TACCUINO-ALMANACCO
DELLA VIA FRANCIGENA
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Annamaria Carini, Giampietro Comolli, Tiziano Fermi, Manrico Bissi al Palabanca Eventi |
L’idea lanciata da Giampietro Comolli durante la presentazione al PalabancaEventi del taccuino di viaggio “Via Francigena Italia e Vie Romee nella tratta Piacenza” edito dalla
Banca locale – L’intervento dell’assessore comunale alla Cultura Christian Fiazza
«La nostra Via Francigena era un po’ ammalata ma la stiamo curando con dei ricostituenti;
tra questi ricostituenti, c’è senz’altro il Comitato Tratta Piacenza presieduto dal dott.
Comolli. Dobbiamo lavorare in squadra per fare in modo che i pellegrini si sentano accolti.
Cosa occorre? Ostelli, acqua, ombra, indicazioni chiare con una cartellonistica adeguata,
passaggi in sicurezza. Un obiettivo sul quale convergere le azioni di Amministrazione
comunale e provinciale, Banca, Associazioni per guardare al futuro con maggiore
speranza». Questo il pensiero espresso dall’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza,
Christian Fiazza, intervenuto per un saluto alla presentazione del volume “Via Francigena
Italia e Vie Romee nella Tratta Piacenza” (Edizioni Banca di Piacenza, stampa La Grafica),
a cura del Comitato Tratta Piacenza delle Vie Romee e Francigena Italia, che si è tenuta in
un’affollata Sala Corrado Sforza Fogliani del PalabancaEventi di via Mazzini.
Il curatore della pubblicazione (distribuita al termine dell’evento a tutti i partecipanti)
Giampietro Comolli - che ha coordinato la serata - ha ringraziato l’Istituto di credito
piacentino (presenti il presidente Giuseppe Nenna, il direttore generale Angelo Antoniazzi
e il vicedirettore generale Pietro Boselli) per il rinnovato sostegno a un’iniziativa
dell’Associazione, dopo quello assicurato per la realizzazione, lo scorso anno, della
cartoguida della Via Francigena che attraversa il territorio provinciale. «La centralità del
crocevia piacentino è nota da 2500 anni - ha sottolineato il dott. Comolli -. Cinque infatti
sono le strade che confluiscono nel nostro territorio riconosciute punti strategici dove tutti
sono passati: da Annibale a Napoleone, con in mezzo papi, re, regine, imperatori, vescovi
cristiani e naturalmente pellegrini». Percorrere la Francigena significa camminare sulla
nostra storia. Ecco allora l’idea di questo almanacco - agile nel formato - che riporta a galla
un bagaglio culturale del passato «come fattore utile per i pellegrini moderni» che saranno accompagnati dal Po all’Appennino Emiliano. Il moderatore ha quindi ricordato la nascita del Comitato, nel 2020, per sostenere la candidatura a patrimonio dell’umanità del percorso italiano della Via Francigena-Romea: «Non c’era più interesse verso questi cammini e avevamo constatato come Piacenza non sempre figurasse nelle cartine ufficiali della Via Francigena, che spesso saltavano da Orio Litta a Fidenza. Ci siamo fatti sentire e abbiamo iniziato a studiare le criticità di questi tragitti un tempo sicuri ma ora utilizzati da mezzi di trasporto diversi (camion, ferrovie, automobili). Ecco allora la necessità di individuare le pecche dei tracciati e le modifiche possibili per arrivare a percorsi agevolati, comodi, sicuri.
Cosa che abbiamo fatto con la realizzazione della già citata cartoguida».
Venendo al Taccuino, il dott. Comolli - dopo aver precisato che nella cartina della copertina curata da Manrico Bissi è rappresentata non la provincia di Piacenza ma il distretto
diocesano più ampio dei confini provinciali - ha evidenziato come «il pellegrinaggio oggi
sia un modo per conoscere il territorio, il paesaggio, la cultura, anche nei piccoli dettagli e
questa pubblicazione ha cercato di mettere insieme i temi, dando un taglio che fosse anche il
risultato di uno spessore di alto profilo del nostro territorio».
Annamaria Carini, archeologa e ricercatrice, ha riassunto quanto trattato nel volume: le
condizioni antropologiche e viabili prima e dopo i Romani. «Le strade - ha spiegato la
studiosa - favoriscono i rapporti, veicolano idee e modelli culturali, rendono possibile lo
scambio di materie prime e manufatti. Nella Preistoria queste strade erano “invisibili”
perché essendo tracciati naturali non erano fissati al terreno. Ma la lavorazione a Piovesello
di Cassimoreno, in comune di Ferriere, insieme al diaspro del Monte Lama, di un blocco di
selce raccolto in Provenza, è indizio di una sorprendente mobilità degli Homo sapiens
sapiens. Col Neolitico si registra un insediamento diffuso in Valtrebbia con contatti precoci
tra Pianura Padana e costa ligure. In epoca romana le strade sono invece progettate e
costruite: nel 187 a.C. il console Emilio Lepido fa costruire la Via Aemilia, di cui Piacenza
è il capolinea occidentale, importante nodo viario sia terrestre che fluviale; nel 148 a.C.
Piacenza è tappa della via di collegamento tra la Postumia e la Cisalpina».
A Manrico Bissi, presidente di Archistorica, il compito di illustrare lo sviluppo urbano
della Piacenza medievale. «Come molte altre città - ha argomentato - anche la nostra visse
un profondo regresso economico e culturale. La vitalità logistica di Piacenza, con il suo fitto
sistema di arterie stradali, innescò la ripresa della città a partire dal secolo IX. Principale
sostegno della crescita economica e sociale, le vie di comunicazione ebbero un peso
determinante anche per l’espansione dell’antico castrum romano: la nuova Piacenza
medievale nacque infatti in una fascia suburbana di borghi, sorti lungo le principali vie di
transito. I quartieri extra-murari sorsero (a nord) in corrispondenza del porto fluviale (borgo
Sant’Agense), alla confluenza (a est) tra le antiche vie consolari Aemilia e Postumia (borgo
San Savino), in corrispondenza dell’ingresso (nord-ovest) della Via Aemilia da Milano
(Borghetto), ma soprattutto a sud, dove si localizzavano l’ingresso della Postumia
proveniente da Tortona, l’arrivo della strada per Pavia e l’innesto dei tracciati viari
appenninici della Valtrebbia, della Valnure e della Valdarda (borghi di S. Brigida, S.
Lorenzo, S. Antonino e S. Paolo). La prevalente crescita a sud (coerente con la presenza del
Po sul versante nord della città) innescò lo spontaneo slittamento dei transiti umani e
mercantili dall’antico decumano massimo alla nuova tangenziale meridionale esterna la
quale, scartando il quadrangolo romano, prese ad attraversare borghi del versante sud
raccordandoli con la strada per Pavia e con il lato parmense della Via Aemilia; il tracciato di
questa nuova bretella suburbana (attuali vie Garibaldi, S. Antonino e Scalabrini) garantì una
più diretta saldatura tra le strade valligiane e le antiche vie consolari ad ovest e ad est della
città, e finì per coincidere con il percorso urbano della Via Francigena».
Tiziano Fermi, filologo medievalista dell’Archivio della Cattedrale, ha ricordato il
compianto mons. Domenico Ponzini come ispiratore dei suoi studi e spiegato - attraverso la
citazione di documenti («testimonianze, anche commoventi, di vita straordinaria con
componenti religiose e spirituali molto forti») - per quale ragione nel territorio diocesano di
Piacenza e Bobbio rientrino zone di province limitrofe, in particolare Parma (valli Taro e
Ceno) e Genova. Nell’Archivio della Cattedrale di Piacenza ci sono 11 chartae private
provenienti dalla Val Ceno, in particolare dalla pieve di San Pietro in Varsi, che
testimoniano una politica patrimoniale da parte di questo centro episcopale che volle
acquisire terreni nelle zone circostanti. Altro esempio citato, il più antico documento
pubblico, il diploma del re longobardo Ilprando del 744, che confermava e assicurava al
vescovo Tommaso il controllo sui monasteri della diocesi, tra i quali c’erano anche quelli di
Tolla e di San Michele di Gravago, in Valtaro.
In chiusura il dott. Comolli ha spezzato una lancia per il turismo escursionistico di cammino
(«molto diffuso e accettato»), posto l’accento sulla nostra posizione geografica «che ci ha
reso persone tradizionalmente ospitali, un’ospitalità verso i pellegrini che si è tradotta in
ostelli, alberghi, osterie, fonti di una ricchezza gastronomica che ci è tuttora invidiata» e
lanciato un’idea: «Perché non segnare con pietre d’inciampo il percorso piacentino della
Via Francigena? Così chi viene, sa dove andare».
GLI AUTORI – Il Taccuino di viaggio delle Vie Romee nella tratta Piacenza è stato scritto
a più mani. Ecco l’elenco degli autori: Adelaide Trezzini, Annamaria Carini, Tiziano Fermi,
Manrico Bissi, Paolo Buscarini, Marco Corradi, Anna Maria Riva, Carlo Francou, Ettore
Cantù, Silvio Barbieri, Mauro Steffenini, Riccardo Rocca, Sergio Efosi, Pietro Chiappelloni,
Umberto Battini, Giacomo Nicelli, Domenico Ferrari Cesena, Giuseppe Noroni, Alessandra
Toscani, Giampietro Comolli, Confagricoltura Piacenza.
Disegni dell’illustratore piacentino Sergio Anelli.
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