Al via il 32°
Merano WineFestival
Uno spazio sempre più importante la rassegna meranese riserva alle varietà Piwi. Ricordiamo che Piwi è un acronimo della parola tedesca Pilzwiderstandfähig ch
L’obiettivo originario di queste ricerche era ben definito: incrociare in maniera efficace alcune varietà di vite da vino europee con varietà di vite americane tentando di combinare la resistenza delle varietà americane alle crittogame e alla fillossera della vite – malattie che in quel tempo stavano devastando buona parte dei vigneti in Europa – alla qualità organolettica dei vini ottenuti dalle varietà europee.
Clinton, Isabella, Herbemont erano
gli ibridi di prima generazione
Da queste ricerche nacquero all’epoca, tra le altre, le varietà Isabella (ibridazione di specie di vitis labrusca x vitis vinifera), Clinton (vitis labrusca x vitis riparia) e Herbemont (vitis aestivalis x vitis cinerea x vitis vinifera), definiti ibridi di prima generazione, che però non mostravano una buona propensione alle vinificazioni di qualità.
Negli ultimi decenni invece la ricerca si è focalizzata sulla tecnica degli incroci multipli, di gran lunga più complessi ed efficaci: gli ibridi di prima generazione sono stati cioè ripetutamente incrociati con altre varietà del genere vitis così da ottenere dei vitigni che possano avere la quasi totalità del proprio DNA riconducibile alla vitis vinifera, manifestando allo stesso tempo quelle resistenze alle malattie fungine proprie delle specie caucasiche e americane.
Allo stesso tempo, questi vini sono capaci di raggiungere vette di eccellenza assoluta», ricorda il patron del Merano WineFestival che aggiunge: «Sostengo quanto detto, dopo avere visitato decine tra le aziende presenti nella rassegna bio&dinamica, alcune di queste trasformate anche in fattorie didattiche o fattorie sociali. Ho toccato con mano come la drastica riduzione dei trattamenti in queste aziende coincida con un minor consumo energetico e il compattamento del suolo, oltre all'abbattimento delle emissioni di Co2. Le aziende presenti al Merano WineFestival in grado di produrre vini non solo sostenibili, ma anche eccellenti, saranno quelle che tracceranno il solco della viticoltura di domani», ha concluso Helmuth Köcher.
Bio&dynamica significa vini che uniscono, partendo dal vigneto fino alla bottiglia, l'eccellenza qualitativa indispensabile per poter essere parte del Merano WineFestival, a un concetto di reale e concreta sostenibilità̀. Dallo studio scientifico in collaborazione con "Climate Partners" e condotto presso l'azienda Albafiorita, ma nato da un'idea delle aziende Resistenti Nicola Biasi, emerge ad esempio che la gestione dei vitigni resistenti produce il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quella dei vitigni tradizionali.
Nicola Biasi (a dx) pioniere dei Vitigni Resistenti. |
Lo studio pioniere in questo campo ha misurato l'impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali rispetto a quella prodotta da vini da varietà resistenti. A parità di condizioni climatiche e territoriali, si è registrato un -37,98% di emissioni in termini di CO2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti rispetto a quella emanata da uno con varietà classiche! Uno studio che fa riflettere, perché mette in luce in modo chiaro l'impatto delle scelte aziendali sull'ambiente dal quale nascono i prodotti stessi. Lo studio, condotto nel 2022 presso l'azienda Albafiorita in provincia di Udine, ha tenuto in considerazione tutti gli aspetti globali della produzione, dal vigneto alla commercializzazione, mettendo in luce l'importanza delle scelte imprenditoriali in tema di impatto ambientale. I dati rilevati, vale la pena precisare, coinvolgono anche il packaging e la chiusura, passando per la tipologia di bottiglia utilizzata fino alla scelta di vitigni resistenti. Il risultato è eccellenza, alta sostenibilità e minori emissioni di CO2 nell'atmosfera. Infine, dati alla mano, varietà resistenti alle principali malattie della vite come la peronospora, l'oidio e la botrite, permettono una sensibile riduzione dei trattamenti, così come un utilizzo moderato di antiparassitari e un risparmio nei consumi di acqua ormai diventato bene prezioso, viste le siccità che sempre più sfideranno l'agricoltura.
Sostenibilità e rispetto del territorio era uno dei principi di vita in Agitu Ideo Gudeta. Di origine etiope, Agitu era diventata nel mondo una persona di riferimento per chi voleva intendere la montagna come luogo di pace tra uomo e natura. La sua Azienda casearia “La Capra Felice” per tanti rappresentava una meta di pellegrinaggio per incontrare una donna che raccontava di un futuro migliore per le nuove generazioni. Tragicamente scomparsa il 29 dicembre 2020, Agitu è oggi simbolo di quel connubio tra ambiente e il concetto "difficile" di antropizzazione sostenibile del territorio. La 32.ma edizione del Merano WineFestival vuole ricordare la donna gentile venuta dall'Etiopia, intitolandole il Mercato della Terra di Slow Food Alto Adige Südtirol. Per questo motivo, sabato 4 novembre 2023 alle ore 10 in Piazza della Rena a Merano sarà la stessa presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, a dedicare il mercato contadino alla lungimiranza di una donna arrivata dai luoghi più poveri dell'Etiopia per arricchire di saggezza il nostro futuro. Al mercato parteciperanno 15 piccole aziende agroalimentari e artigiani del gusto, e saranno inoltre ospiti la comunità dei Cibi Fermentati, Il presidio dei Mieli di Alta Montagna Alpina, una rappresentanza del Mercato della Terra della Comunità degli Altopiani Cimbri nonché i vini e i vignaioli dell’Alto Adige
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