C’è chi li definisce
"i vini dell’amore"
Una tradizione di sapore di generazione in generazione
Scirto da un capo all'altro
Ogni storia si svolge come un gomitolo di spago, inesorabile inizia da un capo e continua fino all’altro.
La littorina da Randazzo andava per 8 Km fino a Passopisciaro, attraversando assolate distese a viti e ulivi tra i massi neri di pietra lavica; ad aspettare alla stazione il piccolo Giuseppe c’era nonno Pippinu.
Era arrivata l’estate, e come ogni anno l’avrebbe trascorsa in campagna dai nonni paterni, condividendo le attenzioni per i piccoli alberelli dai frutti a grappolo, e ascoltando le saggezze vignaiole in piazza de a’ Culonna.
Ieri Pippinu e oggi Giuseppe
Inizia lì la storia di “Vini Scirto”, vini naturali dall’impronta dei tempi passati, vini che non sarebbero tali e, forse neanche mai nati, senza le emozioni che oltre trent’anni fa, nonno Pippinu seppe trasmettere a Giuseppe Scirto.
Passopisciaro, frazione di Castiglione di Sicilia a Catania, terre laviche sul versante nord dell’Etna che guardano i Monti Nebrodi, unicità espressiva e spiccata vocazione all’allevamento della vite e di un vitigno in particolare, il Nerello Mascalese.
A' Culonna e Don Pippinu
Due gli ettari di terra, due le vigne secolari ad alberello, da cui Giuseppe e la sua compagna di vita Valeria Franco, producono i loro due vini, “A’Culonna” Etna Rosso Doc da uve Nerello Mascalese e “Don Pippinu” Sicilia Igt da uve Carricante.
E in risposta ai pregiudizi di molti nei confronti dei vini naturali, le primissime annate 2010 e la 2011 ancora in commercio, si palesano eleganti al palato, serbando grande vitalità e ricchezza di elementi pregevoli.
Si prestano al passare del tempo, nati da metodi tradizionali in relazione con la giusta tecnologia, ma fondamentalmente nel rispetto della natura e di questa terra siciliana dalle grandi potenzialità.
Angela Merolla
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