Vendemmia 2016
in aumento del +5%
ma con differenze
da nord a sud
L'Italia supera anche quest'anno la Francia per produzione. Le uve saranno suddivise tra le 332 Doc e le 73 Docg (oltre il 40%), i vini a Indicazione geografica tipica (30%) e quelli da tavola (il restante 30%). Gli andamenti climatici hanno favorito alcune regioni più di altre: +15% in Puglia, -10% in Lombardia
Al
via la vendemmia in Italia che si prevede nel 2016 con una produzione
complessivamente in aumento di almeno il 5% rispetto ai 47,5 milioni di
ettolitri dello scorso anno, anche se con un andamento fortemente
differenziato tra le diverse regioni, che varia dalla previsione di
crescita del 15% in Puglia al calo del 10% in Lombardia, per effetto del
bizzarro andamento climatico. È quanto stima la Coldiretti nel
sottolineare che la vendemmia del 2016 è iniziata quest’anno con un
ritardo di quasi una settimana rispetto allo scorso anno quando però era
stata condizionata dal grande caldo e siccità con la raccolta più
precoce dell’ultimo decennio.
Il distacco del primo grappolo di uva quest’anno è avvenuto nell’Azienda agricola Faccoli a Coccaglio, nella provincia di Brescia in Franciacorta con il distacco delle uve Chardonnay per la produzione di spumanti che tradizionalmente sono le prime ad essere raccolte in tutta Italia. Molto dipenderà dai mesi di agosto e settembre ma le escursioni termiche degli ultimi giorni con gli abbassamenti di temperature specie quelle minime fanno ben sperare per una annata di buona qualità, dopo un inverno particolarmente mite e un germogliamento anticipato. La primavera ha fatto segnare temperature spesso sotto la media e anche fenomeni di gelate tardive e tempo umido un po’ in tutta Italia ma specie nel nord est mettendo a dura prova il lavoro dei viticoltori per garantire la sanità delle uve.
In Italia la vendemmia parte con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello. Le stime della Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dall’andamento climatico delle settimane precedenti la raccolta. Dal punto di vista quantitativo è probabile che l’Italia conquisterà anche quest’anno il primato produttivo rispetto alla Francia dove le prime stime per il 2016 danno una produzione in leggero calo sul 2015, a causa delle gelate tardive e della forte pressione delle malattie fungine.
In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola. Nel primo quadrimestre del 2016 le esportazioni di vino Made in Italy sono ulteriormente aumentate del 2% in valore rispetto al record storico fatto segnare lo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con il risultato che oltre la metà del fatturato realizzato dal vino quest’anno sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero.
Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La vendemmia 2016 coinvolgerà 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. La ricaduta occupazionale riguarda sia le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
«Il futuro del Made in Italy - ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese. Il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo dove oggi 1 bottiglia esportata su 5 è Made in Italy».
Il distacco del primo grappolo di uva quest’anno è avvenuto nell’Azienda agricola Faccoli a Coccaglio, nella provincia di Brescia in Franciacorta con il distacco delle uve Chardonnay per la produzione di spumanti che tradizionalmente sono le prime ad essere raccolte in tutta Italia. Molto dipenderà dai mesi di agosto e settembre ma le escursioni termiche degli ultimi giorni con gli abbassamenti di temperature specie quelle minime fanno ben sperare per una annata di buona qualità, dopo un inverno particolarmente mite e un germogliamento anticipato. La primavera ha fatto segnare temperature spesso sotto la media e anche fenomeni di gelate tardive e tempo umido un po’ in tutta Italia ma specie nel nord est mettendo a dura prova il lavoro dei viticoltori per garantire la sanità delle uve.
In Italia la vendemmia parte con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello. Le stime della Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dall’andamento climatico delle settimane precedenti la raccolta. Dal punto di vista quantitativo è probabile che l’Italia conquisterà anche quest’anno il primato produttivo rispetto alla Francia dove le prime stime per il 2016 danno una produzione in leggero calo sul 2015, a causa delle gelate tardive e della forte pressione delle malattie fungine.
In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola. Nel primo quadrimestre del 2016 le esportazioni di vino Made in Italy sono ulteriormente aumentate del 2% in valore rispetto al record storico fatto segnare lo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con il risultato che oltre la metà del fatturato realizzato dal vino quest’anno sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero.
Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La vendemmia 2016 coinvolgerà 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. La ricaduta occupazionale riguarda sia le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
«Il futuro del Made in Italy - ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese. Il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo dove oggi 1 bottiglia esportata su 5 è Made in Italy».
ITALIAATAVOLA
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