L'Italia è uno dei Paesi al mondo in cui si producono più varietà di limoni. Tra esse ben sette hanno ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento di Indicazione geografica protetta (Igp).
Il gusto e il profumo di questo frutto color del sole entra nella nostra quotidianità in mille ricette, tradizionali e innovative e non solo: è nella cosmetica, nella farmacopea e nella liquoristica e caratterizza tanti paesaggi affascinanti, dalla Sicilia al Lago di Garda, come scrisse alla fine del '700 Johan Wolfgang Goethe nel suo celebre "Viaggio" definendo l'Italia "il Paese dove fioriscono i limoni."
Eppure il libro "Il Paese dei limoni; storie, profumi e sapori del re degli agrumi italiani" di Manuela Soressi (Trenta editore), presentato a Roma al Mercato Centrale, tra trionfi di limoni e freschissime limonate, è il primo dedicato a questo frutto magico, bellissimo e salutare.
Manuela Soressi e il suo libro Il Paese dei limoni“Il Paese dei Limoni”, storie di sette limoni Igp
L'autrice, giornalista e scrittrice, ha voluto precisare che il volume non voleva essere un trattato sulla sua biodiversità. «Sarebbe stato troppo tecnico e forse un po' noioso - ha spiegato l'autrice - Ma questo "superfood", disponibile in tutte le stagioni, meritava di essere raccontato con la sua storia, in modo facile, divulgativo, anche con aneddoti poco conosciuti, per restituirgli la sua identità, proprio come si fa per un personaggio famoso. Amo i limoni, ma l'idea del libro è nata per caso. Scrivevo un articolo in cui entravano in qualche modo i limoni e mi si è aperto un mondo. Vorrei contribuire a valorizzare questo frutto che tutti conoscono e apprezzano, ma poi chissà perchè quando vanno a comprarli si portano a casa quelli in retina, che vengono dall'estero, come dalla lontana Argentina o dal Sudafrica senza approfondire. O ancora peggio, senza sapere se sono stati trattati con sostanze chimiche per prolungarne l durata o preservarli dalle muffe. Spesso sono sottoposti a inutili maquillage, come la ceratura che li rende lucidi e belli, oppure a trattamenti sia sull'albero che sullo scaffale perchè il verde naturale si trasformi in giallo, colore, sembra, più gradito ai consumatori. È una distinzione meramente commerciale, in quanto i due tipi, verde e giallo, crescono sullo stesso albero, ma in stagioni diverse».
I limoni, dalla mixologia all'arte, passando per la poesia
Nel libro ce n'è tanto da leggere e da sapere. Buono, aromatico, ricco di oli essenziali e di vitamine, di un'acidità che conquista e che accetta contaminazioni, il limone è dissetante, digestivo, disinfettante, repellente per le zanzare. È materia prima per ogni barman (ma adesso in mixologia e in cucina è più fine definire zest la famosa scorzetta). I limoni sono nell'arte e nella poesia, associati al concetto di fedeltà del sentimento amoroso perchè producendo frutti tutto l’anno sono simbolo di costanza e una continuità. Non a caso Lucio Battisti nel 1986 cantava alla sua innamorata "...batte in me un limone giallo, basta spremerlo" seguito qualche anno dopo da Elias Canetti che scriveva " ....Per amor suo egli si è spremuto il cuore come un limone". Ma è anche un libro utile, oltre che piacevole, da leggere come un romanzo.
«Rappresenta anche un’opportunità di riflessione per tutti coloro che vogliono capire - ha scritto nella prefazione l'europarlamentare Paolo De Castro - E contribuire con la divulgazione a riscattare una ricchezza naturale tipicamente italiana».
Per l'autrice questo volume ha anche un significato importante: «Vuole anche valorizzare il lavoro dei tanti produttori che fanno fatica a presentare un'autentica qualità in un mercato dominato da criteri globali - ha spiegato - Soressi Si capisce l’amarezza dei limonicoltori italiani, stretti da una concorrenza internazionale sempre piú agguerrita. Bastino due numeri, forniti da Ismea: nel 2019 l’export ammontava a 48.000 tonnellate, ma l’import è stato piú che doppio. Così, oggi 27 limoni su 100 venduti in Italia sono d’importazione e non arrivano solo dall'area mediterranea (Spagna, il primo produttore europeo, oltre che Tunisia e Turchia), ma anche da mondi lontani. Insomma, oggi, come secoli fa, in Italia il limone rischia di tornare a essere un frutto esotico».
Nel libro si parte dalle origini del Citrus limon, albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutaceae nato chissà dove, forse tra India e Indocina, ma presente nell'antichità in varie civiltà. Icona del bacino del Mediterraneo, vi arrivò da migrante. Avrebbe intrapreso il suo viaggio verso Occidente al seguito delle carovane, passando per la Mesopotamia, la Persia, la Grecia e la Palestina per poi arrivare in Italia, portato dagli Arabi nel X secolo. Furono questi ultimi a dare un impulso importante alla coltivazione dei limoni, in quanto pianta ornamentale nei loro raffinati giardini, migliorandone le tecniche di coltivazione e la selezione varietale. E Colombo nella sua seconda spedizione lo portò nel Nuovo Mondo, contraccambiando il dono dell'introduzione nella vecchia Europa di patate, pomodori, peperoni, mais e di altri prodotti agricoli. Intorno al '600 cominciò una coltivazione intensiva, ma è un secolo dopo che diventò un vero business rivolto all’estero per merito degli inglesi: infatti dopo le osservazioni sullo scorbuto condotte dal medico inglese James Lind, dal 1795 i marinai della Royal Navy ebbero diritto a una razione giornaliera di succo.
La presentazione del libro di Manuela SoressiTante tipologie di frutto
Tante le tipologie del frutto: tondi od oblunghi, con l’umbone molto o poco pronunciato; piccoli come un lime o grandi come un cedro; dalla buccia sottile o spessa, liscia o rugosa, e dalla polpa piú o meno succosa. Tutte caratteristiche che nelle varie zone d’Italia hanno assunto declinazioni specifiche. E se il Femminello resta la cultivar maggiormente diffusa, ogni regione ha le sue tipicità, come l’Interdonato, nato in Sicilia dall’incrocio col cedro che porta il nome del colonnello che lo creò a metà Ottocento, o il Madernina, autoctono del lago di Garda, di piacevole acidezza, fragrante di oli essenziali, buccia sottile, perfetto per la produzione di liquori, marmellate e sciroppi.
Le 7 Igp italiane
Queste le 7 IGP italiane: Limone Costa d’Amalfi, coltivato su terrazzamenti dai marinai contadini della costiera, il famoso Limone di Sorrento che prospera sui graticci ventilati dalla brezza del Golfo, il pugliese Femminello del Gargano, C'è poi il Limone di Rocca Imperiale, privo di semi coltivato solo in quel comune cosentino, coltivato sui tipici pergolati. Generosa la Sicilia, la prima terra dove il frutto approdò: c'è il profumatissimo Limone dell’Etna, l'Interdonato di Messina, dolce e gentile, tanto da farsi gustare al naturale come una mela. E poi ci sono il Limone di Siracusa Verdello, il Limone di Siracusa Bianchetto o Maiolino e il Limone di Siracusa Igp Primofiore, che si raccoglie da ottobre a dicembre.
Di tutti viene tracciata una carta d'identità e non mancano i consigli per un'ottimale scelta e consumo in cucina con una serie di ricette della food blogger Ramona Pizzano. Iat
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