La Sicilia è un territorio completo. Certo, un’isola con spiagge e località balneari. Ma non solo. È molto di più. È ricca di storia, cultura, tradizioni e varietà naturali. Nelle sue zone interne si alternano vallate, colline, foreste, catene montuose e tanti altri scenari di rara bellezza e di incommensurabile importanza geologica. Proprio per preservare la ricchezza e l’importanza di questi territori, nel corso degli anni sono stati istituiti i Parchi regionali naturali di Sicilia. Sono ben quattro: il Parco dell’Etna, il Parco delle Madonie, il Parco dei Nebrodi e il Parco Fluviale dell’Alcantara.
L'Etna da Giardini Naxos - Foto Andrea Peri PioDue zone per il Parco dell'Etna
Il Parco dell’Etna è stato il primo a essere istituito in Sicilia, nel 1987. L’Etna non è soltanto il vulcano attivo più alto d’Europa, ma una montagna dove sono presenti colate laviche recenti (in cui non si è ancora insediata alcuna forma di vita) e altre antichissime, su cui si trovano formazioni naturali di grande importanza. Per proteggere questo ambiente naturale unico e lo straordinario paesaggio circostante, marcato dalla presenza dell’uomo, il Parco dell’Etna, che si estende dalla vetta del vulcano sino alla cintura superiore dei paesi etnei, è stato diviso in due zone.
Nella zona ‘A’, 19.000 ettari, quasi tutti di proprietà pubblica, non ci sono insediamenti umani. È l’area degli grandi incontaminati, regno dei grandi rapaci tra cui l’Aquila Reale. In quest’area l’obiettivo del Parco è consentire alla natura di svolgere il suo corso limitando al minimo l’intervento umano.
La zona “B”, 26.000 ettari, è formata in parte da piccoli appezzamenti agricoli privati ed è contrassegnata da splendidi esempi di antiche case contadine, frugali ricoveri per animali, palmenti, austere case padronali, segno di una antica presenza umana che continua tutt’ora. In questa zona l’obiettivo del Parco è incoraggiare gli agricoltori, anche con sostegni finanziari, a continuare a svolgere le loro attività tradizionali e impedire che questo straordinario patrimonio culturale vada disperso sotto una colata di cemento e di seconde case. Oltre alle zone di Parco A e B, c’è un’area di pre-parco: 14.000 ettari per consentire anche eventuali insediamenti turistici sempre nel rispetto della salvaguardia del paesaggio e della natura. Nel rispetto delle esigenze di conservazione dei valori naturali e delle attività di fruizione, in tutto il territorio del Parco è presente una fitta rete di sentieri che, attraverso una conoscenza dei valori naturalistici, scientifici e culturali, consente ai visitatori di comprendere la necessità di preservare ecosistemi ed habitat eccezionali anche attraverso attività ricreative, escursionistiche e di tempo libero. I sentieri etnei si sviluppano in gran parte su colate laviche recenti e storiche, in aree boschive e in ambienti privi di vegetazione arborea, nonché su terreni sottoposti da antica data ad attività rurale, presentando pendenze spesso mutevoli conseguenti alle morfologie dei luoghi.
Madonie: il lago Mandria del Conte Isnello - Foto Angelo MerlinoIl Parco delle Madonie, 15 comuni della provincia di Palermo
Il Parco delle Madonie, istituito nel 1989, comprende parte del territorio di 15 comuni della provincia di Palermo. Ha un’estensione di quasi 40.000 ettari con un territorio che si presenta abbastanza vario ed articolato che va da pochi metri sul livello del mare fino a quasi 2000 metri di altitudine. Per l’elevata valenza geologica, con rocce di circa 220 milioni di anni, il parco fa anche parte, dal 2001, della rete Europea dei Geoparchi, anche rete Globale sostenuta dall’Unesco. Presenti, quindi, sentieri geologici, speleologici (grotte, abissi), sentieri geologici urbani, dove è possibile ammirare fossili di alghe, spugne e coralli, supportati anche da un museo geologico “Geopark” dove attraverso una serie di installazioni didattiche, immagini, plastici, campioni di rocce e di fossili, è possibile ripercorrere l’evoluzione degli ambienti madoniti lungo una storia di 220 milioni di anni. Presenta un’elevata biodiversità, specialmente a livello floristico. Sono infatti presenti più di 1800 specie vegetali tra cui l’Abete delle Madonie la cui popolazione naturale è rappresentata da 30 piante uniche al mondo. Sono presenti, inoltre, più di 60 specie di orchidee spontanee e diversi esemplari arborei che per la loro dimensione, età o forma rappresentano dei veri e propri monumenti naturali che raggiungono anche i mille anni di età.
Madonie, il Pizzo Canna - Foto Peppuccio BonomoAnche dal punto di vista faunistico è presente una elevata biodiversità: circa 130 specie di vertebrati terrestri, tra cui tutti i mammiferi che popolano la Sicilia, più di 90 specie di avifauna tra cui 4 coppie di Aquila Reale per la quali, nel sito di Piano Farina, è stato realizzato un apposito sentiero che consente di osservare una delle coppie nel proprio habitat di caccia e di nidificazione. Il parco offre anche altre diverse attrazioni come l’osservatorio astronomico, i parchi avventura, la possibilità di percorrere in gommone dei fiumi come nelle gole di Tiberio e di Gazzara, maneggi ed agriturismi, dove assaggiare i piatti tipici realizzati con i prodotti del territorio, alcuni certificati e garantiti dal Parco con il proprio marchio “Paniere Natura” relativo a prodotti biologici realizzati nel rispetto dell’ambiente.
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Il Parco dei Nebrodi, l’area protetta più estesa della Sicilia
Istituito nel 1993, il Parco dei Nebrodi rappresenta l’area protetta più estesa della Sicilia e tra le più vaste a livello europeo. Fanno parte dell’attuale perimetrazione i territori di 24 Comuni tra Messina, Catania ed Enna, con un’estensione complessiva di oltre 85.000 ettari. I monti da cui prende il nome si affacciano a nord sul Tirreno e a sud verso l’Etna. Il suo territorio sorprende chiunque con visioni paradisiache di rigogliosi e suggestivi boschi, ampi e verdi pascoli d’alta quota, silenziosi laghi e torrenti. La vegetazione è caratterizzata dalla tipica macchia mediterranea sempreverde. Oltre i 1200-1400 metri di altitudine si trovano poi le faggete, splendide formazioni boschive che coprono tutto il crinale dei Nebrodi. Tra le specie del sottobosco, oltre all’agrifoglio, al pungitopo, al biancospino e alla daphne, si riscontra il tasso, specie relitta assai longeva che sopravvive in condizioni microclimatiche molto localizzate.
Il bosco di Mangalaviti nel Parco dei Nebrodi - Foto G. FabioDi grande rilievo l’impegno del Parco dei Nebrodi, ente presente e ben radicato sul territorio, nel ruolo di catalizzatore delle politiche di sviluppo locale: l’obiettivo finale è quello di assicurare la crescita economica e sociale delle popolazioni dei Nebrodi, nell’intento di valorizzare operatori e produttori locali rispettosi della sostenibilità ambientale. In tale ottica l’ente ha avviato una serie di progetti per valorizzare le produzioni locali, promuovere l’educazione all’ambiente e alla sostenibilità, sia con la partecipazione a fiere nazionali ed estere, che con una intensa azione presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, finalizzata a sostenere la coscienza civica e ambientale delle giovani generazioni. Importanti parternship vedono il Parco offrire i propri servizi di promozione in prestigiose location, per sostenere e valorizzare al meglio quella che gli Arabi definirono “l’Isola nell’Isola” ovvero un unicum di grande bellezza e pregio dal punto di vista naturalistico, storico e culturale.
Nelle gole dell'AlcantaraIl Parco dell'Alcantara, un concentrato di ricchezze naturalistiche
Infine vi è il Parco dell’Alcantara, istituito nel 2001, che prende nome dall’omonimo fiume e si estende tra la provincia di Catania e quella di Messina. Un vero concentrato di ricchezze naturalistiche, geologiche e storiche, nonché di paesaggi mozzafiato che rendono l’intera area uno dei luoghi più affascinanti e spettacolari della Sicilia. Il fiume Alcantara (dall’arabo “Al quantarah”, ovvero “il ponte”) nasce sui Monti Nebrodi e scorre per 57 km fino alla sua foce, che si trova a Capo Schisò. Esso dà il nome al territorio che lo ospita, il Parco Fluviale dell’Alcantara. Il Parco racchiude all’interno della sua area dodici comuni, tre appartenenti alla provincia di Catania e nove ricadenti nella provincia di Messina. Grazie alla particolare posizione geografica e alla conformazione del suo territorio, il Parco Fluviale dell’Alcantara ospita una fauna particolarmente ricca e interessante. Il fiume Alcantara conserva ancora lungo le rive ambienti naturali integri e diversi, nei quali vivono molte specie di interesse naturalistico. Tra i macroinvertebrati si riscontrano principalmente insetti, crostacei, molluschi e altri gruppi più rari.
Un vortice nell'AlcantaraNelle acque rinveniamo varie specie di pesci, quali la tinca, la trota, la carpa e la gambusia, quest’ultima introdotta dall’uomo per la lotta biologica alla malaria. Nel tratto terminale del fiume s’incontra anche l’anguilla. La lucertola campestre, insieme alla lucertola muraiola, sono i rettili più comuni. Tra gli uccelli, si rilevano il falco pellegrino, l’Aquila Reale e la poiana, mentre fra i rapaci notturni si segnala la presenza del barbagianni e del gufo comune. La vegetazione è rappresentata da una lussureggiante e rigogliosa flora mediterranea che si distingue per la bellezza delle sue tonalità e varietà botaniche diverse ma omogenee che si manifestano in tutte le stagioni. Presenze eccellenti, che vanno dai faggi alle querce centenarie, passando per pini, castagni, platani, cipressi, olmi, aceri e tante altre, fino ad arrivare, lungo il corso d’acqua, ai folti e verdeggianti tappeti di felci.
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