sabato 4 agosto 2018

Senso del dovere e spirito di squadra

Senso del dovere 

e spirito di squadra 
foto Ansa

La scomparsa di Sergio Marchionne ha dato uno scossone emotivo un po’ a tutti. Un ceffone trasversale e interclassista che ha colto di sorpresa chi lo ha ammirato come chi non lo ha mai amato. Un fulmine a ciel sereno

Con la morte di Sergio Marchionne se ne è andata una persona che sapeva essere molto ruvida e altrettanto sensibile, come hanno commentato alcuni suoi stretti collaboratori. Di sicuro esigente. In questa settimana di lui è stato scritto tantissimo e se ne è parlato di più. Un dialogo nazionale lievitato grazie anche a un susseguirsi di testimonianze video sul web. Pillole di Marchionne pensiero si sono diffuse alla portata e all’interpretazione di tutti.
«Siate come i giardinieri: investite le vostre energie in modo che qualsiasi cosa facciate duri una vita intera e anche di più». «Se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo». Da queste due tra le sue dichiarazioni più riportate emerge potente il concetto di responsabilità. Responsabilità nel fare e nell’essere. Un’esortazione e un monito, binari dell’esistenza. Qui il confine tra privato e professionale si sfuma. Aspetti che però a ben vedere si compenetrano. 

A livello nazionale la morte di Marchionne ha spostato il sentire comune su altre tematiche. Il manager abruzzese ha fatto parlare di sé su larga scala e non più solo riguardo l’abbigliamento casual. In primo piano sono emersi valori di fondo come il senso del dovere e lo spirito di squadra. Come dire, una volta coltivati i punti di forza individuali per metterli a reddito bisogna fare sistema. Una dinamica vincente, che premia chi la applica in ogni mercato.

Il personalismo esasperato, anche nell’universo Horeca, porta a percorrere poca strada. Nel nostro settore l’unione delle competenze non è più uno spauracchio e il fare rete è un modus operandi sempre più condiviso. Cuochi, pizzaioli, maître, sommelier, bartender, grazie soprattutto all’innesto delle nuove leve della professione, ormai si confrontano senza gelosie esasperate e comunicano in un interscambio di saperi che diventa ossigeno per ogni singola categoria.

“La potenza non è niente senza controllo”, recitava nel 1998 una pubblicità di una celebre azienda italiana produttrice di pneumatici. Uno slogan sempreverde, che si declina ancora con efficacia pur elaborato da angolature differenti.
di Gabriele Ancona
vicedirettore

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