Numerose autorità provenienti dal mondo delle istituzioni a vari livelli, locali e nazionali, associazioni e imprenditori del settore erano presenti per il taglio del nastro per l'inaugurazione dell’ottava edizione di Forme Cult, un'occasione di incontro diventata un vero e proprio cult, come dice il nome, per chi gravita o chi è appassionato del mondo lattiero-caseario. Cult però significa anche cultura, quella enogastronomica del territorio «raccontata da tutto ciò che sta dietro il mondo del formaggio, una cura, una serie di valori e un’attenzione all’alta qualità e all’ambiente che Forme contribuisce a raccontare e portare avanti» come sottolineato dall’assessora alla Cultura del comune di Bergamo, Nadia Ghisalberti.
Forme Cult, il formaggio: molto più di un alimento
L’enogastronomia è infatti un grande motore di sviluppo turistico di un territorio, per contribuire al suo incentivo è importante puntare sul lato culturale del cibo, come fa Forme, raccontando il substrato che porta alla nascita di un prodotto di eccellenza, perché, come ribadito da Roberto Amaddeo, assessore al turismo della provincia di Bergamo, «il formaggio non è soltanto un alimento ma anche i pascoli, i paesaggi, lo stile di vita e l’architettura che sta dietro».
Al taglio del nastro infatti erano presenti non solo enti locali, ma anche Regione Lombardia, con Paolo Franco, Assessore alla Casa e Housing sociale, Giovanni Zambonelli, Vicepresidente della Camera di Commercio di Bergamo, grande sostenitrice del progetto, a cui per altro ha rinnovato la fiducia anche per i prossimi anni e Gabriele Borella, presidente di Coldiretti, anch’essa coinvolta nell’evento con due incontri dal vivo.
Forme Cult, da Bergamo al mondo
Il calendario di quest’anno è ricco di novità, come l’internazionalizzazione dell’evento, saranno infatti anche presenti, oltre alle eccellenze del territorio e nazionali, professionisti del mondo dei formaggi provenienti dal Regno Unito con il Cheddar, i grandi formaggi spagnoli, francesi, svizzeri e dell’Ucraina, che spiegheranno le loro tecniche in speciali Cheese Labs, disponibili su prenotazione e a pagamento, il cui ricavato per il 50% sarà devoluto alla Fondazione ARMR per l’aiuto alla ricerca del Mario Negri.
«Per questa edizione di Forma vogliamo promuovere la valorizzazione della cultura della civiltà del latte a livello locale, nazionale e internazionale - spiega Francesco Maroni, Presidente Progetto Forme - quest’anno il palinsesto è sempre più ricco con una serie di appuntamenti molto importanti come convegni, mostre, laboratori e un percorso di 25 masterclass guidato, per la prima volta, dai grandi protagonisti del settore lattiero-caseario nazionale e internazionale: casari, stagionatori, affinatori e formaggiai, produttori di vino e altre specialità». Queste lezioni speciali avranno luogo in location storiche in Bergamo Alta, come il Circolino di Città Alta, Da Mimmo, Lalimentari e Il Sole, e proporranno abbinamenti preziosi e sorprendenti tra grandi formaggi, vini, spiriti e prodotti agroalimentari d’eccellenza.
Forme Cult, l'eccellenza come vettore di sviluppo
del territorio ben radicato nelle tradizioni del territorio
L’obiettivo principale dell’evento è quello di «continuare a incrementare la percezione di valore dei formaggi italiani, facendo sistema tra produttori, mondo associativo e istituzioni - spiega Maroni - migliorando la conoscenza dei prodotti e dei territori da cui nascono e promuovendo modelli sostenibili che tengano conto del benessere animale e dell’ambiente, per favorire la creazione di una cultura della qualità e di conseguenza supportare la crescita del settore». Tanto è stato fatto per rendere Bergamo un place to be sulla mappa dei formaggi e dell’enogastronomia, partendo dalla fiera Cheese2Be, passando per il distretto del cibo di Bergamo, Valli e Laghi, organismo di comunicazione pubblico privato di recente fondazione fino a Bergamo (con Alba e Parma) città italiana creativa per la gastronomia Unesco. Tanto progetti sono ancora in cantiere, come esposto da Maroni: dei corsi di laurea e master ad hoc per la formazione nel mondo del formaggio a 360 gradi in collaborazione con l'Università di Bergamo, fino al sogno di un museo dell’arte casearia (Cheese gate) situato nel capoluogo orobico. Una sentiero fatto, e da fare con un duplice obiettivo: da una parte portare ad aprire una finestra internazionale sul territorio bergamasco, capace di attrarre interesse e capitali, non solo nel comparto lattiero-caseario, dall’altra salvare la tradizione di una parte della provincia, quella montana, con pratiche antiche ma ancora attualissime, in grado di generare progresso e lavoro, in un territorio a rischio spopolamento, ma dalle grandi potenzialità inespresse, che proprio attraverso le sue eccellenze gastronomiche, come il formaggio, può tornare a brillare di luce propria.
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