Che si tratti di una passeggiata tra i filari di una cantina in Toscana, di un pomeriggio sul lungomare della Costiera Amalfitana o di una visita alle saline di Trapani, l'estate è il momento in cui più amiamo stare all'aria aperta. Ma se i viaggi regalano emozioni e nuove scoperte, esporsi al sole senza le giuste precauzioni può comportare rischi seri per la salute della pelle. Il sole non è nostro nemico, anzi: stimola la produzione di vitamina D, migliora l'umore grazie all'aumento della serotonina e regola il ciclo sonno-veglia. Ma se da un lato porta benefici, dall'altro è fondamentale conoscerne i rischi. I raggi Uva, responsabili dell'invecchiamento cutaneo, e i raggi Uvb, che provocano scottature, sono tra i principali fattori di rischio per diverse patologie della pelle, incluso il melanoma.
A spiegare come proteggere davvero la pelle, soprattutto nei mesi più caldi e nei momenti di vacanza, è il professor Marco Ardigò, caposezione di Dermatologia oncologica all'Irccs Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, in un articolo pubblicato da Humanitas Salute che riportiamo di seguito.
I rischi del sole: non solo scottature
I danni dell'esposizione solare possono manifestarsi sia a breve che a lungo termine. Nel breve periodo, il pericolo più comune è l'eritema solare: arrossamenti, prurito, desquamazione, infiammazione e, nei casi più gravi, vere e proprie ustioni. A lungo termine, invece, un'esposizione continua e non protetta può avere conseguenze ben più gravi: l'invecchiamento precoce della pelle e, soprattutto, l'aumento del rischio di tumori cutanei. Il più noto e aggressivo è il melanoma, un tumore maligno che colpisce i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina. L'esposizione eccessiva al sole, soprattutto durante l'infanzia, rappresenta il principale fattore di rischio, ma ci sono anche altri elementi predisponenti, come la familiarità, un fototipo chiaro e la presenza di numerosi nei.
È bene però ricordare che nessuno è esente dai rischi: anche chi ha pelle scura o pochi nei può sviluppare tumori cutanei a seguito di un'abbronzatura intensa o di scottature frequenti. Oltre al melanoma, l'esposizione solare è correlata ad altri tumori della pelle, meno aggressivi ma più diffusi, come i basaliomi (tumori basocellulari) e i tumori squamocellulari. I primi sono i più comuni in assoluto e tendono a svilupparsi lentamente, spesso in soggetti che lavorano all'aperto. I secondi, con un'incidenza circa tripla rispetto al melanoma, presentano un comportamento meno aggressivo ma vanno comunque monitorati e trattati con tempestività.
Come scegliere la crema solare giusta? E ogni quanto va applicata?
Proteggere la pelle non significa evitare il sole, ma imparare a esporsi nel modo corretto. Le regole di base valgono sempre: evitare le ore più calde (tra le 12 e le 16), indossare cappelli, occhiali da sole con filtro Uv e abiti fotoprotettivi, bere molta acqua. Ma il gesto davvero fondamentale, secondo il professor Ardigò, è l'uso quotidiano e costante della crema solare. Il primo criterio per la scelta di un buon solare è il Fattore di protezione solare (Spf), che andrebbe sempre scelto nella fascia alta, ovvero 50+. Un Spf elevato garantisce una maggiore schermatura dai raggi Uv e contribuisce anche a ottenere un'abbronzatura più sana e duratura, rallentando la desquamazione della pelle. È inoltre importante verificare che la crema sia ad ampio spettro, cioè in grado di proteggere sia dai raggi Uva che Uvb.
La crema solare va applicata più volte al giorno, all'incirca ogni 2-3 ore, soprattutto se si trascorre del tempo all'aperto, se si suda o se si entra in acqua. Anche le creme “resistenti all'acqua” possono perdere parte della loro efficacia dopo un bagno o un'intensa sudorazione. È consigliabile iniziare fin dal mattino, anche se non si è al mare o in montagna: anche in città, durante una semplice passeggiata o seduti a un tavolino all'aperto, la pelle è esposta. Per questo motivo esistono in commercio anche creme idratanti da giorno con filtro Spf integrato, utili da usare quotidianamente.
Attenzione anche alla stagionalità: non bisogna smettere di proteggere la pelle solo perché è già abbronzata. L'abbronzatura è in realtà una risposta della pelle al danno subito dai raggi Uv. Continuare ad applicare la crema solare è essenziale per prevenire danni invisibili, come l'invecchiamento precoce e i danni cellulari. E le giornate nuvolose? Non devono trarre in inganno. Anche se il cielo è coperto e non si percepisce calore, le radiazioni Uv filtrano comunque e possono causare danni.
C'è ancora chi pensa che usare la crema solare impedisca di abbronzarsi. Niente di più sbagliato: la pelle si abbronza comunque, ma in modo più graduale, uniforme e duraturo. La protezione aiuta infatti a mantenere l'integrità dello strato cutaneo, ritardando la desquamazione e prolungando la durata dell'abbronzatura. È importante però cambiare prospettiva: non considerare l'abbronzatura un obiettivo da inseguire a tutti i costi, ma piuttosto il risultato di un'esposizione intelligente e controllata.
Si può usare la crema solare dell'anno prima?
La risposta è no. Anche se la crema non è scaduta, una confezione aperta dalla stagione precedente può aver perso efficacia. Questi prodotti, infatti, sono formulazioni complesse che, una volta aperte, si degradano a contatto con aria, luce e calore. Una crema alterata non garantisce la protezione dichiarata e può esporre la pelle a rischi inutili.
Nessun commento:
Posta un commento