- Villa Crespi - Antonino Cannavacciuolo (per la prima volta)
- Madonnina del Pescatore - Moreno Cedroni (per la prima volta)
Tre ristoranti guidati da chef donne figurano tra i cinque cappelli:
- L’Argine a Vencò di Antonia Klugmann
- Al Gatto Verde di Jessica Rosval
- Dal Pescatore di Nadia Santini

Gli altri premiati comprendono nomi storici e consolidati come Antica Corona Reale di Gian Piero Vivalda, Piazza Duomo di Enrico Crippa, D’O di Davide Oldani, la famiglia Cerea di Da Vittorio, La Peca di Nicola e Pierluigi Portinari, Le Calandre di Massimiliano Alajmo, Enoteca Pinchiorri, Dalla Gioconda, Uliassi, La Pergola di Heinz Beck, Quattro Passi, e La Madia di Pino Cuttaia. Le motivazioni dei premi evidenziano elementi chiave come equilibrio tra innovazione e memoria, cura della materia prima, territorialità, tecnica culinaria e esperienza dell’ospite. Ad esempio, per Villa Crespi si sottolinea come la cucina di Cannavacciuolo sia «emozionale e tecnica, dove Nord e Sud dialogano in armonia», mentre per Piazza Duomo di Enrico Crippa l’attenzione è sulla «cucina rigorosa e visionaria, con orto biodinamico e estetica d’arte».
Cinque cappelli 2026: l'elenco completo
Ecco tutti i 21 ristoranti che hanno ottenuto i cinque cappelli:
I 110 cum laude: cantine d’élite e territori in evidenza
Sul fronte dei vini, sette cantine hanno ottenuto il massimo riconoscimento “110 cum laude”, simbolo di eccellenza enologica italiana:
- Alta Mora
- Castello di Ama
- Elvio Cogno
- Ferrari Trento
- Giovanni Rosso
- Podere Forte
- Tenuta Sette Ponti
Queste etichette rappresentano una sintesi tra identità territoriale, tecnica enologica e visione creativa, come spiegano i curatori della guida: «Ogni calice racconta una mano, un territorio e una storia». Tra i vini premiati spiccano il Barolo Docg Ravera 2021 e la Riserva Vigna Elena 2019 di Elvio Cogno, il Giulio Ferrari Rosé 2016 di Ferrari Trento e il Chianti Classico Gran Selezione Vigneto San Lorenzo 2022 di Castello di Ama, espressione di eleganza e precisione tecnica.
Premi speciali: nuovi talenti e innovazioni
L’edizione 2026 introduce riconoscimenti dedicati ai giovani e agli outsider, segnando una tendenza verso il rinnovamento della scena gastronomica:
- Miglior Giovane: Luca Adobati, Casa Romano
- Miglior Outsider: Alberto Gipponi, Dina
- Miglior Vino Spumante: Ferrari Trento di Matteo Lunelli
- Miglior Produttore Under 40: Casanova di Neri (ritirato da Marianna Neri)
Altri premi, orientati alla valorizzazione del territorio e dell’innovazione, comprendono: Miglior Vino Dolce, Miglior Vino Rosso e Bianco da uve autoctone, Miglior Cantina, Miglior Enologo, Miglior Area Vitivinicola, Vino Promessa, Miglior vino sotto i 15 euro, Miglior vino Orange. Anche nella ristorazione, emergono premi speciali dedicati alla sala e all’abbinamento cibo-vino: Miglior Maître, Miglior Sommelier, Miglior Team di Sala e Miglior Carta dei Vini. Questi riconoscimenti evidenziano la centralità della qualità dell’esperienza complessiva oltre alla sola cucina o al vino.
Analisi delle tendenze: cosa ci dice la Guida 2026
Osservando i risultati della Guida de L’Espresso 2026, emerge con chiarezza come il panorama gastronomico italiano stia vivendo un momento di rinnovamento della tradizione. Si nota una crescente attenzione verso il capitale umano: chef donne, giovani talenti e outsider trovano finalmente spazio accanto ai grandi nomi storici, portando nuove idee e approcci in cucina. La selezione più rigorosa dei ristoranti premiati, passata da 500 a 300 locali, riflette una volontà di concentrare l’attenzione sull’eccellenza autentica, evitando una valutazione eccessivamente dispersiva.

Anche nel settore del vino, la tendenza è chiara: i 110 cum laude non premiano solo la notorietà o la tradizione, ma la capacità di raccontare un territorio, un vitigno o una visione precisa. L’attenzione ai giovani produttori e alle interpretazioni innovative segnala una scena enologica italiana dinamica e aperta a nuovi linguaggi, senza dimenticare la qualità e il radicamento nella storia. In generale, la guida evidenzia come l’esperienza dell’ospite diventi sempre più centrale: non contano soltanto la tecnica o la materia prima, ma l’equilibrio complessivo di gusto, estetica e servizio.
Territori e identità culinarie
Guardando alla distribuzione geografica dei premi, si coglie subito la varietà dell’eccellenza italiana. Il Nord conferma la sua forza storica, con ristoranti e cantine in Piemonte, Lombardia e Veneto che uniscono tradizione consolidata e innovazione moderna. Il Centro, soprattutto Toscana, continua a rappresentare un punto di riferimento per la viticoltura e la cucina d’autore, mentre il Sud e le isole mostrano un fermento creativo in crescita, con chef capaci di raccontare i propri territori attraverso piatti e vini unici.

In questa mappa dell’eccellenza, non conta solo la posizione geografica, ma come ogni territorio riesca a esprimere la propria identità: dagli ingredienti locali alla tecnica, dal racconto culturale alla presentazione del piatto o del vino. La guida evidenzia così non solo i migliori locali, ma anche le diverse anime dell’Italia gastronomica, mostrando un equilibrio tra Nord e Sud e valorizzando le caratteristiche distintive di ciascuna regione.
La funzione culturale delle guide
Come sottolineato dagli organizzatori: «Le guide non sono solo classifiche. Raccontano storie, territori, identità e talenti emergenti». La Guida de L’Espresso 2026 conferma questo ruolo, andando oltre il mero giudizio qualitativo e diventando uno strumento di analisi delle dinamiche del food & wine italiano, con attenzione a sostenibilità, tradizione e innovazione. La Guida de L’Espresso 2026 rappresenta una fotografia dell’eccellenza italiana, mettendo in luce l’equilibrio tra memoria e innovazione, grandi nomi consolidati e nuove generazioni. Ristoranti e cantine premiati offrono una mappa aggiornata dei territori, dei talenti e dei vini d’autore, mentre i premi speciali segnalano la direzione futura del settore. Per appassionati, operatori e curiosi, la guida è uno strumento di lettura critica, capace di orientare scelte, creare percorsi gastronomici e valorizzare l’italianità nel mondo.


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