La pioggia caduta
non basta a sanare
più di 100 giorni
di siccità
La pioggia di ieri non basterà a sanare gli oltre 100 giorni di siccità nei campi, se non sarà omogenea, costante e prolungata.
I cambiamenti climatici - sottolinea l’Organizzazione - stanno modificando di continuo le regole in campo, con le aziende a inseguire un equilibrio, comunque precario, per contrastare condizioni estreme, sia di siccità che di pioggia. Allo stato attuale, varietà precoci di frumento su terreno torboso avranno perdite superiori e fino al 50%. Quanto alle tardive, invece, se pioverà bene e arriverà nutrimento, il danno sarà più limitato per via del ciclo più lungo di maturazione, ma la perdita del 20% causa secca sarà irrecuperabile.
La combinazione tra condizioni del terreno e portata della pioggia fa la differenza -precisa Cia -. Se compatto c’è il rischio di ristagno e, quindi, fallanze e malattie fungine. Ma allo stesso tempo, se troppo arato, con poca acqua si può solo disperdere umidità, quando servirebbe anche contenere, a beneficio della concimazione e della qualità. Senza contare, in un’Italia disastrata a livello idrogeologico, il pericolo frane per fenomeni temporaleschi estremi.
Serve pioggia fino a maggio - conclude Cia - ma le previsioni parlano ancora di instabilità e di cambi bruschi delle temperature che riaccendono le preoccupazioni per le gelate tardive. Quelle che nel 2021 provocarono oltre 800 milioni di danni alla frutticoltura estiva e primaverile.
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