AL CONGRESSO NAZIONALE
DELL'ASSOCIAZIONE SOMMELIER
C’è aria nuova nell’Associazione italiana dei sommelier.
Il congresso nazionale di Firenze sembra avere tracciato una nuova linea che punta su una diversa immagine della figura del sommelier, meno autoreferenziale e più proiettato ad essere comunicatore e “mediatore” del vino. Dopo avere partecipato attivamente alla crescita dell’enologia italiana, per l’Ais si tratta di definire meglio ruolo e funzioni aprendosi un po’ di più al pubblico. Un percorso che secondo il presidente della sezione Toscana, Osvaldo Baroncelli, si può intraprendere «mettendo in risalto non solo la figura professionale del sommelier, ma confrontandosi con produttori e associazioni di categoria con i quali […] rafforzare sinergie e strategie di comunicazioni per meglio raggiungere il consumatore finale». E l’esperienza di Firenze (7mila partecipanti a convegni e degustazioni con 18mila bottiglie stappate) conferma che la svolta è in positivo.
Forte di 30mila associati (anche se solo il 10% svolge questo lavoro come professione principale) l’Ais è da tempo uno dei pilastri dell’enogastronomia italiana, ma finora era forse rimasta un po’ imbrigliata in un sistema autoreferenziale o legato ai corsi, che se da un lato hanno contribuito ad allargare la cultura del vino, dall’altro rischiavano di ingessare l’associazione.
Da tempo c’erano fermenti interni e anche nel recente passato non erano mancate polemiche su cosa dovesse essere l’Ais. Ma ora si avverte un clima diverso. Il rinnovamento in atto è frutto dell’abilità con cui il presidente nazionale Antonello Maietta è riuscito a dare una nuova luce e a delineare una nuova funzione per i sommelier, portandoli ad essere soggetti più tecnici, quasi istituzionali, e perciò capaci di dialogare con tutti. Molto resta da fare, soprattutto per quanto riguarda l’autonomia a tutti i livelli e la capacità degli uomini Ais, presenti in tutta Italia, di essere interlocutori diretti di tutti. Un obiettivo che fino ad oggi è stato difficile da raggiungere per il ruolo egemone esercitato dalla sezione romana che in qualche modo polarizzava l’immagine dell’Ais.
Il vero futuro dell’associazione dei sommelier lo si giocherà d’ora in avanti proprio sull’autonomia e sul coinvolgimento dei suoi migliori esponenti dei diversi territori, a partire magari dalla realizzazione della guida dell’associazione. E chissà che questo rinnovamento non porti ad una semplificazione fra le diverse anime e sigle in cui è diviso il mondo della sommellerie e degli assaggiatori italiani. Tutto il sistema agroalimentare non ne potrebbe avere che benefici.
Nessun commento:
Posta un commento