PREVISIONI PER LA FINE DELL'ANNO
VOLERANNO 4,2 MILIONI DI TAPPI
Secondo le stime, alla
fine del 2013 in
Italia si saranno consumate 140 milioni di bottiglie di
bollicine (158 milioni nel 2010, record assoluto),per un giro d’affari
vicino a 900 milioni di euro (-1,1%).
All’estero
All’estero
andranno 330 milioni di
bottiglie (210 milioni nel 2000), per un fatturato di 3 miliardi di
euro
La crisi economica non dà
tregua. Gli italiani non riescono ancora a vedere la luce in fondo al
tunnel. Per questo i consumi, compresi quelli alimentari, continuano
inesorabilmente a calare sul mercato interno. È vero anche, tuttavia, che
con l’avvicinarsi delle feste di fine anno a certe spese non si rinuncia.
Alcuni dei prodotti gastronomici che ogni anno, secondo la tradizione,
mettiamo in tavola durante i pranzi e le cene in
famiglia o con gli amici
sono diventati ormai simboli dello stare insieme in allegria.
Dal classico panettone
alle immancabili bollicine, dal cotechino fino al torrone, sono innumerevoli
le specialità made in Italy che caratterizzano le tavolate natalizie. In
particolare, uno dei mercati che a fine anno si animano maggiormente è
quello dei vini effervescenti, che sono senza dubbio portatori di allegria
e spensieratezza. Vediamo ora più nel dettaglio come si prospettano i consumi
di bollicine per la fine del
2013, prendendo in esame sia il mercato interno che l’andamento delle
esportazioni di spumanti italiani.
Italia e Francia a
confronto
Nel
interno, mentre per quanto
riguarda l’export si registra un buon
molto prossima a 35
miliardi di euro. Al primo posto tra i prodotti
alimentari troviamo il
vino con 5 miliardi di euro, seguito dall’ortofrutta
con 4,1 miliardi di euro.
Ma quello che servirebbe davvero è una
rimodulazione, revisione e
riformulazione dei consumi nazionali. Lo
afferma Giampietro Comolli
(nella foto), fondatore dell’Osservatorio
economico italiano dei
vini spumanti effervescenti (Ovse), che fa notare
come «la Francia, data per
spacciata, con gli stessi volumi di spedizione
di vini all’estero fattura
il doppio, e anche sul mercato transalpino la Plv
all’origine (in cantina) è
quasi doppia. Un grande Paese del vino, come
l’Italia, non può puntare
tutto sull’export».
Stime e bilanci di fine
anno
A ottobre-novembre,
solitamente i mesi “clou” per le scorte di bollicine, non ci sono
state novità eclatanti: tengono i vari Valdobbiadene Docg e
Prosecco Doc, come pure gli spumanti dolci generici e i Franciacorta.
Per la fine dell’anno, la parola d’ordine sarà comunque “bollicine”,
nonostante le previsioni parlino di meno di 85 milioni di bottiglie
stappate in totale (-5% rispetto al 2012), comprese le etichette estere.
In calo lo Champagne,
soprattutto cru intermedi e di largo consumo: «quelle etichette - spiega
Comolli - che in Italia per 20 anni hanno avuto fortuna spuntando
anche il 25-30% in più di prezzo al consumo rispetto a mercati come
Olanda, Germania e Austria». Il Cava è crollato: per le feste di fine anno
saranno stappate meno di 200mila bottiglie,
ormai quasi totalmente
destinate ai bar degli alberghi.
Tra gli italiani, il Valdobbiadene Docg, nei
fatidici 30 giorni di fine anno, vedrà stappare - fra
consumo domestico e fuori casa - intorno a 18 milioni di bottiglie,
mentre per il Prosecco Doc saranno quasi 28 milioni (per il 75% come
consumo domestico). In ripresa i tappi a fungo dolci nazionali Docg
(Asti e Brachetto), che insieme conteranno
oltre 12 milioni di
bottiglie vuote. Tengono Franciacorta e Trentodoc (e altre denominazioni di
metodo Classico), con 9 milioni di bottiglie.Ancora leggermente in
crescita il consumo di spumanti generici.
Lucio Tordini
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