la grande scoperta

da una serie di casualità che, come per magia, cambiarono il corso degli eventi e dello stile di vita; gli esempi più classici sono Colombo, Newton, Stevenson etc.
È un destino simile quello che ha fatto dell'Amarone, uno dei prodotti più noti e strabilianti degli ultimi decenni. Frutto del caso, ha visto la "luce" in una cantina della Valpolicella, dove la dimenticanza umana favorì la completa fermentazione degli zuccheri in una botte di Recioto, togliendone la morbidezza e rendendolo "amaramente" imbevibile, per le idee di allora.

E così l'Amarone, sul cui futuro negli anni Ottanta ben pochi erano disposti a scommettere, ha scalato le vette delle classifiche dei vini prodotti in Italia.
Oltre dieci milioni di bottiglie, di cui 80% esportate in Europa e nel mondo, ne hanno fatto un portabandiera della cultura vinicola italiana; tanto che il giornalista S. Butchkiss, scrisse nel giugno '98: "Se la vostra esperienza vi ha insegnato che i vini italiani sono aspri, oppure insignificanti o privi di corpo, l'Amarone è pronto a farvi cambiare idea." (articolo apparso sul South China Morning Post del 26.06.1998).
L'Amarone è certamente uno dei migliori vini d'Italia, sicuramente il migliore del Nord Est.
Una cosa soltanto mancava all'Amarone (ma che comunque non toglieva nulla alle sue qualità) ed era quella "G" (di garantita) accanto alla Doc (denominazione d'origine controllata) che anche al meno importante bianco, Recioto di Soave, era stata conferita alcuni anni fa. La fascetta rosa di Docg era ormai inevitabile e non ha tardato a ornare il collo delle bottiglie di questo prezioso "nettare degli dei".
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Franco Tommasi dell'omonima cantina in S.Pietro in Cariano |
L'AREA DI PRODUZIONE.
La Valpolicella classica è storicamente nota per l'eccellenza dei suoi vini. Nel IV sec. d.C., Cassiodoro, ministro di Teodorico, re dei Goti, descrisse un vino ottenuto dall'appassimento, chiamato "Acinatico" prodotto nella Valpolicella (il cui nome, sembra, significhi proprio terra dalle molte cantine); senza dubbio si tratta di un antenato del Recioto e dell'Amarone.
Una valle, la Policella, con caratteristiche naturali morfologiche e geologiche ben distinte: il nord montuoso, il centro collinare e al sud alta pianura.
Le pendici dei monti Lessini, posti a nord come naturale protezione della valle, sono caratterizzate da terreni di natura morenica e in parte fluvio-glaciale e rappresenta una zona enologica felicemente influenzata dal lago più esteso d'Italia, il Garda, che addolcisce il clima e crea per la vite un habitat estremamente felice.
Nicoletta Brustolon
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