Viaggi e hotel, la truffa viaggia in Rete: ecco come non farsi fregare
Il 65% degli italiani è finito almeno una volta nel mirino delle truffe online e il turismo non è immune alle fregature. A cosa stare attenti? Evitare i bonifici, per esempio, e attenzione alle mail, spesso identiche a quelle “ufficiali”. In caso di dubbi, contattare direttamente la struttura
L’e-commerce, quella cosa un tempo quasi sconosciuta, poi divenuta consuetudine per molti e infine, causa pandemia e negozi fisici chiusi, letteralmente esplosa dal 2020 in avanti. Oggi viene davvero difficile trovare una persona (anziani esclusi, ma non per forza) che non abbia mai - e diciamo mai - fatto un acquisto online. Che si tratti di un libro, di un paio di scarpe, di una farina particolare o di una notte in hotel.
Eppure la questione sicurezza, che per tanti anni ha scoraggiato una grossa fetta di potenziali clienti dell’e-commerce, è ancora più viva che mai: le truffe ai danni di chi acquista in rete, infatti, non solo non sono mai cessate, ma con l’esplosione di questo nuovo modo di fare shopping sono cresciute in maniera esponenziale.
Il 65% degli italiani ha visto da vicino una truffa online
Secondo il 1° Rapporto Censis-DeepCyber, elaborato da Gruppo Maggioli sul tema della Cybersicurezza in Italia e presentato in Senato nell’aprile scorso, al 65% circa degli italiani è capitato di essere bersaglio di mail ingannevoli nel tentativo di convincere le potenziali vittime a condividere dati sensibili.
Messaggi di posta elettronica scritti in italiano perfetto e con una grafica praticamente identica a quella di aziende che tutti abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, che hanno ingannato migliaia e migliaia di persone portandole a compilare form che richiedevano dati sensibili che non andrebbero mai divulgati a terzi (non solo nome, cognome o numero di telefono ma, talvolta, anche iban bancario o numero della carta di credito).
Viaggi e case tra le truffe più comuni
Tra le truffe più comuni ci sono viaggi inesistenti o case fittizie, raggiri perfetti perché difficilmente l’utente che ci casca può verificare concretamente se si tratti o meno di qualcosa di vero o di una truffa online.
Non a caso la Polizia di Stato e Airbnb hanno rilanciato anche quest’anno una campagna di prevenzione per aiutare chi prenota online a riconoscere gli inganni e stare alla larga dai tentativi di raggiro più diffusi. Il rischio, come hanno spiegato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, è cadere nella trappola di siti “civetta” contraffatti o di singoli individui senza scrupoli che pubblicizzano pacchetti vacanze a prezzi scontatissimi, nascondendo vere e proprie truffe.
Fondamentale effettuare pagamenti senza cambiare sito
Nonostante i 6 milioni di annunci attivi disponibili a livello globale, su Airbnb i tentativi di truffa sono estremamente rari e un team di assistenza è disponibile 24 su 24 a supporto degli ospiti. Ma perché dunque il più famoso sito di home sharing è stato coinvolto dalla Polizia per redigere una guida online con le dritte per non sbagliare? Perché le frodi più comuni avvengono su altri siti ma il nome di Airbnb è utilizzato per adescare la potenziale vittima, perché è un marchio che trasmette fiducia.
Per questo è importante che sia i contatti tra host e guest sia i pagamenti avvengano sempre all’interno del sito o dell’applicazione stessi, come indicato dai termini di servizio. Airbnb infatti trattiene la somma al momento della prenotazione, riversandola al padrone di casa solamente 24 ore dopo l’avvenuto check-in.
Attenzione, sempre, ai bonifici
Un inciso: occorre fare attenzione, perché, come abbiamo detto, molto spesso le truffe appaiono in siti ufficiali di prenotazioni per le vacanze e non in portali fasulli creati appositamente per truffare le persone. Facile che il sito ufficiale non ne sappia nulla - ovviamente -, quindi meglio verificare con chi si ha a che fare e a chi viene fatto il bonifico.
Detto questo, il solo fatto che venga richiesto un pagamento con bonifico dovrebbe far saltare la classica pulce nell’orecchio. Di norma, infatti, gli anticipi vengono fatti con carta di credito e non con un bonifico bancario o postale. Pertanto, se viene chiesto questo metodo di pagamento, meglio diffidare e rivolgersi altrove per la prenotazione. Il rischio è quello di inviare dei soldi a qualcuno che, appena avrà incassato, sparirà nel nulla insieme all’albergo o alla casa che, in realtà, non sono mai esistiti.
Altre truffe studiate nei minimi dettagli
In altre occasioni viene clonato con sorprendente pignoleria il sito web di un albergo, finendo così per mettere nei guai sia il cliente sia il legittimo proprietario dell’hotel: se ci sono, ad esempio, 30 camere a disposizione e qualcuno ha venduto un centinaio di prenotazioni per lo stesso periodo di vacanza, la situazione diventa esplosiva. Consigliabile, pertanto, fare ricorso a qualche applicazione come CopyScape in grado di rilevare eventuali parti copiate da un altro sito.
Piuttosto diffuso il metodo del phishing, cioè delle false email per fare delle prenotazioni altrettanto inesistenti. Il potenziale cliente da truffare si trova davanti l’esatta copia dell’intestazione di un vero sito per vacanze e l’importo da inviare per la prenotazione, sempre attraverso bonifico. Come sopra, insomma.
Quando la frode arriva da un hotel vero
Infine, non mancano purtroppo i casi di chi ha veramente una struttura ricettiva ma 'gonfia' i suoi servizi negli annunci online vendendo quello che non ha: il ristorante che sembra una mensa aziendale, la piscina dove l’acqua arriva poco sopra le caviglie, le escursioni che, casualmente, non si possono fare perché l’accompagnatore si è ammalato, le camere sporche, il soffione della doccia arrugginito, ecc. Il tutto ad un prezzo da 4 stelle.
In questi casi specifici che si può fare? Per sapere come difendersi dalle truffe in hotel e case per le vacanze, bisogna partire da quello che il Codice del turismo, cioè la legge, chiama 'danno da vacanza rovinata'. La normativa prevede che quando c’è un inadempimento o un’inesatta esecuzione non di scarsa importanza delle prestazioni che formano oggetto del pacchetto turistico, il turista può chiedere, oltre ed al di là della risoluzione del contratto, un risarcimento del danno correlato al tempo di vacanza inutilmente trascorso ed all’irripetibilità dell’occasione perduta. Si tratta, quindi, di quei disservizi che trasformano un viaggio di relax e di piacere in un disagio continuo, come i casi che abbiamo elencato prima e che ledono l’interesse del turista di godere in modo pieno la vacanza che ha prenotato e che, in toto o in parte, ha pagato.
Quando e come richiedere rimborso e danni
Insomma, in questi casi la vacanza, invece di essere fonte di relax, diventa un vero e proprio incubo per il viaggiatore. Che ha dei diritti che può far rispettare in sede giuridica. Non a caso, la Cassazione ha stabilito che se un albergo non è nelle condizioni in cui è stato pubblicizzato sul catalogo e le fotografie non rendono l’effettiva situazione della struttura, al turista è dovuto il risarcimento del danno da parte del tour operator che ha organizzato il soggiorno.
Il risarcimento comprende non solo eventuali danni di natura economica (come, ad esempio, le spese sostenute per il soggiorno in un’altra struttura) ma anche il danno morale, per aver mandato in fumo un’occasione come quella di una vacanza, cui normalmente, oltre alle aspettative di divertimento, si legano anche quelle per il riposo e il recupero delle energie psicofisiche derivanti dall’attività lavorativa. Italiaatavola
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