LE SCIENZE SENSORIALI
PER SCRIVERE NUOVI
CODICI RELAZIONALI
Siete in riunione on line, come si usa dire oggi. Sullo schermo tanti rettangolini con personaggi che si muovono e parlano. E due rettangolini neri sui quali compaiono semplicemente dei nomi (quando va bene, altrimenti neppure questi) con il microfono visibilmente disattivato.
La sensazione è di disagio: cosa staranno facendo? Chi ci sarà vicino a loro a seguire in incognito la riunione che dovrebbe essere riservata agli eletti (intesi come componenti di un qualsiasi organo di governo)?
Che in genere stiano facendo altro si rende evidente quando decidono di palesarsi per un intervento atto a fare registrare la loro presenza: per la maggiore parte delle volte è completamente fuori tono rispetto al momento psicologico del gruppo. Ma il danno l’hanno già fatto prima, con l’occultamento, deprimendo quella coralità che deve raggiungere il gruppo per prendere decisioni solidali.
A questo punto vi chiederete quale attinenza ha tutto ciò con le scienze sensoriali. È presto detto: la società evolve anche con l’intervento della tecnologia che porta in situazioni inedite per le quali si devono creare nuovi codici affinché la comunicazione possa avvenire in tutta la pienezza possibile. Un tempo questo codice si chiamava “educazione” e monsignor Giovanni Della Casa ne scrisse un intero libro nel 1551.
Un aggiornamento sarebbe quanto mai utile, ma visto che non possiamo più chiederlo al prelato, potremmo pensare di costruirlo attraverso la percezione rilevata mediante i metodi sensoriali, così come li usiamo per valutare l’usabilità di un software o l’efficacia di un narratore. Perché in tutti i casi sempre dalla percezione si parte. E se si sente sempre più l’esigenza di creare relazioni – per il semplice fatto che siamo terribilmente in deficit – occorre in primo luogo che le persone tornino a comprenderne il valore, ma poi è necessario dotarle di strumenti affinché possano tornare a essere in grado di donare e ricevere piacere dal contatto reciproco.
È nelle nostre abitudini fare seguire a ogni evento, si tratti di un corso o di un webinar o altro, un test di gradimento dei partecipanti, in certi casi sommario, in altri persino certosino. Da questi si rileva che sul successo di qualsiasi incontro pesa in modo determinante la capacità dei partecipanti di relazionarsi con gli altri secondo i criteri di un codice comune. Oggi in parte da riscrivere e in parte da recuperare.
Luigi Odello (direttore dell'Assaggio)
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