mercoledì 26 novembre 2014

CLASSIFICA PRODUTTORI OLIO D'OLIVA: ITALIA GIU'

CLASSIFICA PRODUTTORI 
OLIO DI OLIVA: L’ITALIA 
RISCHIA DI CADERE 
DAL SECONDO GRADINO

Grecia, Tunisia e Turchia. Queste tre nazioni contendono all'Italia il secondo gradino del podio
della produzione olearia mondiale, mentre la Spagna conferma la sua prima posizione, anche se con un produzione in flessione e stimata a 875 mila tonnellate.
Complice un'annata molto difficile, con condizioni climatiche avverse fin dalla fioritura, l'Italia olivicola sente il fiato sul collo della Grecia, dove invece la produzione, secondo le proiezioni del Consiglio Oleicolo Internazionale, dovrebbe salire addirittura del 122% fino a raggiungere le 300 mila tonnellate. Ottime le prospettive anche in Tunisia dove neanche i vecchi ricordavano una produzione così abbondante che potrebbe superare le 250 mila tonnellate. Si preannuncia stabile, invece, la produzione in Turchia, a quota 190 mila tonnellate secondo le indicazioni del Ministero dell'agricoltura di Ankara.
Anche guardando ai prossimi anni questi tre paesi sono agguerriti competitor dell'Italia olivicola. In Tunisia continuano infatti a essere piantumati nuovi oliveti, anche in virtù di scambi commerciali in aumento e di un prezzo, a 2,65 euro/kg all'ingrosso, che viene considerato molto remunerativo. In Turchia il Ministero dell'agricoltura ha annunciato che l'obiettivo è arrivare a una produzione di 700 mila tonnellate di olio all'anno, una produzione destinata soprattutto all'export visto che il consumo pro capite di olio è fermo a 2 kg/anno, contro i 13 dell'Italia. Situazione più altalenante in Grecia dove, a fronte dell'ottima campagna, l'aumento dell'Iva sull'olio ha portato a una frenata negli scambi commerciali.
In Italia, dove gli olivicoltori si sono visti costretti a ingaggiare una dura battaglia contro la mosca delle olive, principale parassita della coltura, i prezzi sono in salita da mesi e, proprio alla vigilia della campagna olearia, hanno sfondato, sulla piazza di Bari, i 4 euro/kg. La produzione italiana, che si aggirerà sulle 300 mila tonnellate, in flessione rispetto alla media degli ultimi anni, almeno potrà avvantaggiarsi di una quotazione all'ingrosso che non veniva ormai registrata da anni, con un differenziale di prezzo, rispetto all'extra vergine spagnolo, di 1,2 euro/kg.
L'olio made in Italy, comunque, non mancherà dagli scaffali del supermercato, dovremo però pagarlo un po' di più.

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