sabato 31 agosto 2013

IL CONSUMATORE

Il piacere del consumatore
è una crescente attesa 

2004 persone si sono descritte sotto il profilo sociodemografico, hanno dichiarato le loro abitudini di acquisto e di consumo e poi hanno valutato una serie di prodotti di loro interesse: vini, caffè, grappa, acqueviti e liquori. 

Ne abbiamo ricavato 8.974 test accuratamente registrati su scheda: questo è il bel risultato ottenuto dall'isola sensoriale organizzata a Vinitaly con Grappa & Co Tasting, Coffee Experience e Narratori del gusto Special Guest.

Per tutte le categorie di prodotti emerge che la principale leva di consumo è il piacere che l'utente ricava con l'atto. Un utente che vuole imparare a valutare le caratteristiche sensoriali per acquisire autonome capacità di scelta e che nutre un crescente interesse nei confronti di una certificazione sensoriale.
E in un'importante riunione tenuta a Verona c'è chi ha chiesto che cosa distingue la carne della macelleria da quella del supermercato. Sostanzialmente due cose: le caratteristiche sensoriali e il fatto che in macelleria si trova qualcuno in grado di spiegarle. Ottimo, partendo da questi due presupposti si palesano tre fattori per garantire il successo di un prodotto: che sia di alta qualità percepita, che questa venga garantita (ecco la certificazione sensoriale) e che sia narrata.
La qualità igienica è ormai data per scontata e l'origine è un elemento di narrazione che acquista valore solo se esplicitato, quindi in futuro sarà il piacere a determinare il successo di un prodotto. Sarà però necessario indicare in modo chiaro e certo al consumatore quali sono i prodotti che danno piacere e fornirgli le opportune indicazioni per incontrarli. Il primo obiettivo sarà raggiunto dalla certificazione sensoriale, per il conseguimento del secondo ci sarà un grande concorso del web, attraverso la geolocalizzazione e altri mezzi della categoria.

Da "L'ASSAGGIO"
di Luigi Odello

martedì 27 agosto 2013

LA CONCORRENZA DELLE SAGRE

In Toscana d'estate oltre 5mila sagre 
È concorrenza sleale ai pubblici esercizi


Sagre, feste di partito, circoli privati, che godono di privilegi in merito ai costi di organizzazione di un evento, favoriscono la diffusione di fenomeni di ristorazione sommersa, che penalizzano i pubblici esercizi. 
In Toscana questi fenomeni di illegalità hanno sottratto il 25% del fatturato ai pubblici esercizi. 
Da anni la rivista "Italia a Tavola" s'impegna per contrastare il fenomeno delle sagre tarocche, ovvero quelle feste di paese o di partito che, non dovendo sottostare alle stesse rigide norme dei ristoranti, garantiscono incassi considerevoli ma senza garantire la reale qualità dell'offerta enogastronomica, il che finisce per danneggiare il Made in Italy a tavola. 
Ogni anno nel nostro Paese si svolgono (è una stima prudenziale) oltre 32mila sagre, in media 4 per ogni comune, per un complesso di 250mila giornate di attività e un fatturato di 700 milioni di euro. 
Ma le medie, si sa, hanno l’effetto di diluire nello spazio e nel tempo un fenomeno che, al contrario, è fortemente concentrato nei mesi estivi e nelle destinazioni turistiche. Il risultato è che 8 sagre su 10 si svolgono tra giugno e settembre, i giorni di attività, complice la bella stagione, si allungano fino a coprire il 90% del totale, e il fatturato generato supera i 500 milioni di euro.


lunedì 26 agosto 2013

IL PROVERBIO: il vino



El vin l’è bon 



par chi lo sa bever






(Il vino è buono per chi lo sa bere)

L'ANALISI SENSORIALE

L'ANALISI SENSORIALE UNO STRUMENTO
DI INTERNAZIONALIZZAZIONE

L'apprezzamento dei prodotti alimentari italiani all'estero è direttamente correlato con la capacità del consumatore di "leggere" il codice sensoriale del cibo o della bevanda che gli viene proposta cogliendone la straordinaria complessità e relazionando il percepito alla storia culturale e tecnologica del prodotto, nonché al territorio di origine. Un percorso davvero complesso nel quale molti potenziali clienti si smarriscono facendoci perdere affari preziosi.

Per ovviare all'inconveniente l'analisi sensoriale risulta provvidenziale non solo nella fase di verifica del livello di gradimento finalizzato alla selezione dei prodotti da dirigere su un determinato mercato, ma anche e soprattutto per comunicare l'alimento o la bevanda agli utenti in modo efficace.

Di tutto ciò e di molto altro si è parlato ieri a Napoli, all'Università Federico II, in un convegno organizzato da Consvip, aperto dal direttore del dipartimento di Agraria Paolo Masi e moderato dal presidente dei formatori della Campania.
Nell'intervento introduttivo il presidente di Consvip, Raffaele Fabbrocini, facendo appello allo storico generato da oltre vent'anni di operatività della società, ha messo in evidenza come alla base dell'internazionalizzazione ci sia la formazione, sia dell'esportatore, sia dell'importatore e sia dell'utente finale. In questo percorso, per i prodotti alimentari, l'analisi sensoriale diventa strategica per garantire il successo dell'operazione.
Dello stesso avviso si è dimostrato José Luiz  Tejon Megido, guru dell'agribusiness in Brasile e direttore del dipartimento di agroindustria della prestigiosa Università Espm di San Paolo. Il relatore ha messo in evidenza come il potenziale di esportazione dei prodotti italiani in Brasile sia enormemente più ampio di quello registrato al momento attuale, sia per la presenza di trenta milioni di discendenti di nostri connazionali, sia perché l'Italia rappresenta comunque ancora l'eccellenza mondiale per la gastronomia, la moda e lo stile di vita.

Gli oltre sessanta imprenditori campani presenti in sala hanno vissuto la giornata come una vera boccata di ossigeno intrattenendosi al termine con i relatori fino a pomeriggio avanzato, per chiedere lumi, per provare a fare progetti. E questa è stata la fase più bella: potrebbe nascere un centro di eccellenza sensoriale sulla costiera amalfitana, nuove certificazioni per i prodotti tradizionali e innovazioni importanti nell'ambito della collocazione sui mercati della frutta e della verdura, ma soprattutto l'opportunità di andare a esplorare il Brasile.

Consvip, aperto dal direttore del dipartimento di Agraria Paolo Masi e moderato dal presidente dei formatori della Campania Alfredo Losi.
Nell'intervento introduttivo il presidente di Consvip, Raffaele Fabbrocini, facendo appello allo storico generato da oltre vent'anni di operatività della società, ha messo in evidenza come alla base dell'internazionalizzazione ci sia la formazione, sia dell'esportatore, sia dell'importatore e sia dell'utente finale. In questo percorso, per i prodotti alimentari, l'analisi sensoriale diventa strategica per garantire il successo dell'operazione.
Dello stesso avviso si è dimostrato José Luiz  Tejon Megido, guru dell'agribusiness in Brasile e direttore del dipartimento di agroindustria della prestigiosa Università Espm di San Paolo. Il relatore ha messo in evidenza come il potenziale di esportazione dei prodotti italiani in Brasile sia enormemente più ampio di quello registrato al momento attuale, sia per la presenza di trenta milioni di discendenti di nostri connazionali, sia perché l'Italia rappresenta comunque ancora l'eccellenza mondiale per la gastronomia, la moda e lo stile di vita.

Gli oltre sessanta imprenditori campani presenti in sala hanno vissuto la giornata come una vera boccata di ossigeno intrattenendosi al termine con i relatori fino a pomeriggio avanzato, per chiedere lumi, per provare a fare progetti. E questa è stata la fase più bella: potrebbe nascere un centro di eccellenza sensoriale sulla costiera amalfitana, nuove certificazioni per i prodotti tradizionali e innovazioni importanti nell'ambito della collocazione sui mercati della frutta e della verdura, ma soprattutto l'opportunità di andare a esplorare il Brasile.


da "L'Assaggio"di Luigi Odello

giovedì 22 agosto 2013

LA RIPRESA

IL VINO ITALIANO
TIRA LA RIPRESA




Mentre il Governo italiano sta ancora tentennando piccoli segnali di ripresa si vedono soprattutto dall’esportazione del Made in Italy; come accade da molto tempo è il vino di qualità quello che tira l’esportazione tant’è che a maggio è stata registrata una crescita  del 7,5%  pari a 442 milioni di euro, che ha portato il totale annuo per i primi 5 mesi a 1,9 miliardi di euro, +9,3%.
Negli ultimi 12 mesi è stato raggiunto il picco storico di 4,8 miliardi di euro di esportazioni, +7,6% sui 12 mesi precedenti.

Ma mentre i valori crescono, i volumi continuano a scendere.

sabato 17 agosto 2013

L'ABUSO DELL'ALCOL

SULL’ABUSO DELL’ALCOL
EDUCARE O REPRIMERE?

Sull’argomento “Vino, benessere e salute” e abuso delle bevande alcoliche sono corsi ultimamente fiumi di inchiostro; ecco qui anche l’intervento del presidente del Censis, sullo stesso tema realizzato durante  una tavola rotonda svoltasi sul tema.

Le norme di recente assunte anche in Italia con la cosiddetta patente a punti in materia di consumo di bevande alcoliche e controllo della circolazione stradale, sembrano orientare anche da noi le scelte pubbliche verso politiche più severe e dirigiste dei comportamenti privati.  Ma i dati e le analisi disponibili in materia, propongono la necessità di valutazioni (e perciò di strategie) meglio fondate e perciò più mirate. In primo luogo il consumo totale di alcool continua da oltre trent’anni a scendere in Italia ormai sotto ai livelli di guardia. Più in particolare, nei vent’anni, tra il 1981 e il 2002, i consumi pro capite, hanno avuto questo andamento: Vino -42%,  birra + 60%,  superalcolici -61% , alcool equivalente -40%.

In valori assoluti il consumo pro-capite di vino è ormai sotto i 50 litri anno e l’alcool equivalente totale intorno ai 6 litri, cioè al livello di guardia secondo gli indici della OMS.
Questa tendenza differenzia Italia, Francia, e Spagna paesi da molti altri  paesi d’Europa e del Nuovo Mondo (Regno Unito, Irlanda, Benelux, Danimarca, Stati Uniti, Canada, Australia) dove i consumi pro-capite di vino sono cresciuti, solo negli ultimi anni, tra il 10% e il 100%!
La spiegazione sta in due opposti modelli di consumo: da una parte le cosiddette “società bagnate” (quelle cioè con stili di comportamento di tipo mediterraneo), dove alcool significa prevalentemente vino, come pratica quasi quotidiana, durante i pasti, o fuori casa durante “riti” di socializzazione allegra e collettiva; dall’altro le cosiddette “società asciutte”, quelle cioè del centro e nord Europa e del Nuovo Mondo, dove alcool significa prevalentemente birra e superalcolici e la pratica non è quotidiana e durante il pasto, ma del fine settimana, in solitaria ricerca di “spinte evasive”. Il paradosso non sta tanto in questi due diversi modelli, quanto piuttosto nel fatto che, mentre nelle società “bagnate”, a fronte di una legislazione repressiva pressoché assente i consumi di alcolici diminuiscono rapidamente, nelle società “asciutte”, a fronte di legislazioni anche molto severe, i consumi continuano a crescere. 
Sembra dunque necessario spostare il fuoco dell’attenzione dall’apparenza dei consumi ai fondamentali dei comportamenti. Le stragi del sabato sera, che sono state molto imputate all’alcool come droga d’accesso (binge drinking), sembrano da attribuire piuttosto alla categoria della crescente voglia di trasgressione oltre il limite dello sballo, che ha ben altre cause sociali nella nostra contemporaneità, e ben altre “chimiche” di condotta.
A riguardo dei consumi del vino, dovrebbero semmai preoccupare, non tanto i danni da abuso del consumo, quanto piuttosto quelli da eccesso di concessioni alle tendenze di moda (citazioni, rappresentazioni di sé, imitazioni, ecc.), cioè sempre più banale edonismo e sempre meno ricerca di significato in una buona cultura del salutismo e del leisure di qualità. 



giovedì 1 agosto 2013

IL LIBRO: "IN 160 BATTUTE"

A Cortina si presenta il nuovo libro di Sostene Schena

C'E' ANCHE IL VINO
NEI 500 SMS IN RIMA
DI "160 BATTUTE"


Si presenta a Cortina d’Ampezzo, al grand Hotel Miramonti, (ore 21,30) l’ultima opera di Sostene Schena (al secolo Sanches):
 “in 160 BATTUTE – 500 SMS IN RIMA”, un libro completamente diverso dalla produzione passata del giornalista bellunese che in negli anni scorsi si è occupato soprattutto di enogastronomia.
Per la verità una buona parte dei 500 sms in rima sono dedicati proprio al vino ma l’argomento principale è, naturalmente, l’amore; l’amore in tutte le salse, da quello al cioccolato, a quello in agrodolce, della scuola, delle vacanze, della vita.
“La lingua italiana, questa sconosciuta?” questo il tema della serata e del volume il quale vuole significare che, se da una parte la tecnologia ci facilita la vita, è anche vero che i metodi per comunicare, sempre più immediati e abbreviativi, rischiano di far perdere molto alla nostra lingua che in tal senso è, di fatto, in pericolo.
È questo il dubbio iniziale che ha spinto Sostene Schena  ad avventurarsi su “Un’opera di alto spessore narrativo, ben strutturata, ottima nello stile, fortemente figurativa e penetrante”… come l’ha definita Davide Zedda, presidente della casa editrice “La Riflessione” che ha curato l’edizione.

sostene.schena@gmail.com