ATTENTI ALLA TRANSIZIONE
Ogni tanto qualcuno si sveglia e ci dice
che stiamo correndo troppo.
È successo in passato, qualche riflessione
è stata fatta e qualche risultato è stato ottenuto.
È tempo che succeda nuovamente, ma in una forma nuova, perché oggi non si tratta
solo di rallentare, ma anche di ordinare per giungere a stili di vita sostenibili. Sì, la
sostenibilità è sulla bocca di tutti e quindi non possiamo esimerci dal citarla, ma noi
siamo egocentrici e prima di tutto pensiamoche per raggiungerla i primi a dover essere
sostenibili siamo noi.
Negli ultimi trent`anni siamo stati inondati a più riprese di innovazioni tecnologiche
che prima ci hanno connessi, poi iperconnessi, ma parallelamente non abbiamo
avuto un medesimo incremento
del nostro cervello, né qualcuno ha pensato
di offrirci un modello
intellettuale in grado di gestire la nuova dimensione.
Un tempo le comunicazioni
viaggiavano in parte via posta, impiegando una
settimana per fare pochi
isolati, e in parte per telefono, a caro prezzo. Oggi
viaggiano in Internet a una
velocità folle e il telefono non costituisce più un
problema di budget. Non solo,
ma attraverso questi due mezzi sono aumentati
in modo esponenziale i canali: mail, chat, messaggi, call, Webinar e social.
E non li abbiamo neppure citati tutti.
Tutto questo mette in
pericolo la nostra sensorialità che richiede tranquillità e
attenzione. Ma alla pari
anche l’innovazione che non viene più considerata un
mezzo per migliorare la qualità della vita, ma uno strumento per diventare sempre più
efficienti.
In questa gara che vede l'enfasi del virtuale, l'epopea del digitale e
l'approccio
telematico come un grandioso gioco di società al quale siamo
tutti obbligati, rischiamo di
perdere il senso dell`orientamento in una comunità
che premia la superficialità
nel segno che la conoscenza dei nuovi codici è più
importante della capacità di
individuare con saggezza come impiegarli.
Di certo tutto questo ha un
impatto rilevante anche sulle scienze sensoriali:
oggi possiamo fare test a migliaia di chilometri di distanza standocene comodamente
seduti nel nostro ufficio, elaboriamo gigantesche matrici di dati in una manciata di
secondi,
possiamo trasferire la conoscenza in remoto, in diretta o in
differita. Ma mai come ora è importante non dimenticare che noi operiamo mediante
persone e, più
precisamente, attraverso il loro sistema sensoriale in cui il
cervello è deputato al prelievo e all’elaborazione dei dati, nonché alla restituzione dei
medesimi
attraverso il linguaggio.
Occorre quindi guidare la transizione
in modo da consentire al cervello di adattarsi al nuovo.
LUIGI ODELLO
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