Ancora una volta, chi gravita attorno a Wanna Marchi si trova al centro di uno scandalo giudiziario: la figlia della celebre televenditrice, Stefania Nobile, e il suo ex compagno Davide Lacerenza, titolare della "Gintoneria", noto locale milanese frequentato da vip, sono stati infatti arrestati dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga e autoriciclaggio. Insieme a loro, è finito ai domiciliari anche Davide Ariganello, factotum della coppia.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Milano, hanno svelato un giro illecito di escort e stupefacenti che avrebbe fruttato enormi guadagni ai tre, ora sottoposti a misura cautelare. Contestualmente, sono stati sequestrati beni per oltre 900mila euro, considerati il provento dell'autoriciclaggio. Le Fiamme gialle hanno anche messo i sigilli alla "Gintoneria", in via Napo Torriani, epicentro del presunto sistema criminale.
Gintoneria, le accuse: prostituzione, droga e riciclaggio
L'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, firmata dalla gip Alessandra Di Fazio su richiesta della pm Francesca Crupi e della procuratrice aggiunta Bruna Albertini, contesta ai tre indagati reati di sfruttamento della prostituzione, spaccio di sostanze stupefacenti e autoriciclaggio. Per Stefania Nobile, in particolare, il giudice ha evidenziato la necessità della misura restrittiva "alla luce dei precedenti penali vantati e della personalità dimostrata", escludendo però un suo coinvolgimento diretto nella gestione della droga.
Dalle indagini emerge che la "Gintoneria" non fosse solo un locale esclusivo per drink e cene raffinate, ma un vero e proprio centro di smistamento di cocaina e prostituzione. Oltre a servire gin e distillati di alto livello, i tre avrebbero garantito ai clienti più facoltosi l'accesso a droghe e escort, tra cui anche ragazze poco più che maggiorenni. Il tutto avveniva in un privé adiacente al locale, chiamato "La Malmaison", oppure, per i clienti più importanti, attraverso un servizio a domicilio che includeva sia le escort sia la cocaina.
Gli inquirenti hanno poi ricostruito che alcuni clienti arrivavano a spendere cifre astronomiche, fino a 70mila euro, per godere dei "servizi" offerti dalla Gintoneria. Le escort, scelte e reclutate direttamente da Lacerenza e Nobile, venivano indirizzate verso clienti specifici, garantendo loro un giro d'affari diretto. In altri casi, le ragazze lavoravano autonomamente, utilizzando il locale come vetrina per adescare clienti da portare negli hotel della zona. In ogni caso, il locale traeva profitto anche da questi incontri, poiché le escort erano incentivate a far consumare alcolici ai clienti.
Un altro inganno targato Marchi
Nonostante Wanna Marchi non sia coinvolta direttamente nell'inchiesta, ancora una volta il suo nome è associato a una vicenda giudiziaria dai contorni inquietanti. Dopo gli scandali legati alle truffe televisive, ora la figlia Stefania Nobile è finita al centro di un'indagine per attività criminali ben più gravi. Un'altra conferma che il mondo che ruota attorno alla regina delle televendite continua a muoversi su binari poco limpidi, tra inganni, soldi facili e illegalità.
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