Pizza e cinema, che nostalgia. Si spera in un domani "verde" per la riapertura
degli spettacoli
Fino al 15 gennaio cinema, teatri e sale concerto sono off limits. Eppure questo settore, fortemente connesso con quello di bar e ristoranti, ha applicato con successo le norme di sicurezza, ma non è bastato. Ora si attende con speranza una zona "verde/bianca" che possa permetterne la riapertura.
Come ha denunciato l’imprenditore della ristorazione Stefano Del Savio sulle colonne di Italia a Tavola nei giorni scorsi, i ristoranti hanno adottato tutti i dispositivi possibili di protezione per gli ospiti e il personale, con accessi controllati, distanziamento interpersonale, capienza massima consentita, plexiglass alla cassa. La sicurezza a livello di gestione. Un sistema che ha funzionato, nonostante la diffidenza istituzionale che con “l’apri e chiudi a intermittenza” ha portato al limite del crollo nervoso l’intero settore. Un analogo universo nelle stesse condizioni di quello dell’accoglienza, è il mondo di spettacolo e intrattenimento.
Dopo quanto proposto da Agostino Miozzo, direttore del Cts, e da Dario Franceschini, Ministro dei Beni culturali e del Turismo, si auspica nella creazione, dopo il 15 gennaio, di una zona bianca / verde dove, oltre all'assenza del coprifuoco e ad altre aperture, potrebbe esserci un via libera anche per musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto, attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e della Cultura. Questa naturalmente è un'ipotesi sotto analisi e riguarderebbe unicamente regioni con rischio di trasmissibilità molto basso - in relazione ai vari indicatori analizzati nel periodo tra il 15 e il 28 dicembre, ad oggi unicamente la Toscana).
Un’indagine elaborata sul territorio nazionale dall’Agis – Associazione generale italiana dello spettacolo su un campione interamente rappresentativo della pluralità dei generi e dei settori dello spettacolo dal vivo ha registrato, grazie alla App Immuni, un solo caso di contagio da Covid-19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle Asl territoriali. In seguito agli accertamenti sanitari è stata in seguito certificata la negatività di tutti gli spettatori entrati in contatto con questa persona.
Un settore virtuoso colpito con durezza
Un caso su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati (percentuale pari a 0%), con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (la riapertura dopo il lockdown) al 3 ottobre. Un settore virtuoso, che è stato però colpito come i bar, gli alberghi e i ristoranti, in quanto ritenuto carta moschicida. Quindi cestinabile.
I dati forniti dalla Siae - Società italiana autori ed editori con l’Annuario 2019 sono inquietanti. Gli eventi sono diminuiti del 64,18% nel primo semestre 2020, la spesa al botteghino ha fatto segnare -66,95%, quella del pubblico -72,96%, gli ingressi -61,62%. Nello specifico, tra gennaio e giugno 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, il cinema ha perso 169.300.170,00 euro di spesa al botteghino, i concerti 188.270.517,38, il teatro 114.680.513,12. Nel mondo dello spettacolo sono state cancellate circa 1 milione e 500mila rappresentazioni.
In totale la perdita della spesa al botteghino è stata di 847.072.919,16 e quella del pubblico (voce che comprende costi che si possono aggiungere al biglietto come prevendita o il guardaroba per i teatri) è stata di 1.785.139.363,11 euro. Con tutte le ricadute di filiera immaginabili. Basti pensare alla connessione con l’universo Horeca prima e soprattutto dopo ogni evento.

«Accanto al programma di vaccinazione previsto nel nostro Paese, con il nuovo anno è necessario un progetto di cura sociale per riaprire teatri, musei, cinema, biblioteche. Un’azione per tornare a praticare quella condivisione di esperienze culturali che è asse portante della buona salute di una società, soprattutto nei contesti di radicata tradizione democratica», ha dichiarato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano nell’ambito dell’incontro streaming “Ripartiamo dall’Arte e dalla Cultura” promosso da Intesa San Paolo e Il Foglio.
Se si aprivano i teatri e i cinema si dovevano fare altre concessioni
Allo stesso modo Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice artistica del Teatro Franco Parenti di Milano. «Il pubblico, quando noi abbiamo aperto, è venuto – ha ricordato online invitata dal Corriere della Sera per l’iniziativa “Il Bello dell’Italia” - In alcune serate, nell’arena dei Bagni Misteriosi, ci sono state mille persone distanziate. Il pubblico, anche quello di una certa età, vuole venire a teatro, con le mascherine, sa che non sta andando in giro, ma va a casa. Perché il teatro è anche la casa degli spettatori. Abbiamo avuto 75mila presenze da quando ci hanno permesso di aprire e non un contagio. Bene, esiste la politica, esiste il Governo, esiste il tenere duro; se si aprivano i teatri e i cinema, magari si dovevano fare altre concessioni. Non voglio discutere su quello che è stato fatto, ma bisogna rendersi conto che ha un peso».
E quando si parla di cultura l’aspetto non è solo quello economico. Come ha sottolineato Andrée Ruth Shammah le istituzioni si dovrebbero ricordare di quello che stanno togliendo alle persone. Le emozioni che dona il teatro vanno a riempire le solitudini.
In questo ambito, sicuramente più "salvaguardia" dal punto di vista psicologico, quindi senza una lotteria delle aperture, ma una maniera brutale nel considerarlo nella pratica quotidiana, come se non esistesse nel vissuto della società. Dal 6 novembre e, per ora, fino al 15 gennaio, cinema, teatri, sale concerto, musei sono off limits. Non si è ancora capito il perché, in quanto questo settore, come l’Horeca, ha applicato con successo le norme di sicurezza.
Dopo quanto proposto da Agostino Miozzo, direttore del Cts, e da Dario Franceschini, Ministro dei Beni culturali e del Turismo, si auspica nella creazione, dopo il 15 gennaio, di una zona bianca / verde dove, oltre all'assenza del coprifuoco e ad altre aperture, potrebbe esserci un via libera anche per musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto, attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e della Cultura. Questa naturalmente è un'ipotesi sotto analisi e riguarderebbe unicamente regioni con rischio di trasmissibilità molto basso - in relazione ai vari indicatori analizzati nel periodo tra il 15 e il 28 dicembre, ad oggi unicamente la Toscana).
Un’indagine elaborata sul territorio nazionale dall’Agis – Associazione generale italiana dello spettacolo su un campione interamente rappresentativo della pluralità dei generi e dei settori dello spettacolo dal vivo ha registrato, grazie alla App Immuni, un solo caso di contagio da Covid-19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle Asl territoriali. In seguito agli accertamenti sanitari è stata in seguito certificata la negatività di tutti gli spettatori entrati in contatto con questa persona.
Un settore virtuoso colpito con durezza
Un caso su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati (percentuale pari a 0%), con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (la riapertura dopo il lockdown) al 3 ottobre. Un settore virtuoso, che è stato però colpito come i bar, gli alberghi e i ristoranti, in quanto ritenuto carta moschicida. Quindi cestinabile.
I dati forniti dalla Siae - Società italiana autori ed editori con l’Annuario 2019 sono inquietanti. Gli eventi sono diminuiti del 64,18% nel primo semestre 2020, la spesa al botteghino ha fatto segnare -66,95%, quella del pubblico -72,96%, gli ingressi -61,62%. Nello specifico, tra gennaio e giugno 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, il cinema ha perso 169.300.170,00 euro di spesa al botteghino, i concerti 188.270.517,38, il teatro 114.680.513,12. Nel mondo dello spettacolo sono state cancellate circa 1 milione e 500mila rappresentazioni.
In totale la perdita della spesa al botteghino è stata di 847.072.919,16 e quella del pubblico (voce che comprende costi che si possono aggiungere al biglietto come prevendita o il guardaroba per i teatri) è stata di 1.785.139.363,11 euro. Con tutte le ricadute di filiera immaginabili. Basti pensare alla connessione con l’universo Horeca prima e soprattutto dopo ogni evento.

Tra gennaio e giugno 2020 il teatro ha perso circa 115 milioni di euro
«Accanto al programma di vaccinazione previsto nel nostro Paese, con il nuovo anno è necessario un progetto di cura sociale per riaprire teatri, musei, cinema, biblioteche. Un’azione per tornare a praticare quella condivisione di esperienze culturali che è asse portante della buona salute di una società, soprattutto nei contesti di radicata tradizione democratica», ha dichiarato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano nell’ambito dell’incontro streaming “Ripartiamo dall’Arte e dalla Cultura” promosso da Intesa San Paolo e Il Foglio.
Se si aprivano i teatri e i cinema si dovevano fare altre concessioni
Allo stesso modo Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice artistica del Teatro Franco Parenti di Milano. «Il pubblico, quando noi abbiamo aperto, è venuto – ha ricordato online invitata dal Corriere della Sera per l’iniziativa “Il Bello dell’Italia” - In alcune serate, nell’arena dei Bagni Misteriosi, ci sono state mille persone distanziate. Il pubblico, anche quello di una certa età, vuole venire a teatro, con le mascherine, sa che non sta andando in giro, ma va a casa. Perché il teatro è anche la casa degli spettatori. Abbiamo avuto 75mila presenze da quando ci hanno permesso di aprire e non un contagio. Bene, esiste la politica, esiste il Governo, esiste il tenere duro; se si aprivano i teatri e i cinema, magari si dovevano fare altre concessioni. Non voglio discutere su quello che è stato fatto, ma bisogna rendersi conto che ha un peso».
E quando si parla di cultura l’aspetto non è solo quello economico. Come ha sottolineato Andrée Ruth Shammah le istituzioni si dovrebbero ricordare di quello che stanno togliendo alle persone. Le emozioni che dona il teatro vanno a riempire le solitudini.
© Riproduzione riservata
di Gabriele Ancona
vicedirettore
vicedirettore
Nessun commento:
Posta un commento