mercoledì 2 luglio 2025

Londra mette a dieta i supermercati

 

Londra mette a dieta 

i supermercati: 

chi non spinge cibi sani rischia la multa

Dopo anni di rinvii, il governo britannico passa all'azione per frenare l'emergenza obesità e alleggerire la pressione sul sistema sanitario. I supermercati dovranno tagliare calorie dal carrello medio e spingere frutta, verdura e cereali integrali. Chi non si adeguerà pagherà, ma le polemiche non mancano


Londra mette a dieta i supermercati: chi non spinge cibi sani rischia la multa

Il governo britannico vuole costringere i supermercati a tagliare le calorie nel carrello della spesa e chi non incrementerà le vendite di cibi sani rischierà multe. Una stretta che mira a fermare l'emergenza obesità che sta piegando il servizio sanitario nazionale, con regole che verranno rese pubbliche entro domenica 6 luglio e fanno parte di un piano decennale per migliorare la salute dei britannici.


Meno calorie, più multe: il piano di Londra 

per i supermercati

Le grandi catene di distribuzione, fanno sapere da Londra, dovranno tagliare fino a 100 calorie dal carrello medioriducendo le vendite di snack dolci e salati e incrementando quelle di prodotti salutariI supermercati saranno obbligati a presentare il rendiconto di ciò che vendono e chi non raggiungerà gli obiettivi prefissati potrà essere multato. Ma non si tratta di vietare le patatine o i dolci, piuttosto di rendere più facile la scelta salutare. Potranno scegliere come muoversi: promozioni sui prodotti salutari, punti fedeltà sugli alimenti ipocalorici, ricette più leggere per i cibi pronti che in Gran Bretagna spesso riempiono le tavole delle famiglie. In altre parolele patatine finiranno in fondo agli scaffali e le offerte speciali si sposteranno sui cereali integrali.

Londra mette a dieta i supermercati: chi non spinge cibi sani rischia la multa

Il ministro della Sanità, Wes Streeting

«Attraverso il nostro nuovo standard sui cibi sani - ha detto il ministro della Sanità, Wes Streeting faremo della scelta salutare la scelta facileperché prevenire è meglio che curare». Il ministro ha ricordato che l'obesità in Gran Bretagna è raddoppiata dagli anni Novanta, con un costo per il sistema sanitario di 11 miliardi di sterline l'anno (circa 13 miliardi di euro), tre volte il bilancio destinato alle ambulanze. «A meno che non tagliamo l'aumento di costi e domanda - ha avvertito Streeting - il servizio sanitario rischia di diventare insostenibile».

Il problema dell'obesità in Gran Bretagna 

e le polemiche

La Gran Bretagna, ricordiamo, con un terzo della popolazione obesa e un altro terzo sovrappesoha il terzo livello più alto di obesità in Europail più elevato tra i grandi PaesiUn'epidemia che alimenta diabete, cancro e malattie cardiache. Secondo il governo, basterebbe una riduzione di 50 calorie al giorno per far uscire dall'obesità due milioni di adulti e 340mila bambini, ma queste stime sono state contestate da chi sottolinea che sedentarietà e altri fattori incidono quanto la dieta.

Le critiche al piano del governo laburista non sono mancatesoprattutto da parte della Gdo, che parla di norme «draconiane» in grado di erodere margini di profitto, spingere verso aumenti di prezzo o frenare le aperture di nuovi punti vendita. I conservatori hanno colto l'occasione per attaccare il cosiddetto «nanny State», lo Stato-bambinaia: «I laburisti - hanno tuonato - vogliono far sedere il nanny State in ogni carrello del supermercatoquesti miserevoli socialisti hanno nel mirino ogni piccola leccornia nella nostra spesa settimanale».

Londra mette a dieta i supermercati: chi non spinge cibi sani rischia la multa

Non sono mancate le polemiche per la decisione del governo di Londra

C'è anche chi si è chiesto perché questa stretta riguardi solo i supermercati e non i take-away o le pasticcerie. Nonostante le polemicheTesco e Sainsbury's, due delle più grandi catene britanniche, hanno scelto di sostenere la mossa del governoche può contare sull'appoggio del 60% dell'opinione pubblica. Un segnale che l'attenzione al tema sta crescendo anche tra i consumatori: nei mesi scorsi il libro di Chris van Tulleken, «Ultra-processed people», che accusa i cibi ultra-processati delle peggiori conseguenze sulla salute, è stato a lungo tra i più venduti nel Paese.

Anche le associazioni dei consumatori si sono schierate a favore delle misure, convinte che «obiettivi alimentari obbligatori incentiveranno i distributori a rendere più facile per la gente consumare una dieta bilanciata e condurre una vita più sana». Ora la palla passa alle catenechiamate a cambiare davvero la spesa degli inglesi, tra scaffali che dovranno premiare frutta, verdura e cereali integrali e strategie di vendita che trasformino la dieta sana in una scelta automatica per le famiglie. Perché se è vero che la libertà di scegliere resta, chi fa la spesa dovrà fare i conti con una nuova idea di convenienza: meno calorie e più salute, per tagliare un costo sociale che la Gran Bretagna non può più permettersi.

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