domenica 23 luglio 2023

Il Palio di Siena: cultura, tradizione e...

 

Il Palio di Siena: 

cultura, tradizione 

e patrimonio 

di un'intera città

(foto Mauro Agnesoni)
Il Palio non è una rievocazione storica, ma è parte integrante della vita dei senesi. Un momento in cui la città si trasforma e un'esperienza da vivere almeno una volta nella vita. Scopriamone, allora, la storia e i segreti

di Claudio Zeni
    

IPalio di Siena non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: esso fa parte integrante della storia cittadina e del popolo senese nei molteplici aspetti in cui si è diversificato durante i secoli. La parola palio deriva dal latino “pallium” - drappo, assegnato nel Medioevo come premio al vincitore di una corsa di cavalli disputata in occasione di una tradizionale tipica festa nei liberi comuni del Nord e Centro Italia.

Il Palio di Siena: cultura, tradizione e patrimonio di un'intera città

Il Palio di Siena (foto Mauro Agnesoni)

Il Palio di Siena, la festa di una città

A Siena la corsa di cavalli in onore della Vergine Assunta – venerata come regina della città - era la “festa nazionale” della Repubblica. Il Palio, infatti, era il momento culminante delle celebrazioni dell’Assunta in programma il 15 agosto, al termine della cerimonia dell’offerta dei ceri alla Madonna da parte delle città, terre e castelli sottomessi alla Repubblica di Siena.

Questa corsa detta “Palio alla lunga” si svolgeva su un tracciato lineare che partiva da un luogo fuori le mura della città e arrivava davanti al Duomo, come testimonia il documento più antico risalente al 1239. I cavalli utilizzati nel Palio erano i cosiddetti “barberi” (cioè berberi), cavalli di razza che, soprattutto nel XV secolo, appartenevano ad eminenti signori e nobili di tutta Italia: di Cesare Borgia, degli Este, dei Malatesta, dei Gonzaga, dei Colonna e di Lorenzo il Magnifico.

Nel 1633, a causa della peste che imperversava nella Penisola, i signori italiani non inviarono, come era loro consuetudine i loro barberi a Siena per il tradizionale Palio dell’Assunta alla lunga. Pertanto la Balia, il principale organo di Governo indipendente della Repubblica di Siena decise, in sostituzione di quello, di far correre il 15 agosto un Palio alla tonda in Piazza del Campo dalle Contrade con i cavalli.

Fu soltanto nel 1656, ma più correttamente nel 1659, stando a quanto riportato dal Collegio di Balia, che si decise con una delibera della Biccherna di accettare la proposta dei Deputati della Festa di Provenzano di stabilire che il Palio venisse corso ogni anno, anche ‘in onore della Visitazione di Maria a S. Elisabetta’, ovvero il 2 luglio, data nella quale si celebrava il miracolo della Madonna di Provenzano, alla quale era stata innalzata una magnifica basilica ed alla quale dedicare la corsa. In tale anno venne dunque istituzionalizzato il Palio del 2 luglio con la regola fondamentale che a vincere il Palio è il cavallo e non il fantino: “Che quel cavallo che sarà il primo a passare il palco dell’Illustrissimi Signori Giudici doppo la terza girata della Piazza, quello s’intenda haver guadagnato e meritato il Palio”.

Il Palio di Siena: cultura, tradizione e patrimonio di un'intera città

Un momento del Palio di Siena (foto Mauro Agnesoni)

Per festeggiare la propria vittoria nel Palio del 2 luglio la Contrada dell’Oca nel 1701 decise di far “ricorrere” un Palio. Ottenuta l’autorizzazione, la corsa fu disputata il 16 d’agosto, perché il giorno precedente – l’Assunzione della Vergine – si teneva ancora l’antico Palio alla lunga. L’esempio dell’Oca fu seguito immediatamente dalle altre Contrade, e già l’Onda nel 1703, “in dimostrazione d’allegrezza del Palio da essa vinto” di luglio, ottenne di far ricorrere un Palio il 16 agosto “ad effetto d’accompagnare la pubblica Festa della città che si celebra il giorno dell’Assunzione di Nostra Signora”. Il Palio d’agosto è dunque dedicato alla Madonna Assunta, ma si corre tradizionalmente il giorno 16 per i motivi suddetti.

Nello stesso anno venne abolita la “frusta di sovatto” – una sorta di gatto a nove code – in uso dai fantini fin dagli inizi e fu ammesso solo il nerbo (uno scudiscio ottenuto da un fallo di bue essiccato), quello che ancora oggi è lecito.

Il primo Regolamento del Palio, in 16 articoli, fu quello emanato dalla Biccherna il 7 maggio 1721, mentre in precedenza ad ogni Palio veniva affisso un bando composto da cinque o sei punti che dettavano le norme da osservare di volta in volta. Il Regolamento si rese necessario principalmente per fissare il numero di Contrade partecipanti in dieci per volta, poiché si era “riconosciuto non esser praticabile far correre diciassette Contrade alla volta”. Si rese così necessario provvedere a stabilire le Contrade partecipanti mediante un’estrazione a sorte, che si cominciò a tenere per ogni Palio. Quelle “rimaste nel bossolo”, cioè non estratte, avrebbero potuto partecipare di diritto al Palio successivo, senza distinzione tra luglio, agosto o altra data eventuale. Da allora in avanti si procedette così fino al 1747, quando le Contrade partecipanti al Palio d’agosto furono estratte tutte e dieci a sorte. Quindi il meccanismo delle Contrade non sorteggiate che correvano di diritto il Palio successivo riguardò solo i Palii di luglio, mentre per quelli di agosto si continuò con l’estrazione di tutte e 10 le partecipanti. Fu solamente dal Palio d’agosto del 1805 che il metodo di estrazione a sorte delle Contrade seguisse lo stesso di luglio e da quella data si è proceduto così fino ad oggi.

Ogni Contrada è un territorio a sé

Il territorio della città di Siena è diviso tra le sue mura in Terzi: Città, San Martino e Camollia al cui interno vi sono diciassette Contrade con confini stabiliti nel 1729 dal "Bando di Beatrice Violante di Baviera" Governatrice della Città; tali confini sono tutt'ora vigenti e sono una delle basi della legislazione contradaiola. Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio direttivo presieduto da un Priore, che in una Contrada ha il titolo di Rettore e in un'altra quello di Governatore.

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Entro il loro territorio le Contrade possiedono una chiesa e una sede storica dove viene custodito tutto il patrimonio storico-artistico e culturale pervenuto nei secoli: dai drappelloni conquistati ai dipinti e gli affreschi, dagli antichi costumi fino a quelli in uso odierno, le antiche bandiere, l'archivio documentale e tutto quanto concerne la vita della Contrada nella sua dimensione antropologica. A Siena il Palio si vive tutto l’anno trovando però il suo massimo momento di ‘vita’ nei cosiddetti ‘giorni del Palio’ a cominciare dalla mattina del 29 giugno (per il Palio di luglio) e quella del 13 agosto quando si procede alla "Tratta", cioè all'assegnazione per sorteggio dei cavalli alle dieci Contrade partecipanti al Palio. Dopo la "Tratta", viene effettuata nel pomeriggio la prima Prova, poi nei giorni a seguire verranno corse le ulteriori cinque Prove delle quali, quella serale della vigilia del Palio prende il nome di "Prova Generale" e l'ultima, corsa la mattina del Palio, viene detta "Provaccia".


La tradizione in Piazza del Campo

Il complesso meccanismo della festa raggiunge il suo culmine con lo scoppio del mortaretto che annuncia nella Piazza del Campo l'uscita dei cavalli dal Cortile del Podestà detto "Entrone", dove ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo oppure ostacolare gli avversari durante la corsa. Dopo il saluto al Palco delle Comparse, i fantini avvicinano i cavalli alla "Mossa", ossia il punto dove sono stati tesi due canapi all'interno dei quali saranno chiamate ad allinearsi le Contrade. L'ordine di entrata, mentre nella Piazza regna un assoluto silenzio in un'atmosfera surreale, è stabilito dalla sorte secondo un meccanismo di estrazione attuato segretamente all'ultimo minuto e letto ad alta voce dal "Mossiere"; la decima e ultima Contrada entrerà "di rincorsa" quando lo riterrà più opportuno decidendo così il momento della partenza e l'abbassamento dei canapi. Se la Mossa è valida i cavalli dovranno compiere tre giri di Piazza (1000 metri circa) e solo al primo arrivato sarà riservata la gloria della vittoria. Chi vince è infatti il cavallo anche se conclude la carriera "scosso", cioè senza fantino perché è caduto. A seguire i contradaioli in giubilo ricevono il Drappellone al grido di "daccelo!! daccelo!!" indirizzato al "cencio" come affettuosamente viene chiamato il Palio e con quello, il fantino in trionfo e il cavallo si recano alla Basilica di Provenzano per il Palio di luglio o al Duomo per quello di agosto, per cantare solennemente il "Maria Mater" di ringraziamento alla Madonna. E' uno spettacolo unico, da brivido, un caleidoscopio di colori, di bandiere, di tamburi rullanti con tutto il popolo della Contrada in festa.

Poi ogni occasione sarà buona per ricordare alla città la vittoria conquistata sul Campo, fino all'autunno quando nel rione vittorioso e addobbato a festa, si svolgerà la "Cena della Vittoria" alla quale parteciperanno migliaia di contradaioli e, al posto d'onore, il cavallo vittorioso, vero e proprio ammirato eroe. Il Palio è una parodia della vita, con le sue speranze le gioie e i suoi dolori, è una battaglia dove uno vince e festeggia ed è padrone della città e chi perde “va a letto” si dice a Siena, una celebrazione secolare alla quale partecipa tutto il popolo senese e che ogni anno attrae e affascina migliaia di visitatori e stranieri da tutto il mondo.

Da una lungimirante idea di Guido Iappini, allora Rettore del Magistrato delle Contrade, nel giugno 1981 è nato il Consorzio per la Tutela del Palio di Siena come società cooperativa a responsabilità limitata e quindi, tra l’altro, iscritto alla Camera di Commercio. La decisione, presa a seguito della manifestazione unanime delle Assemblee Generali dei Popoli delle 17 Contrade convocate in contemporanea, determinò la nascita di un soggetto autonomo qualificato a salvaguardare all’interno e all’esterno l’immagine e la dignità del Palio, capace giuridicamente di essere il “braccio operativo” del Magistrato ed in grado di operare anche finanziariamente.

Dove dormire a Siena

Grand Hotel Continental

Nel Palazzo Gori Pannilini, edificato intorno al 1501 su edifici preesistenti e presumibilmente realizzato nella forma attuale da Papa Alessandro VII, membro della potente famiglia dei Chigi, come dono di nozze per sua nipote Olimpia e il nobile Giulio de’ Gori nel 1677, il Grand Hotel Continental è l'unico hotel 5 stelle nel centro storico di Siena. Lo splendore degli spazi interni, impreziositi da inestimabili oggetti di antiquariato e dai pavimenti in cotto, splendidamente segnati da 500 anni di aristocratico calpestio, lo rendono un luogo raffinato e lussuoso in cui soggiornare per scoprire i tesori di Siena. Ognuna delle 51 camere e suite è un capolavoro ispirato al gusto della nobiltà del Cinquecento, la cui eleganza è in grado di soddisfare le aspettative del viaggiatore moderno catapultandolo in una sontuosa residenza privata con i servizi di un hotel 5 stelle lusso.  Al Grand Hotel Continental l'eleganza, l'arte e il fascino della storia si trovano anche ai tavoli del ristorante gourmet Sapordivino, del Lounge Bar by Sapordivino e dell'esclusiva Wine Cellar by Sapordivino.

Grand Hotel Continental | Via Banchi di Sopra 85 - 53100 Siena | Tel 057756011

Hotel Athena

Serena e Marco Bianciardi, sorella e fratello, sono orgogliosamente alla conduzione da oltre due generazioni alla conduzione dell’Hotel Athena, 4 stelle: una storia dove amore e legame territoriale si intrecciano per dar vita ad un servizio alberghiero esclusivo e curato nei minimi dettagli. Pensato per ospitare gli studenti universitari, proprio come un ateneo ed è da questo che ha preso il nome l’Athena, l’Hotel ha sposato la filosofia della sostenibilità ambientale e del basso impatto energetico. L’anima eco-friendly si colora anche con l’illuminazione di lampadine a basso consumo energetico a LED e di neon, oltre ad un’attenta raccolta differenziata.

Hotel Athena | Via Paolo Mascagni 55 - 53100 Siena | Tel 0577286313

NH Siena 

L'hotel NH Siena, precedentemente NH Excelsior, si trova in una posizione ideale per i turisti che con una breve passeggiata possono raggiungere il cuore della città, con la sua profusione di opere inconfondibili, architettura gotica e caffetterie con dehors. L'hotel dispone di 129 camere decorate con gusto e dotate di moquette o parquet. La vista più gradevole è quella offerta dalle camere dei piani più alti, con scorci sul centro storico o sulla basilica di San Domenico. L’Hotel è bike-friendly con strutture e servizi speciali per gli ospiti che portano la bicicletta. Disponibile anche il noleggio di biciclette, per visitare al meglio la città e i suoi dintorni. Premiato con la certificazione ISO 14001 per l'impegno nella salvaguardia nell'ambiente.

Nh Hotel Siena | Via La Lizza 1 - 53100 Siena | Tel 0577382111

Dove mangiare a Siena

Sapordivino

Situato nelle splendide Sale Gori all’interno Grand Hotel Continental, dove l'eleganza dell'arredo e l’eccellenza del servizio celebrano un'atmosfera raffinata, lo chef Luca Ciaffarafà interpreta la cucina toscana tradizionale in maniera molto personale, attraverso un menù stimolante che racconta la storia gastronomica della regione, antica e moderna allo stesso tempo. Il suo stile, semplice ma pur sempre ricercato, è fortemente influenzato dalla storia e dalla geografia. Le sue basi poggiano sui prodotti agricoli locali, tra cui le carni di razze autoctone e un eccezionale olio d’oliva.

Sapordivino | Via Banchi di Sopra 85 - 53100 Siena | Tel 057756011

Mangia

Al Ristorante dell’Hotel Athena potrai sperimentare i sapori toscani in ogni loro declinazione, anche quella più vegetariana, con i piatti tipici come la Ribollita e la Pappa al Pomodoro. Il menù spazia dai grandi classici della tradizione toscana ai piatti più estrosi e moderni, fatti solo con prodotti del luogo, naturali e biologici. Ogni giorno lo chef prepara gnocchi, pici e ravioli freschi, serviti con ragù di cinghiale o tartufo, oltre a ricette per i più piccoli, per vegani, diabetici e celiaci.

Mangia | Via Paolo Mascagni 55 - 53100 Siena | Tel 0577286313

Trattoria Fonte Giusta

Uno stile culinario legato al territorio, con una perfetta conoscenza delle materie prime, è quello che caratterizza Giuseppe Chiarelli, chef conosciuto da tutti come Pino, e titolare insieme alla moglie Angela Faccioli della Trattoria Fonte Giusta.  Ubicato nel centro storico della città del palio, a soli circa 500 metri da piazza del Campo, il ristorante dispone di una grande sala arredata con semplicità, nel classico stile toscano, ma ricca di atmosfera, grazia e personalità. Sapori autentici, modi garbati, atmosfera familiare sono le caratteristiche che caratterizzano il ristorante Fonte Giusta. Lo stile culinario di Pino è legato al territorio con una perfetta conoscenza delle materie prime. È lui stesso che le acquista la mattina presto, selezionandole tra ciò che di meglio offre il mercato; per questo motivo il menu offre sempre interessanti variazioni ispirate dalla freschezza e reperibilità dei prodotti. Tra i piatti più richiesti pici al ragù di cinghiale, tortelli di melanzane e formaggio di fossa, la classica è richiestissima fiorentina, maialino da latte con patate, cinghiale con polenta. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato per dare spazio ai piaceri della tavola, l’amore per la cucina ed il cibo è sempre presente nei colori delle stagioni e nella varietà tradizionale.

Trattoria Fonte Giusta | Via Camollia 102 - 53100 Siena | Tel 057740506

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