Sicilia, terra d'olio
extravergine: numeri,
storia e alcune varietà
da scoprire
Un viaggio sensoriale tra gli oli siciliani: dalle cultivar pregiate come Biancolilla, Nocellara e Moresca, agli aromi intensi di pomodoro, erbe e agrumi. Eccellenze uniche da scoprire in piatti di mare e ricette tradizionali
Quando iniziai a degustare i primi oli nel 2001, scoprii gli aromi intensi delle varie cultivar in produzione. Il Frantoio, tipico della Toscana e dell’Italia centrale, si rivelò strutturato, con belle percezioni di carciofo. La Coratina pugliese, amara come il lampascione, ma buona e persistente. Oppure la Nostrale di Brisighella romagnola, dai sentori più delicati e ben bilanciati. Nessuno ancora mi aveva introdotto in quel magico caleidoscopio di profumi, sentori e sapori, che la Trinacria sapeva far nascere.
La scoperta della Biancolilla
Grazie a una degustazione insieme a Luigi Veronelli, andammo a Menfi, in provincia di Agrigento, dai cugini Santi e Alessio Planeta, per assaggiare la varietà Biancolilla. Così diversa dalle altre varietà italiane assaggiate fino a quel momento che, nella mia ignoranza - e me ne dolgo - pensavo fosse difettosa. Non potevo capacitarmi che, in un’unica piccola oliva, potessero sprigionarsi sensazioni vegetali di capperi e basilico, ricordi agrumati di scorza d’arancio e lime, e poi quel tocco di pomodoro maturo, che non avevo mai sentito.
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L'illuminazione a Palma di Montechiaro
Ma la consacrazione avvenne grazie agli amici Silvia e Giuseppe di Vincenzo, che a Palma di Montechiaro, a una manciata di minuti da quella magnifica Valle dei Templi, mi fecero sedere e mi diedero tre monocultivar a me sconosciute: Nocellara, Giarraffa e Cerasuola. Semplicemente un’apoteosi di profumi verdi, di picciolo di pomodoro, menta, origano e una nota balsamica.
In bocca, tutti e tre gli oli sapevano creare un mulinello di piacevole sapidità e persistenza aromatica. Pensavo di aver conosciuto l’Eden dell’olio. Poi, pian piano che mi istruivo, capivo che tutte le nostre varietà - oltre 500 - se raccolte, frante e conservate in maniera capillare, donavano centinaia di fragranze strepitose.
Sicilia: un patrimonio olivicolo unico
Ed è proprio dalla Sicilia che voglio cominciare questo focus sulle regioni, varietà e aziende più rappresentative del nostro paese, unico al mondo per numero di germoplasma e profumi, che il mondo intero ci invidia. Se dovessi fare anche un breve cenno sulla storia olivicola siciliana, non basterebbero due anni di Italia a Tavola per raccontarla, tanto è infinita e piena di leggende e aneddoti la vita millenaria di questo frutto sull’isola.
I numeri dell'olio siciliano
Vorrei dare solo qualche numero per comprendere come la Sicilia, dopo la Puglia e ormai al pari della Calabria, fornisca 162.000 ettari di superficie olivetata, di cui 40.000 a conduzione biologica. Oltre 96.000 aziende producono una media di 34.000 tonnellate di olio Evo. I 620 frantoi in attività sono concentrati soprattutto tra Palermo, Agrigento, Messina e Trapani, e insieme queste province producono oltre il 70% dell’olio della regione.
Le Dop siciliane
Sono 6 le Dop dell’isola: Monte Etna, Monti Iblei, Val di Mazara, Valdemone, Valle Belice e Valli Trapanesi, con un' Igp Sicilia che copre tutto il territorio. Oltre alle già citate cultivar, così intense e profumate, non posso dimenticare gli avvolgenti aromi che sanno sprigionare la Tonda Iblea, la Moresca, l’Ogliarola Messinese o la Santagatese, e le altre Nocellara Etnea e Messinese.
Eccellenze siciliane: oli da non perdere
Non rimane che fidarvi del mio giudizio e lasciarvi avvolgere da queste splendide varietà che ho degustato per voi
Olio Polifemo (Cultivar Tonda Iblea) - Viragì, Chiaramonte Gulfi (Rg)
A 450 metri sul livello del mare, Gianluca Gurrieri raccoglie a mano questa varietà profumatissima e la porta immediatamente al frantoio aziendale. Si scorgono inizialmente note di carciofo e mentuccia, seguite da una fragranza di pomodoro maturo. In bocca è equilibrato e, solo nel finale, ricorda la sensazione amaricante della melanzana. Ottimo per esaltare una ruota di pesce spada con asparagi selvatici.
Olio Tesoro (Nocellara del Belice, Biancolilla e Cerasuola) - Tenuta Feudo Disisa, Monreale (Pa)
Mario Di Lorenzo, con passione e dedizione, fa crescere il vino e soprattutto l’olio della tenuta di famiglia. Nei 5 ettari dell’azienda, le tre varietà più caratteristiche dell’areale regalano un bouquet di picciolo verde di pomodoro e fiore del cappero. In bocca, si sprigiona una sinfonia di aromi che terminano con sensazioni di mallo di noce e felce. Perfetto per guarnire uno spaghetto ai ricci di mare.
Olio Sciabacco (Cultivar Moresca) - Azienda Agricola Francesca Tumino, Mazzarone (Ct)
La Moresca di Francesca Tumino sorprende per cura e attenzione, dalla raccolta alla frangitura. Salgono al naso note di rosmarino e pomodoro appena colto, con un accenno speziato di pepe nero. In bocca è possente e persistente, ideale per accompagnare un polpo in guazzetto o scampi alla catalana.
Olio Extravergine d'Oliva (Cultivar Nocellara) - Mandranova, Palma di Montechiaro (Ag)
Dal 2000, la famiglia Di Vincenzo raccoglie e frange 20.000 piante di olivo. Oggi, Gabriele e Giovanni portano avanti la tradizione, creando una Nocellara dal profumo di foglia di pomodoro, origano e rucola appena colta. In bocca ha una giusta persistenza, perfetta per crudo di tonno e pasta con bottarga di muggine.
Olio Extravergine d'Oliva (Cultivar Nocellara) - Frantoi Cutrera, Chiaramonte Gulfi (Rg)
Salvatore Cutrera, terza generazione di frantoiani, ha creato un frantoio epocale per valorizzare il territorio. La sua Nocellara evoca un orto con fiori di zucchine e insalata Scarola, accompagnato da un tocco di pomodoro verde. Sublime su una bruschetta con pomodorini e origano fresco o un branzino al sale con caponata.
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